Lo sche­le­tro ro­bus­to di un'­ope­ra me­ta­mor­fi­ca

Edificio sperimentale all'Empa di Dübendorf ZH

Qualcosa di mai visto prima. Incompiuta e tuttavia completa, trasformabile e ciononostante permanente: sono queste le caratteristiche della più recente costruzione nell’area dell’Empa. Si chiama Nest, «Next Evolution in Sustainable Building Technologies». Un’opera che non sarà mai ultimata, perché l’obiettivo è il cambiamento.

Publikationsdatum
21-02-2018
Revision
21-02-2018

La NEST non è una costruzione consueta, ma piuttosto un impianto sperimentale in costante trasformazione. È una sorta di scaffale su scala urbana che mette a disposizione contestualmente suolo edificabile e struttura. I partner della ricerca e dell’industria costruiscono moduli provvisori – cosiddetti oggetti di innovazione o «unit» – collocati sui solai dei piani e collegati a reti di servizio nel nucleo con il sistema plug-in, che verranno monitorati e perfezionati nel corso di alcuni anni e poi rimossi. L’obiettivo è testare nuove tecnologie e le loro interazioni in condizioni reali, in modo da renderle rapidamente commercializzabili. Agli architetti è stato commissionato un edificio senza definizione degli ambienti e privo di facciata, ma che presentasse un carattere indipendente. I progettisti degli impianti tecnici hanno dovuto concepire un sistema ridondante in grado di soddisfare tutti i futuri utilizzi concepibili. A loro volta, gli ingegneri civili sono stati incaricati di sviluppare una struttura portante che potesse essere caricata in modo flessibile, con solai dei piani privi di sostegni ma fortemente aggettanti che consentissero la massima flessibilità nella disposizione delle «unit».

Parte centrale con solai

La parte centrale in calcestruzzo armato alloggia i collegamenti verticali, le installazioni tecniche e i pochi locali di servizio. Si sviluppa come struttura scatolare a partire dal sotterraneo, agisce come uno scheletro a doppia parete, funge da incastro per i solai aggettanti e irrigidisce l’edificio. Le pareti disposte nel piano sotterraneo trasferiscono al suolo uniformemente le forze generate dalla parte centrale, consentendo così l’appoggio dell’edificio su di una platea di fondazione.

Pilastri a fungo in acciaio e cavi tesi

Gli ingegneri dello studio Schwartz Consulting si sono confrontati con le sollecitazioni da taglio dei solai alle estremità delle pareti e la flessione sui bordi delle stesse. Hanno quindi sviluppato dei funghi a punzonamento in acciaio integrati alla struttura in calcestruzzo a vista. A completamento dei funghi in acciaio sono presenti armature di compressione in barre di acciaio piene che trasferiscono alle pareti i carichi dei solai mediante connettori a piolo, e robusti coprigiunti in acciaio insieme a piastre di ancoraggio che collegano i cavi tesi inclinati alla componente integrale in acciaio. Gli ingegneri sono riusciti in questo modo a realizzare un campo di sollecitazioni continuo nelle pareti aggettanti, fortemente sollecitate.

Inoltre, per limitare le flessioni, inclusi gli scorrimenti delle solette di calcestruzzo e aumentarne la rigidità, le stesse sono state coerentemente precompresse. Il cavo piatto da 1900 kN è stato posato in modo che le forze di deviazione dovute alla precompressione compensassero ampiamente i carichi costanti, impedendo deformazioni elastiche e scorrimenti determinati da carichi costanti. Gli ingegneri sono così riusciti a trasformare un apparente atto di forza in una struttura elegante ed equilibrata.

 

Progettazione: Consorzio NEST, c/o Gramazio & Kohler, Zurigo
Ingegneria: Dr. Schwartz Consulting, Zugo 
Archiettura: Gramazio & Kohler, Zurigo 
Ingegneria RVCS e cordinamento: Raumanzug, Zurigo
Fisica della costruzione, acustica: Raumanzug, Zurigo 
Ingegneria elettrotecnica: Mosimann & Partner, Zurigo 
Automazioni MSRL: Jobst Willers Engineering, Rheinfelden 
Illuminotecnica: Sommerlatte & Sommerlatte, Zurigo 
Costi di costruzione: 19.8 Mio Fr. 
Durata cantiere: agosto 2014-maggio 2016 
Struttura operativa: maggio 2016

 


Per maggiori informazioni: 

Clementine van Rooden et al.
Schweizer Ingenieurbaukunst. L’art des ingénieurs suisses. Opere di ingegneria svizzera 2015/2016
Espazium – Edizioni per la cultura della costruzione, Zurigo 2016


 

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