Re­cen­sione a «Opere di in­geg­ne­ria sviz­zera – 2019/2020»

Un percorso narrativo che indaga con grande intelligenza critica il rapporto tra ingegneria e architettura senza mai evidenziarne il confine disciplinare, sulla base della convinzione che è la sintesi tra tecnologia ed estetica a caratterizzare le costruzioni migliori.

Date de publication
22-03-2021
Alberto Bologna
Architetto PhD, professore associato – Sapienza Università di Roma

Il terzo volume della serie Opere di ingegneria svizzera, prodotto per volontà della Società svizzera degli ingegneri e degli architetti (SIA) e dell'Unione svizzera degli studi consulenti d’ingegneria (usic) e curato da Clementine Hegner-van Rooden, si presenta come un catalogo ragionato di diciotto progetti completati nel 2019-2020 che sintetizzano, e hanno il merito di avere idealmente anticipato, i contenuti di due strumenti normativi entrati in vigore a gennaio 2021: le revisioni della Legge federale (LAPub) e dell’ordinanza (OAPub) sugli appalti pubblici. Come sottolinea Judit Solt nell’apertura del volume, «l’arte dell’ingegneria non è a buon mercato» e, grazie alla revisione della LAPub, «si potrà attuare il cambiamento di paradigma negli appalti pubblici per uno sviluppo sostenibile e per più concorrenza di qualità».

Sono proprio i concetti di sostenibilità ambientale e di qualità costruttiva a sintetizzare i diciannove criteri sulla base dei quali viene ora analizzata la vantaggiosità di progetti e offerte: l’aggiudicazione degli appalti non può più essere effettuata solo in base al criterio del prezzo complessivo più basso, ma deve seguire una valutazione d'insieme più ampia, capace di considerare la convenienza anche in termini sociali ed ecologici, oltre che economici.

Tuttavia, questo cambio di paradigma, seppur epocale sul piano normativo, può essere letto dagli osservatori stranieri come la logica conseguenza proprio di quella Baukultur che ormai tradizionalmente caratterizza il panorama elvetico dell’industria delle costruzioni. Avvalorano questa tesi la grande qualità dei progetti presentati nel volume, così come l’apparato critico formato da quattro saggi stilati a partire dall’accoppiamento di otto dei diciannove criteri individuati dalla LAPub e illustrati con ulteriori immagini di edifici, cantieri e interventi paesaggistici identificativi delle specifiche tematiche trattate.

Philippe Block e Martin Valier riflettono su innovazione e creatività: molto critico nei confronti della precedente LAPub, Block si esprime in maniera positiva sulla sua revisione «poiché criteri come la creatività sono valutati e sono alla pari con efficienza, economicità e sviluppo sostenibile». Le fotografie del cantiere della nuova sede della Swatch di Bienne che illustrano il saggio esprimono poi in maniera inequivocabile quelle «soluzioni creative e varianti innovative» evocate da Valier quali variabili imprescindibili per una giusta promozione della professione dell’ingegnere.

Il saggio di Damien Dreier, accompagnato dalle immagini della nuova sede del CIO di Losanna, mette l’accento su come praticità ed estetica siano sì due dei parametri enunciati nella revisione della LAPub, ma come questi caratterizzino da sempre la cultura progettuale dell’ingegnere, riportando a sostegno di questa sua condivisibile tesi il pensiero di Jean Résal e Paul Séjourné, costruttori a inizio Novecento di celebri ponti in acciaio e in muratura.

Presentata attraverso le fotografie della rinaturazione del fiume Alte Aare di Berna, l’intervista di Paul Knüsel a Susanne Kytzia ha l’obiettivo di illustrare come l’ingegneria svizzera si stia attivamente interessando all’ambiente e alle questioni ecologiche. Sviluppo sostenibile e attento uso delle risorse rappresentano dunque due principi imprescindibili negli odierni processi di progettazione, resi possibili anche grazie a specifici strumenti operativi quali lo Standard Costruzione Sostenibile Svizzera SNBS o lo Standard di sostenibilità SIA 112/2.

Infine, Cristina Zanini Barzaghi, in un saggio illustrato con le immagini del nuovo ponte sul Reno Posteriore a Reichenau, esprime alcune importanti considerazioni riguardo al rapporto tra Baukultur ed efficienza procedurale nei concorsi per le opere d’ingegneria civile.

Il percorso narrativo indaga dunque con grande intelligenza critica il rapporto tra ingegneria e architettura senza mai evidenziarne il confine disciplinare, concentrandosi anzi sui loro comuni denominatori, secondo il principio sottolineato ancora da Judit Solt, secondo il quale «non è il conflitto tra tecnologia ed estetica, ma la loro sintesi che da sempre caratterizza le costruzioni migliori».

Opere di ingegneria svizzera – 2019/2020
espazium – Edizioni per la cultura della costruzione, Zurigo 2020, vol. 3


Gli altri volumi della serie:


Opere di ingegneria svizzera – 2015/2016
espazium – Edizioni per la cultura della costruzione, Zurigo 2016, vol. 1


Opere di ingegneria svizzera – 2017/2018
espazium – Edizioni per la cultura della costruzione, Zurigo 2018, vol. 2

«Archi» 1/2021 può essere acquistato quiQui si può leggere l'editoriale con l'indice del numero.

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