Un gesto “al­tro” per ri­leg­gere il rap­porto tra ar­chi­tet­tura e pae­sag­gio nel con­corso per la ro­tonda di Lo­carno.

Valorizzazione Rotonda Piazza Castello, Locarno

La Rotonda di Locarno, segno urbano ideato da Aurelio Galfetti negli anni Ottanta, è stata al centro di un recente concorso che ha ripensato il suo futuro. A vincere, un progetto paesaggistico che trasforma il vuoto centrale in un giardino identitario, capace di ridefinire lo spazio pubblico cittadino.

Date de publication
30-09-2025

Due delle più interessanti piazze del Ticino realizzate negli ultimi trent’anni – Piazza del Sole di Bellinzona e la Rotonda di Locarno – rientrano, con le loro geometrie, tra i segni più tangibili a livello urbanistico dell’indelebile contributo della generazione di architetti della scuola ticinese. Nonostante la forte impronta architettonica, entrambe le piazze sono comunque state oggetto negli ultimi anni di interventi in chiave di integrazione funzionale.

La Rotonda di Locarno - progettata dall’architetto Aurelio Galfetti con M. Krähenbühl e L. Pellegrini negli anni ottanta – consiste in un cerchio che definisce un nodo nevralgico della città nel limite di tre tessuti urbani di diverse epoche di sviluppo della città stessa. All’interno vi è un vuoto delimitato da grandi volumi che contengono un anello di alberi mentre, nella fascia adiacente, si trova l’asse carrabile. Poco distanti, vi sono le rovine del Castello ed il percorso pedonale che immette in piazza Grande. 

L’intenzione degli architetti era quella di fornire uno spazio capace di costituire appartenenza e significato, creando all’interno un luogo aperto ad usi futuri ed uno spazio verde: La Rotonda intendeva porsi come un restauro territoriale che includesse la città, nella sua storia e nella sua trasformazione.

Il Comune di Locarno ha inteso dare ulteriore risalto alla Rotonda attraverso un processo partecipativo avviato nel 2023 che ha coinvolto la popolazione e gruppi d’interesse, utile per raccogliere una serie di spunti al fine di valorizzare tale importante spazio pubblico. Nel 2024 lo spazio in questione è stato poi acquisito dal Comune per avviare l’iter concorsuale.

Nel concorso è stata prioritariamente considerata una serie di fattori legati a tematiche architettoniche, paesaggistiche ed ambientali quali le isole di calore, il verde pubblico, il concetto di “città spugna”, nonché l’accessibilità e la vivibilità urbana per anziani e bambini, il tutto tenendo sempre conto della sostenibilità finanziaria, come comprovato dal fatto che il limitato budget concorsuale ha guidato le scelte progettuali dei partecipanti; si è inoltre prestata attenzione ad esigenze legate a manifestazioni temporanee che potranno in futuro svolgersi nella rotonda medesima anche al di là dell’evento principale rappresentato dall’annuale Festival del Cinema.

Le risposte progettuali rese dai cinque gruppi invitati hanno evidenziato sostanzialmente tre diversi approcci, il primo dei quali – risultato vincitore, degli architetti Bartke Pedrazzini e per la parte paesaggistica di De Molfetta Strode - ha fatto emergere la volontà di creare un giardino unitario all’interno dello spazio vuoto definito dalla Rotonda; il secondo classificato – dello studio Homa architetti e per la parte paesaggistica di Kamber - ha invece privilegiato il confronto architettonico con il preesistente, inserendo una grande copertura verde, assimilabile ad una grande pergola con rampicanti, mentre il terzo approccio, comune ai restanti tre gruppi (terzo classificato Studioser architects e Topostudio per la parte paesaggistica, quarto classificato studio Giulia & Hermes Killer e per la parte paesaggistica Officina del paesaggio ed infine quinto classificato studio InchesGeleta architetti) si è caratterizzato per interventi in scala minore. In particolare, pur mantenendo dal punto di vista geometrico l’impostazione iniziale di Galfetti a due circonferenze concentriche, si è invertito il rapporto tra le stesse, inserendo del verde nella circonferenza esterna.

Il progetto risultato vincitore si è distinto per la capacità di reinterpretare uno spazio urbano marginale, contrapponendo alla rigidità geometrica della rotonda un giardino dalle forme organiche con una forte connotazione paesaggistica: la giuria ha apprezzato l’idea di dotare la città di uno spazio pubblico nuovo, riconoscibile ed identitario, in grado di distinguersi dalle altre piazze cittadine, nonché dagli altri parchi e giardini. Particolarmente riuscito è stato ritenuto, da un lato, il posizionamento di un padiglione con chiosco al centro dell’area verde, in quanto esso rappresenta un punto di riferimento e di servizio per i fruitori; dall’altro lato, altrettanto apprezzamento è stato mostrato per la relazione tra il nuovo giardino e l’ambiente costruito esistente: in particolare, il verde si diffonde progressivamente verso il centro a partire dal bordo geometrico in calcestruzzo, attraverso diverse tipologie di superfici, quali prati fioriti, aree attrezzate e spazi liberi.

Il progetto classificatosi secondo presenta una grande pergola alta 15 metri che vuole trasformare la Rotonda in un luogo unico. L'idea, architettonicamente molto significativa, ha reinterpretato in chiave contemporanea l’impianto originale. Tuttavia, ad avviso della giuria, la forza del concetto è risultata indebolita da alcune scelte poco convincenti, come la rimozione di alberi esistenti, l’uso di rampicanti in vaso e lo spostamento di attività verso altri spazi urbani. 

Il progetto terzo classificato si è distinto per una visione aperta e contemporanea dello spazio pubblico, concepito non come giardino né come piazza, ma come luogo ibrido e flessibile. L’approccio sistemico ha saputo integrare numerose istanze emerse durante il processo partecipativo, con un’attenzione particolare alla gestione delle acque meteoriche e alla riduzione delle superfici minerali. Una trasformazione "gentile" ha invece caratterizzato il progetto quarto classificato, che ha riletto con fedeltà la geometria della Rotonda originale, puntando su semplicità, riuso dei materiali e un inserimento misurato di nuove funzioni. Pur pragmatico e tecnicamente curato, tale approccio è risultato poco innovativo e non ha saputo delineare una nuova identità per lo spazio. Il progetto quinto classificato ha ruotato attorno all’idea di un “vivaio urbano”, pensato come luogo di crescita e condivisione attiva: un’intenzione apprezzata dalla giuria, che tuttavia ha rilevato una scarsa coerenza tra visione e sviluppo progettuale, penalizzata dall’impiego di alberi in vaso e da soluzioni formali non sufficientemente approfondite, con un conseguente indebolimento dell’efficacia complessiva del concetto.

Rimane da chiedersi quale gesto, più o meno formale, più o meno “altro” rispetto all’esistente, riesca a risolvere una simile dimensione di piazza. A tale interrogativo la giuria ha risposto in modo chiaro e per certi versi sorprendente: è stato privilegiato un progetto che pare essere qualcosa di completamente diverso dal preesistente, come se si risolvesse in sé stesso, cercando sì relazioni, ma non di tipo formale. Il progetto vincitore pare quasi evadere il confronto diretto con l’opera al fine di isolare l’unicità della cosa, focalizzandosi sull’oggetto, il che invero spesso accade in Ticino. Ciò ha differenziato significativamente il progetto vincitore dagli altri progetti in concorso, che si sono caratterizzati o per confronti e risposte architettoniche molto presenti (questo per quanto riguarda segnatamente il progetto classificatosi secondo) o per risposte all’opposto caratterizzate da approcci più minimali (ciò con particolare riferimento ai restanti tre progetti in concorso), ma forse meno adatti a misurarsi con un intervento di tale scala.

Concorso per Valorizzazione Rotonda Piazza Castello, Locarno al seguente link

 

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