«Il le­gno non ha co­no­sciu­to fi­no­ra un ri­ci­clo di qua­li­tà»

I presupposti per un cam­bi­­amen­to di paradigma nell’economia circolare dell’edilizia in legno sono allo studio del progetto di ricerca circularWOOD. Abbiamo chiesto alle responsabili di questa iniziativa, Sonja Geier e Sandra Schuster, che cosa occorre cambiare per rendere operativa questa trasformazione.

Data di pubblicazione
09-10-2023

Quali caratteristiche ha una costruzione riciclabile in legno?

Sandra Schuster: È come un deposito di materiali, in cui i singoli componenti sono costituiti da materie prime rinnovabili, non inquinanti, separabili e riutilizzabili. Il legno impiegato deve provenire da una silvicoltura sostenibile e deve essere possibile utilizzare in futuro anche legno di qualità inferiore. Alla fine del ciclo di vita dell’edificio, il suo smantellamento non è distruttivo, data la separabilità dei componenti; sarà agevole riconvertirlo e adattarlo a nuove esigenze grazie alle connessioni a vista e alla facilità di sostituzione dei componenti. Un prefabbricato in legno del futuro è durevole e rappresenta un deposito temporaneo di carbonio.

A che punto siamo di questo processo?

Sonja Geier: Le premesse sono buone. Le moderne costruzioni in legno si basano su un grado elevato di prefabbricazione, sulla modularità e sulla logica dei componenti di grande formato, il che consente il reimpiego di intere parti, di componenti strutturali e anche di singoli elementi dell’edificio. Le connessioni per lo più a secco sono potenzialmente riutilizzabili. Rispetto ad altre tecniche costruttive, giunzioni adeguate consentono uno smontaggio facile e senza danni.

Schuster: Ma non siamo ancora al punto in cui dovremmo essere. Solo una parte dell’attuale volume del legno di scarto viene reimpiegata come materiale per la produzione di pannelli truciolari. La maggior parte, riciclata termicamente, è bruciata dopo il primo utilizzo, senza sfruttare pertanto il grande potenziale di un uso a cascata del legno. A ciò si aggiunge la concorrenza legata alla crescente domanda di biomassa prove­niente da altri settori, come quello dell’approvvigionamento energetico e dell’industria chimica.

Questo articolo è apparso nella pubblicazione speciale «Città in legno – Hotel e strutture i in legno per il tempo libero». Altri articoli sul legno sono raccolti nel dossier digitale.

L’uso a cascata del legno dovrebbe dunque essere prolungato?

Geier: Sì, l’uso a cascata è importante per accrescere l’efficienza delle risorse e incrementare lo stoccaggio di carbonio con un effetto stabilizzante sul clima. Così facendo, si potrebbe ridurre fino al 10 % il potenziale di riscaldamento globale.1 Un vantaggio ancora maggiore è rappresen­tato dal risparmio di materie prime primarie e dalla sostituzione del legno usato. Inoltre, il legno contribuisce a sosti­tuire i materiali da costruzione che consumano combustibili fossili e minerali e che sono caratterizzati da elevati livelli di emissioni nocive. In casi ottimali, il legno può essere oggetto di un impiego sequenziale multiplo, senza costosi processi di rigenerazione.

Dove vede possibilità di sviluppo in tal senso?

Geier: Principalmente in due ambiti: quello della sensibilizzazione al valore del materiale, e quello delle innovazioni tecniche e costruttive.

Nella letteratura sul tema (e quindi nella percezione di molti operatori del settore), il legno è ancora assegnato al ciclo biologico e non a quello tecnico. Considerata una risorsa rinnovabile, viene trascurata la necessità di un suo riutilizzo ottimale, come avviene per il riciclaggio in ambito tecnico. Del resto la decostruzione risulta spesso costosa e laboriosa, per via delle pratiche di implementazione adottate in passato nell’architettura in legno, quali ad esempio le strutture a strati con giunzioni incollate e graffate. A ciò si aggiunga l’impiego di fogli e materiali isolanti minerali. Una raccolta differenziata finalizzata al riciclo rende in questo caso la decostruzione complessa.

E qui arriviamo al secondo livello, quello delle innovazioni tecniche …

Schuster: Esatto, questo è il secondo punto. Alcuni esperti del settore criticano gli sviluppi degli ultimi anni. Ad esempio, l’uso di materiali compositi non rispetterebbe il principio della purezza varietale postulato dall’approccio cradle-to-cradle. Le ricerche e i casi studio esaminati in circularWOOD mostrano che le connessioni smontabili senza danni richiedono un notevole sforzo di progettazione e innovazione. Al momento non esistono ancora soluzioni standard in questo ambito. Alcune analisi preliminari mostrano come le connessioni a vite staticamente efficienti, impiegate nell’edilizia in legno, non siano sostenibili. Si registrano di contro promettenti sperimentazioni di efficienti elementi di fissaggio reversibili immissibili sul mercato in tempi brevi.

Geier: Va detto al riguardo come la ricerca si stia orientando verso lo sviluppo di prodotti sempre più efficienti dal punto di vista dei materiali come ad esempio nel progetto LaNaSys. Il potenziale delle connessioni legno-legno, anche nel caso di legno duro ad alte prestazioni, è stato già sfruttato in progetti pilota e dovrebbe affermarsi nei prossimi anni anche nella pratica.

Note

 

1 Höglmeier et al. 2015

CIRCULARWOOD
Il progetto prende in esame lo stato dell’arte dell’economia circolare nell’edilizia in legno tedesca e svizzera, per valutare in che misura la scalabilità di progetti pilota riesce a trovare un campo di applicazione più vasto. L’adattamento delle condizioni quadro, la motivazione della committenza e le innovazioni tecniche rappresentano campi di indagine. Il progetto analizza i fondamenti della letteratura sul tema e le ricerche attuali. Gran parte del lavoro si basa su indagini empiriche con interviste a esperti, quattro casi studio e sondaggi parzialmente standardizzati. Finanziato dall’Istituto tedesco per la ricerca sull’edilizia, l’urbanistica e lo sviluppo territoriale (BBSR) con i fondi del programma d’innovazione Zukunft Bau (futuro della costruzione), il progetto è stato commissionato dal Ministero per l’edilizia e lo sviluppo urbanistico e architettonico (BMWSB).

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