Un com­mento a «Cos­truire in legno a sud delle Alpi»

Pubblichiamo di seguito le osservazioni dell'ingegnere Andrea Bernasconi a proposito di «Archi» 6/2019, Costruire in legno a sud delle Alpi. A seguire, la risposta dei curatori del numero, Stefano Miccoli e Stefano Zerbi.

Date de publication
26-02-2020
Stefano Miccoli
Ingegnere civile POLIMI, assistente alla cattedra di strutture all’AAM, dottorando all’Università di Granada

L'edilizia in legno a sud delle Alpi

Prof. dr. ing. Andrea Bernasconi

Gli articoli di Stefano Zerbi e Stefano Miccoli nel numero 6/2019 di «Archi» individuano e descrivono una particolare e specifica architettura del legno a sud delle Alpi, e si augurano che l'evoluzione della costruzione in legno in tale area geografica possa mantenere intatta questa esclusività regionale. Entrambi gli autori dedicano ampio spazio all'evoluzione recentissima e più avanzata della costruzione in legno, che applica le tecnologie sviluppate negli ultimi decennied enfatizzano il ruolo svolto dai centri di ricerca d'oltralpe, senza però evidenziare l'apporto del Sud delle Alpi allo sviluppo degli edifici multipiano in legno di tutta Europa.

Nella trattazione si perde dunque di vista il contributo fondamentale di quest'area geografica all'evoluzione della costruzione in legno nell'ambito dell'edilizia urbana e multipiano, che si manifesta nei progetti di edilizia in legno sviluppati e realizzati negli ultimi quindici anni un po' ovunque, tanto in Ticino quanto in Svizzera ed Europa. Il ruolo del Sud delle Alpi in questo contesto è tutt'altro che trascurabile. Infatti con la realizzazione, nel 2007, di Casa Montarina a Lugano (primo edificio in Ticino con struttura interamente in legno di sei piani) prende avvio un periodo in cui si assiste, al contrario che nel resto della Svizzera, alla rapida evoluzione delle strutture in XLAM e all'impiego di questa tecnologia non solo per realizzare altezze sempre maggiori, ma anche per aprire all'edilizia in legno nuovi orizzonti, superando i limiti tecnici e strutturali che favorivano altri materiali. In Ticino di conseguenza ci sono diverse costruzioni in legno tecnicamente all'avanguardia e architettonicamente quanto meno particolari, pur se di dimensioni ridotte, e ci sono svariati edifici fra i quattro e i sei piani di altezza.

La realtà ticinese attuale testimonia e dimostra con diversi oggetti realizzati che la costruzione in legno permette di rispondere alle esigenze progettuali e architettoniche più attuali e moderne. E questo senza porre vincoli o limiti all'architetto progettista – che può e deve restare a tutti gli effetti autore e artefice del progetto – indipendentemente dal tipo di architettura e al pari di altri materiali da costruzione.

Attualmente buona parte del mercato della costruzione è data da tipologie edilizie che si sviluppano su un numero di piani moderatamente elevato (da tre o quattro, fino a un massimo di sette-otto, e comunque non oltre i 30 metri di altezza), ambito in cui gli investitori istituzionali (e non i committenti privati) sono molto attivi. La scelta del materiale di costruzione è in questi casi non solo finalizzata all'architettura, ma anche all'efficienza complessiva di tutto il processo, dalla progettazione fino alla dismissione e smantellamento dell'edificio. In questo ambito il legno offre le medesime prestazioni degli altri materiali; i suoi limiti tecnici sono sempre più simili a quelli imposti anche da altre soluzioni, di cui è ormai concorrente a tutti gli effetti. Esso ha inoltre diverse ulteriori caratteristiche particolari e vantaggiose che, se ben integrate nel processo, garantiscono la riduzione dell'impatto ambientale, la possibilità di prefabbricazione su progetto e tempi di costruzione ridotti e certi, che nel caso di grandi oggetti possono avere un impatto rilevante anche sulla gestione logistica ed economica.

Le esperienze e le opere realizzate in legno negli ultimi quindici anni a sud delle Alpi ne sono una valida e variegata testimonianza, che va ben oltre la nicchia limitata, preziosa e singolare dell'architettura del legno ben citata e valorizzata nella rivista. Il potenziale della costruzione in legno, come pure le competenze degli specialisti e delle imprese del settore di questa regione, sono decisamente solide e non hanno niente da invidiare alla situazione delle regioni germanofone dell'arco alpino, dove il legno sta conquistando tanto l'architettura quanto il mercato dell'edilizia in tutte le sue forme.

La risposta dei curatori di «Archi» 6/2019

Stefano Miccoli e Stefano Zerbi

Il tema di cui si occupa «Archi» 6/2019 – Costruire in legno a sud delle Alpi – è evidentemente troppo ampio per trattare esaustivamente gli argomenti ad esso correlati in un numero della rivista. Si è quindi deciso di focalizzarlo innanzitutto geograficamente, limitando l'analisi al Canton Ticino, e in quest’ambito si è cercato di individuare quella che potrebbe essere una caratteristica in grado di definire un'architettura del legno propria del luogo, un'esclusività regionale che connoti il Ticino rispetto alle altre regioni della Svizzera. Quella individuata è infatti un'architettura del legno legata all'interpretazione del progettista, e l'ipotesi è stata avvalorata dalla scelta dei progetti pubblicati.

Il nostro intento non è certo stato quello di escludere il Sud delle Alpi dall'evoluzione tecnica dell'edilizia in legno degli ultimi decenni: si è invece sottolineato il fatto che il Canton Ticino non ha avuto, in Svizzera, il ruolo da protagonista che invece spetta al Nord delle Alpi, grazie alla presenza di importanti centri di ricerca.

Il progetto di copertina, il Centro Sci Nordico a Campra, progettato e realizzato a sud delle Alpi da Durisch + Nolli Architetti con la collaborazione dell'ingegnere Andrea Bernasconi dello studio Borlini e Zanini, presenta soluzioni avanzate, a dimostrazione che anche nella Svizzera italiana ci sono le conoscenze tecniche, le capacità tecnologiche e l'interesse costruttivo verso un'architettura del legno d’avanguardia.

In sintesi, si è deciso di dimostrare – attraverso degli esempi significativi – come nella regione che abbiamo considerato i progettisti siano in grado di cogliere le potenzialità di questo materiale “nuovo”, e implementare i recenti sviluppi delle più innovative applicazioni del legno usandole per trasmettere un messaggio specifico: una maniera che può essere considerata distintiva rispetto ad altre regioni.

«Archi» 6/2019 può essere acquistato qui. Qui si può leggere l'editoriale con l'indice degli articoli.

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