In corda­ta, at­tra­ver­so la quo­ti­dia­ni­tà pro­fes­sio­na­le

I mentor trasmettono ai propri mentee tutta l’esperienza di cui hanno fatto tesoro, con l’obiettivo di affiancare gli «allievi» nel proprio percorso di sviluppo professionale. Il programma di mentoring, avviato dalla SIA in giugno 2018, si è concluso con successo. Due team, composti da mentor e mentee, raccontano e commentano quanto vissuto.

Luca Fontanella, architetto MSc PF SIA, narra della propria esperienza in veste di mentee; la comunità di lavoro composta da Hugo Torre, Roger Küng, Christoph Abächerli (TKA Architekten) e il loro mentor Roland Walthert, ing. elettronico dipl. PF/SIA, tracciano un resoconto del programma di mentoring avviato dalla SIA e raccontano le proprie impressioni.

 

Un mirabile esempio di scambio di conoscenze ed esperienze

di Luca Fontanella, architetto MSc PF SIA

Lo scorso anno la SIA ha lanciato un progetto pilota che permette, in svariati modi, di raggiungere un importante obiettivo societario. Nel proprio Statuto, la SIA descrive tale obiettivo come segue: «La SIA riunisce i professionisti, con formazione universitaria o equivalente, attivi nei settori dell’ingegneria, dell’architettura e in discipline scientifiche affini […]». In veste di associazione professionale, la SIA persegue questo intento con grande impegno e costanza, su diversi livelli. Grazie al programma di mentoring si è aggiunto un nuovo livello. Il progetto è stato molto utile per i partecipanti, tutto ciò con un dispendio organizzativo e finanziario piuttosto limitato. In modo assai diretto e personale, si è favorita la creazione di una rete di contatti tra i collaboratori e promosso il reciproco scambio di conoscenze.

Un’ampia varietà di temi

Dopo una breve fase conoscitiva, nel mese di giugno del 2018, in occasione di un evento che ha dato il via al progetto, si sono costituiti i tandem formati da mentor e mentee. In seguito i gruppi si sono organizzati in modo autonomo e, seguendo i propri ritmi, hanno fissato ciascuno le proprie priorità. In base alle esigenze del mentee, è stato tuttavia possibile trasferire il focus, velocemente e senza complicazioni, anche su altri argomenti. La varietà dei temi era considerevole: i tandem hanno discusso dei piccoli ostacoli che si incontrano nella quotidianità professionale e si sono confrontati con le sfide poste dalla gestione progetti, hanno esaminato nuove possibili vie di collaborazione, vari modelli aziendali e filosofeggiato sugli ulteriori sviluppi del settore.

Passare il testimone alle prossime generazioni

Per il mentee è stato incoraggiante e utile poter avere un collega di comprovata esperienza al proprio fianco a cui chiedere un secondo parere neutrale e obiettivo. Il programma di mentoring è altrettanto appagante per il mentor, a cui è data la possibilità di passare il testimone a una nuova generazione. Durante l’evento conclusivo è emersa la generale soddisfazione dei partecipanti a conferma del successo dell’iniziativa. Il programma può essere descritto come un modello mirabile in grado di promuovere uno scambio, intergenerazionale e interdisciplinare, di conoscenze ed esperienze.

Un vero e proprio plusvalore

Un elemento decisivo che ha giocato a favore del programma e contribuito al suo successo sono state, oltre alle numerose iscrizioni, le condizioni quadro formulate in modo aperto, flessibile e non troppo strutturato. In questo contesto, la SIA è intervenuta fungendo da piattaforma e assumendo «unicamente» il ruolo di intermediaria tra i partecipanti. Ai tandem è stato lasciato dunque sufficiente spazio di manovra per sondare i temi più diversi. Va sottolineato che, assolutamente in primo piano, vi era la motivazione intrinseca dei partecipanti. La gioia di partecipare alla creazione di una rete di contatti, scambiarsi reciprocamente esperienze e sostenersi a vicenda non va falsata dal compenso finanziario versato ai mentor. Il progetto pilota ha riscontrato pieno successo per entrambe le parti e andrebbe assolutamente portato avanti. Funge da fonte di ispirazione e incarna, in modo chiaro ed evidente, i valori promossi dalla SIA. Si tratta insomma di un vero e proprio plusvalore.

 

La visione del mentee

Comunità di lavoro Hugo Torre, R. Küng, C. Abächerli (TKA Architekten) e R. Walthert, ing. el. dipl. PF/SIA

Va fatta innanzitutto una piccola premessa. Lo scorso anno abbiamo partecipato a un concorso a procedura libera e contavamo di avere buone possibilità di vincere, dato che in precedenza ci eravamo già aggiudicati un 5° posto. Eravamo dunque entrati in gara fiduciosi e pieni di speranza. Tuttavia, quando, un po’ di tempo dopo, ci era arrivata una mail in cui venivamo informati di essere stati eliminati al secondo giro, ci siamo guardati perplessi, chiedendoci: partecipare ai concorsi di progettazione è davvero il modo più sensato di mettere a frutto la nostra decennale esperienza professionale?

Col senno di poi possiamo dire che si è trattata di una vera e propria coincidenza perché è stato esattamente in quel momento che la SIA ha lanciato il programma di mentoring. Ma la coincidenza ancora più grande è stata il fatto di venirne a conoscenza, dato che fino ad allora avevamo in testa soltanto i concorsi. È anche vero che, nei momenti di crisi, si è probabilmente più ricettivi agli aiuti che giungono dall’esterno.

Uno sguardo da fuori

Sia quel che sia, abbiamo deciso di annunciarci in veste di mentee segnalando il nostro interesse per il tema «Fondare un’impresa». In occasione dell’evento inaugurale abbiamo incontrato Roland Walthert, il mentor che ci era stato attribuito. Così, di primo acchito, eravamo parecchio scettici: Roland era un ingegnere, come avrebbe fatto ad aiutarci a organizzare uno studio di architettura? Però non ci è voluto molto per capire che il nostro mentor sarebbe riuscito a farci percorrere una strada che, oltre a dissipare tutti i nostri dubbi, ci avrebbe condotto in molti luoghi che, dalla nostra prospettiva di architetti, non saremmo altrimenti mai riusciti a vedere. Roland ha dato un taglio a tutto quel turbinio di interrogativi e discussioni su concorsi, datori di lavoro e progetti dei nostri sogni. Fin dall’inizio ha saputo affrontare in modo giocoso il tema scelto: «Facciamo l’ipotesi che voi tre decidiate di costituire uno studio, e poi mettiamo in atto questa idea passo per passo, con tutti gli annessi e connessi». Rientrava nel gioco ad esempio anche il fatto di chiedersi come sarà il lavoro dell’architetto tra una decina d’anni e l’elaborazione di una corrispondente analisi di mercato. Quando Roland ci ha attribuito questo compito lo abbiamo dapprima guardato aggrottando la fronte, al che lui ci ha risposto con un divertito, ma rassicurante sorriso.

Avere un’idea chiara davanti a sé

Siamo quindi partiti alla ricerca di possibili lacune, abbiamo scovato nicchie, analizzato le competenze esistenti e quelle invece su cui dovevamo ancora lavorare, tutto ciò con davanti agli occhi due obiettivi ben chiari: in primis poter garantire una prestazione che non tutti gli altri studi di architettura fossero capaci di offrire altrettanto bene e, in secondo luogo, ma forse ancora più importante, fare il nostro lavoro con passione, divertendoci. «Quando si crede fermamente in qualcosa si può far nascere un’impresa praticamente attorno a qualsiasi idea», così Roland. Circa mezzo anno dopo, eccoci riuniti nella comunità di lavoro TKA con pronta la nostra idea in testa. Pensiamo che vi sia un grande potenziale nel riuscire a realizzare una densificazione con la sostanza edilizia esistente e siamo alla ricerca di strategie per poter fare sopraelevazioni, ampliamenti o trasformazioni di edifici esistenti attraverso soluzioni vincenti sotto il profilo economico e urbanistico. L’acquisizione del know how necessario per porre in essere questa idea non è più un ambito di competenza del nostro mentor. «Adesso è giunto il momento che io vi lasci fare da soli», ha esclamato Roland con un sorriso complice, «però se avete bisogno potete certo chiedermi di nuovo consiglio, in qualsiasi momento».

La visione del mentor

Il progetto TKA ha visto l’incontro di due generazioni e il lavoro svolto insieme è stato di grande arricchimento. Abbiamo considerato la costituzione di uno studio di architettura come start-up e reso accessibili i corrispondenti strumenti di pianificazione, abbiamo messo a frutto lo scambio di nuove conoscenze ed esperienze e cercato di far confluire il nostro entusiasmo in basi valide e fondate. Per noi il programma di mentoring offerto dalla SIA è stata una piattaforma che ha permesso uno scambio intergenerazionale in merito a progetti assai variegati ma concreti. L’entusiasmo e la soddisfazione che il programma ha suscitato parlano da sé: è un’iniziativa di grande valore per la SIA, tanto internamente, come offerta rivolta ai giovani, tanto esternamente, come segnale di un’innovativa politica societaria.

 

Cifre e fatti sul programma di mentoring

  • 6.2018: lancio del primo programma di mentoring
  • 3.2019: conclusione del primo programma di mentoring
  • 60 membri SIA si sono iscritti, 20 hanno dovuto interrompere il programma per diversi motivi, 40 hanno portato a termine l’impegno.
  • Temi chiave: fondare uno studio, strategia e riorientamento, supporto a start-up, questione della successione, acquisizione di nuovi clienti e consulenza, organizzazione di uno studio, gestione del personale, marketing, gestione dei conflitti, intermediazione, gestione progetti, gestione dei costi, contratti, lavoro nelle comunità di progettisti, approccio con imprese totali e generali, introduzione al BIM, direzione dei lavori, esecuzione dei lavori.
  • In breve: oltre il 95% dei partecipanti dice che prenderebbe di nuovo parte al programma e considera l’iniziativa come un servizio molto utile e prezioso offerto dalla SIA.
  • Prospettive: si pianifica una seconda edizione nella seconda metà del 2019, non è però ancora stata fissata una data definitiva.
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