Il res­tauro del Con­ser­va­to­rio Cam­piani a Man­tova

Il Conservatorio L. Campiani, fondato nel 1777 e che ha sede in un antico convento, è stato restaurato.

Date de publication
12-08-2013
Revision
12-10-2015

Il Conservatorio L. Campiani ha radici lontane nel tempo: il suo statuto di fondazione è del 1777. Oggi ha sede nell'antico convento di suore di Clausura di Santa Maria della Misericordia di fine XV secolo.

La chiesa su via Conciliazione fa parte del monastero che si sviluppa attorno ad un ampio spazio cortivo. Inaugurate il 4 luglio 1526 le chiese in realtà sono due, una «interna», ad uso delle suore di clausura, e una «esterna», ad uso pubblico. La chiesa esterna è giunta a noi con le decorazioni in stucco del‘700 realizzate dal luganese Stanislao Somazzi di scuola comacina.

Nel 1797 il convento fu trasformato in caserma e la sconsacrazione del luogo portò a distruzioni e rifacimenti. Il progetto ha conservato l’idea delle due chiese: la prima decorata con stucchi è diventata un museo, la seconda è stata trasformata in auditorium. Abbiamo abbandonato l’idea di costruire una scatola acustica come se fosse una matrioska perché ciò avrebbe negato la storia dei luoghi.

L’Auditorium Monteverdi non è un normale luogo dedicato all’ascolto della musica nella fascia di orario serale, ma è anche una scuola, aperta 8-10 ore al giorno e una sala di registrazione. Se l’influenza dell’architettura può arrivare anche a retroagire sulla prestazione, per le quali lo spazio architettonico, se organizzato secondo alcuni principi, garantisce una riverberazione capace di parlare il linguaggio dei muscoli di un musicista, qui migliora con successo la percezione ambientale che interagisce con il sistema nervoso.

Abbiamo letto i tratti sonori dei volumi esistenti e, con interventi minimali e sempre palesi, li abbiamo modificati per soddisfare le esigenze musicali, come si trattasse di «accordare» uno strumento, senza cambiarne la forma e l’apparenza. La trasformazione si è concretizzata in una «seconda pelle» che riveste parte della superficie interna della chiesa, lasciando sentire il volume originario con le volte.

Questo rivestimento è sorretto da una struttura autonoma, che non contamina le murature storiche; nella sua continuità estetica nasconde l’alternarsi di materiali con diverso comportamento acustico. Tale metodologia garantisce la reversibilità dell’intervento. Molti degli elementi costruttivi sono stati espressamente ingegnerizzati: dalle poltroncine del pubblico in grado di ridurre la variabilità nel clima sonoro, ai pannelli acustici posti alle pareti.

Per una buona riflessione del suono in genere si utilizzano pannelli di legno pieno dello spessore di circa 14cm mentre il rivestimento adottato ha consentito la stessa riflessione con uno spessore di soli 24mm e un peso più basso oltre alla sua indeformabilità. Il decoro parietale è stato ottenuto con un’unica foto, impressa senza tagli, su laminato, lungo la parete di 26m.

È un velluto che evoca gli spazi teatrali, che si gonfia come per effetto di un vento virtuale, che amplifica la geometria della sala e la rende più ampia per chi guarda il palco. La qualità dell’aria, riscaldata solo puntualmente sotto ogni seduta, consente un ricambio d’aria e un’ossigenazione importante per chi suona e per chi ascolta; ne risulta anche un risparmio energetico.

Il Conservatorio ha inoltre sperimentato l’utilizzo dello spazio cortivo come luogo dei propri concerti, valutando la bellezza della «naturale» scenografia che lo spazio offre. Il restauro delle facciate del chiostro è stato svolto nell’ottica di conservare gli strati antichi, di rimuovere gli intonaci cementizi, e di riportare in vita le decorazioni pittoriche parietali figurative del XVI secolo. 

Committenti: Provincia di Mantova; Mantova Conservatorio L. Campiani; Mantova

Architettura e strutture: Elena Brusa Pasquè, Anna Manuela Brusa Pasquè, Studio Tecnico Associato Brusa Pasquè; Varese

 

Consulenti e collaboratori: G. Brusa Pasquè, M. Buson

Indagini storiche: Paola Bassani; Varese, Gianfranco Ferlisi; Mantova

Impianti elettromeccanici: Alberto Baston, Studio ETA ENGINEERING; Induno Olona

Acustica: Lucio Visintini, Gruppo Concrete; Varese

Prospettive auditorium: Giancarlo Micheli

Restauro pittorico e architettonico: Rossella Bernasconi; Varese Antonella Mastronardi; Montalbano Jonico

Date: concorso: 2004, museo e auditorium 2004-2007; mediateca, sale organo e chiostro 2007-2010; aule didattiche 2010-2012

 


 

 

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