Re­go­le e op­por­tu­ni­tà per le uni­tà RCP

Per aumentare l’autoconsumo, si collegano tra loro, più edifici dal punto di vista energetico. Quali interventi tecnici sono necessari, e come si pongono i fornitori rispetto a un consumo prevalentemente collettivo dell’energia solare?

Data di pubblicazione
02-12-2022

Un Raggruppamento ai fini del consumo proprio (RCP) dà alle famiglie e alle unità immobiliari vicine la possibilità di utilizzare collettivamente l’energia solare prodotta sul posto. Dal 2018 la Legge federale sull’energia consente questo tipo di associazioni ener-getiche: più edifici dotati di tetti e facciate solari proprie possono costituire una propria area RCP.

Limiti normativi

I proprietari di un’area RCP devono soddisfare alcuni requisiti minimi. La capacità dell’impianto fotovoltaico installato deve corrispondere ad almeno il 10% della capacità con la quale l’immobile è allacciato alla rete elettrica pubblica. Inoltre, per chiarire il rapporto tra un’area RCP e il gestore della rete di distribuzione (GRD) locale, è consentito un solo punto di trasferimento. Infine, è previsto che l’infrastruttura tecnica venga adeguata a livello locale. Ad esempio, le aree RCP devono predisporre una rete di comunicazione e un sistema di misurazione; ciò include l’integrazione di contatori digitali e una connessione a Internet.

Ottimizzare l’autoconsumo

Di fronte all’aumento dei prezzi sul mercato dell’energia e di utilizzo della rete, le aree RCP diventano economicamente interessanti. Il fattore decisivo è la tariffa generale locale. Il prezzo dell’elettricità, fissato dal fornitore locale di energia, determina anche l’importo massimo che i partecipanti al RCP devono pagare per la propria energia elettrica solare. Inoltre, il fornitore di energia locale stabilisce la tariffa di rimunerazione per l’immissione nella rete pubblica delle eccedenze di elettricità dell’RCP. Anche le condizioni specifiche dell’area hanno un ruolo importante: più energia prodotta sul posto può essere consumata, più economicamente vantaggioso risulta il modello di raggruppamento. Una gestione coordinata dell’energia, una batteria di accumulo e grandi consumatori, come i veicoli elettrici o le pompe di calore, aumentano la quota di autoconsumo.

Sfide per i fornitori

Dopo un certo scetticismo, i fornitori regionali di energia accolgono con favore l’aumento delle aree RCP. Al tempo stesso, il settore si trova di fronte a nuove sfide. «Tecnicamente ogni area RCP è una blackbox. Per i gestori delle reti di distribuzione è difficile prevedere di quanta energia elettrica dalla rete pubblica tali aree avranno bisogno in un determinato momento», spiega Carsten Schroeder, responsabile della regolazione strategica dell’azienda Elektrizitätswerk Stadt Zürich ewz. «Per questo un forte aumento delle aree RCP rende più difficile il funzionamento sicuro della rete».

Occorre poi rilevare che le comunità di autoconsumo tendono a favorire l’erosione del principio di solidarietà tra gli utenti. Secondo Schroeder, nell’energia auto consumata mancano i costi di utilizzazione della rete. È vero che al momento tale effetto è marginale, ma l’ulteriore espansione dovrebbe comportare una diminuzione non indifferente della remunerazione per l’infrastruttura: «Ne deriverà un aumento dei costi per i clienti normali rimasti», spiega Schroeder. Tra l’altro, anche le aree con autoconsumo elevato devono continuare a prelevare elettricità dalla rete pubblica. Per questo potrebbe rendersi presto necessario trovare un nuovo modello di pagamento della corrente erogata dalla rete pubblica.

Controversia sull’uso della rete

Un’altra questione aperta riguarda la regola vigente per cui un’unità di autoconsumo non può usufruire della rete di distribuzione locale; per costituire un’area RCP che colleghi più edifici sono necessarie linee elettriche separate. Soprattutto nel caso di edifici esistenti sono prevedibili alti sovraccosti, che rendono difficile un funzionamento redditizio. «Dal punto di vista economico, per il futuro avrebbe più senso abilitare i GRD esistenti anche per le unità RCP», dice Stephan Krähenbühl, responsabile Prosumer & Servizi energetici di Primeo Energie. Le reti parallele come quelle richieste dalla normativa vigente si possono evitare: «In Austria le comunità di energia solare possono usare la rete locale, pagando una tariffa ridotta».

Raggruppamento virtuale

Uno studio sull’RCP commissionato nel 2019 da EnergieSchweiz mette in luce un’altra possibilità per evitare l’installazione di una rete propria e autorizzare l’uso congiunto della rete locale pubblica: un raggruppamento virtuale. I consumi dei partecipanti all’RCP vengono confrontati in tempo reale con la produzione dell’impianto fotovoltaico, e viene addebitata soltanto quella parte del consumo esterno di elettricità che non avrebbe potuto essere coperta dall’autoproduzione di energia. L’uso della rete è a pagamento. Con questa soluzione l’infrastruttura di rete rimane nelle mani dei GRD, che continuano a occuparsi della gestione e della manutenzione.

Offerte complete

Le aree RCP offrono opportunità anche alle aziende fornitrici di energia. Ad esempio, in alternativa al modello classico di autoconsumo, ewz propone un modello di applicazione GRD entro la propria zona di distribuzione. Chi è già cliente e comincia ad autoprodurre energia solare può associare altri consumatori domestici senza dover costituire un altro RCP. «In più, con la nostra visione 100/100 promuoviamo attivamente soluzioni di zona, con cui intendiamo raggiungere la neutralità climatica al 100% per 100 progetti immobiliari entro il 2030», continua Schroeder.

Anche Primeo Energie segue i progetti di rete di zona, dalla programmazione all’attuazione e all’entrata in funzione: «Offriamo soluzioni complete e integrate, con opzioni aggiuntive come i contratti per il fotovoltaico, per la batteria e per il riscaldamento», dice Krähenbühl. Fanno parte dell’offerta soluzioni per la mobilità, con infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici e e-bikes.

Modelli per un futuro ­decentrato

Secondo Krähenbühl e Schroeder, le aree RCP diventeranno componenti importanti della fornitura elettrica pubblica. «Nelle case plurifamiliari, soluzioni di autoconsumo come queste contribuiscono in maniera addirittura decisiva a favorire lo sviluppo del fotovoltaico», spiega Schroeder. Nei prossimi anni, tuttavia, l’attenzione si sposterà anche sugli immobili industriali e commerciali: «Le aree RCP aumentano in primo luogo l’efficienza economica degli impianti fotovoltaici installati». Krähenbühl è poi convinto che le aree RCP, grazie a una gestione dinamica del carico e alle batterie di accumulo, possano contribuire notevolmente alla stabilità -delle reti locali. In tal modo i modelli di autoconsumo fanno sì che – nonostante lo sviluppo di una produzione decentrata – l’infrastruttura pubblica per la distribuzione dell’energia elettrica non debba essere eccessivamente ampliata.

Con il sostegno di SvizzeraEnergia e Wüest Partner espazium – Edizioni per la cultura della costruzione ha pubblicato:
 

Nr. 1/2018 «Immobili ed energia: Strategie per l'immobiliare – guida per investitori istituzionali»

 

Nr. 2/2019 «Immobili ed energia: Strategie per il collegamento in rete»

 

Nr. 3/2020 «Immobili ed energia: Strategie di trasformazione»

 

Nr. 4/2021 «Immobili ed energia: Su percorsi comuni con l’elettromobilità»

 

Nr. 5/2022 «Strategie del consumo proprio»

Gli articoli del ciclo «Immobili ed energia» sono raccolti in questo e-dossier

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