Case a Col­lina d’Oro

Anne-France Aguet su Pesenti Quadranti Hubmann

«Le case degli altri» è un dossier che invita gli architetti al dialogo: espazium.ch ha sottoposto a ogni partecipante – tutti progettisti attivi nella Svizzera italiana – tre case realizzate nella regione, chiedendogli di sceglierne una e commentarla, senza lesinare analisi e critiche. Sono quindi, questi, testi di architetti su architetti, che portano avanti, nello spazio pubblico di una rubrica virtuale, una riflessione sulla progettazione in Ticino. La serie continua con Anne-France Aguet che commenta un progetto di Pesenti Quadranti Hubmann.

Date de publication
09-04-2021

Commentare il lavoro di un collega, quando trovo arduo parlare persino dei miei, mi ha messa in difficoltà, ma la grande curiosità che ha suscitato in me il progetto di Pesenti Quadranti Hubmann a Collina d’Oro mi ha incoraggiata ad accettare questa sfida. Si tratta di due case di abitazione costruite lungo la strada cantonale che porta da Gentilino a Montagnola, tra il nucleo storico che si sviluppa attorno alla Parrocchia di Sant’Abbondio e un quartiere residenziale senza particolare interesse.

Una mattina sono andata a vedere questo intervento con una degli autori del progetto, Laura Hubmann, che ci vive.

Le due case sono parallelepipedi in calcestruzzo lavato color ocra distaccati dal terreno, posti sopra un volume di più piccole dimensioni con facciate di legno e vetro. Il colore ocra riprende le tinte degli edifici del nucleo vicino e ammorbidisce l’impatto di queste costruzioni molto moderne, in contrasto con tutte le altre case del quartiere.

Oltre all’area dedicata all’accesso veicolare, il terreno è stato diviso in due spazi distinti su due livelli: un grande prato comune, delimitato lungo la strada da una siepe a monte e da un muro di sostegno a valle, e una fascia stretta di giardino a est, oltre il muro che separa i due giardini.

Dal cancello sulla strada si accede al piazzale d'ingresso e ai posteggi. Verso sud il piazzale è delimitato dalla parete delle autorimesse, rivestita di legno. Un camminamento costeggia il lungo muro di sostegno tra i due livelli dei giardini, muro cieco interrotto unicamente dalle porte che permettono di accedere alle abitazioni. Si aprono sotto il volume di ogni casa, all'esterno. Dopo qualche gradino si accede a una terrazza coperta orientata verso sud con un patio delimitato da un muro, che preserva un’area privata rispetto allo spazio comune alle due abitazioni.

All’interno di ogni casa, gli spazi sono distribuiti attorno alla scala centrale, spina dorsale dell’edificio. Al piano terreno, oltre all’entrata, si trova uno studio orientato sul giardino comune. Il primo piano è dedicato alle camere da letto e alle sale da bagno. Al secondo piano si trova la zona giorno: un grande volume aperto con il soggiorno, orientato a est, munito di una grande finestra che offre una vista mozzafiato verso Lugano e il lago, e con cucina e zona pranzo, orientate a ovest (verso la collina sopra la strada), che hanno una grande finestra scorrevole inserita tra il pavimento e il soffitto. Quando è aperta, scompare nell’intercapedine della parete, lasciando vedere il paesaggio come se fossimo all’aperto.

Le abitazioni, oltre a essere molto luminose, presentano una grande semplicità nei dettagli e una scelta di materiali e colori minimale: pareti e soffitti sono tinteggiati di bianco, tutti i mobili sono bianchi, mentre i serramenti sono in legno, così come i pavimenti. Le case non sono molto grandi e c’è un utilizzo molto razionale di ogni spazio.

A prima vista, la proposta di collocare le case a valle del terreno allontanandole dalla strada mi ha stupita: quest’idea è all’opposto di quel che mi sarebbe venuto in mente spontaneamente, ovvero di dare la schiena alla strada e aprire l’abitazione sul giardino sottostante, con la zona giorno in relazione diretta con il prato rivolto a est. Visitando una delle case, ho percepito invece la qualità della scelta dei progettisti: allontanarle dalla strada permette di subirne meno il disturbo fonico, e proporre la zona giorno al secondo piano offre delle aperture scelte verso porzioni di paesaggio che non sarebbero altrettanto interessanti dal piano terreno. Il giardino, che era stato voluto come uno spazio comune, rimane un luogo neutro a disposizione degli abitanti delle due case. Questo progetto offre una gerarchia molto chiara degli spazi, dal comune al privato.

Anne-France Aguet

Luogo Collina d'Oro

Committenza privata, Collina d'Oro

Architettura Pesenti Quadranti Hubmann architetti Sagl, Mezzovico

Impresa GTL SA, Gravesano

Ingegneria civile Ingegneri Pedrazzini Guidotti Sagl, Lugano

Progetto impianti RVCS Studio Tecnico Idalgo Ferretti, Pura

Fotografia Simone Mengani Fotografo, Mendrisio

Date progetto 2012-2013, realizzazione 2013-2015

Intervento e tipo edificio costruzioni nuove

Riscaldamento pompa di calore con sonda geotermica

Acqua calda elettricità

Qui si possono leggere tutti i testi del dossier «Le case degli altri», e qui l'editoriale. Questo scritto fa parte della seconda "stagione" della serie, composta da tre puntate:

  • Mihail Amariei su Michele Arnaboldi Architetti: Casa Bacciarini a Gorduno
  • Anne-France Aguet su Pesenti Quadranti Hubmann: Case a Collina d’Oro
  • Giulia & Hermes Killer architetti su Piero Conconi: Casa a Muzzano


Questo dossier è concepito come un luogo di riflessione comune; per commenti, suggerimenti, critiche si può scrivere a web [at] espazium.ch (questo indirizzo).

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