Al di là dell’oriz­zonte, la città

In ricordo di Luigi Snozzi

Il 29 dicembre è morto Luigi Snozzi, un maestro dell’architettura ticinese, e maestro in due sensi: in quanto autore di opere magistrali, in cui i principi del moderno si fondono con una particolare capacità di lettura e investigazione del territorio, e in quanto insegnante di tanti progettisti che hanno seguito i suoi corsi in università e politecnici svizzeri e stranieri. Sono due dimensioni, la progettazione e l’insegnamento, che nel suo lavoro si sono saldate grazie alla rigorosa coerenza con cui opera e pensiero si rispecchiavano l’una nell’altro, generando progetti che erano immancabilmente esemplificazioni della sua visione. Lo testimoniano le opere d’urbanistica (la riqualifica di Monte Carasso, con i vari interventi realizzati nell’arco di una trentina d’anni), i progetti-manifesto (come quello per la ricostruzione di Braunschweig, in Germania, o per il Deltametropol in Olanda) e i numerosi edifici realizzati (come le iconiche casa Kalman e casa Bianchetti e, più di recente, lo Stabile amministrativo 3 a Bellinzona).

Luigi Snozzi era nato a Mendrisio nel 1932 e si è spento a causa del coronavirus.

Lo ricordiamo pubblicando i suoi aforismi (fondamenta del suo insegnamento), in memoria di un percorso che si è svolto all'insegna del suo grido di battaglia preferito: «Viva la resistenza!».

Date de publication
29-12-2020


Architetto occupati della forma in essa ritroverai l’uomo


Quando penso all’uomo penso allo sfruttato


Con l’architettura non fai la rivoluzione ma la rivoluzione non basta per fare architettura: l’uomo ha bisogno di tutte e due.


L’architettura nasce da bisogni reali, ma essa va al di là di essi: se vuoi scoprirla guarda le rovine


L’acquedotto vive al momento che ha cessato di portare l’acqua


La natura sopporta solo la verità, ma credo che questo l’abbia già detto Adolf Loos


Ogni intervento presuppone una distruzione… distruggi con senno


Un vero prato arriva fino al centro della terra


Niente è da inventare, tutto è da reinventare


L’architettura è vuoto, a te di definirlo


Quando progetti un sentiero, una stalla, una casa, un quartiere pensa sempre alla città


Grazie alle fatiche umane, la città contiene il fuoco dei vulcani, la sabbia del deserto, la giungla, la steppa, la flora e la fauna… tutta la natura


L’alpinista è felice in mezzo alle montagne perché sa che al di là dell’orizzonte c’è la città


Il marinaio è felice in mezzo al mare perché sa che al di là dell’orizzonte c’è la città


Fino a poco tempo fa gli insediamenti umani erano carte geologiche


Il progetto prima che strumento di trasformazione è strumento di conoscenza.


Un edificio comincia sempre dalle sue fondazioni


La varietà è il preludio alla monotonia: se vuoi evitarla ripeti il tuo elemento


Cerchi la flessibilità? Continua pure a costruire i tuoi muri di pietra


Quale dispendio di energia per ventilare, riscaldare, illuminare… quando basta una finestra


Quando nella città la segnaletica diventerà superflua sarai vicino alla soluzione


Quando costruisci una strada o un parcheggio non dimenticare che al volante c’è sempre un uomo


Il giorno in cui i laureandi non potranno più essere utilizzati dagli studi di architettura la scuola avrà fatto un grande passo in avanti


L’architettura si misura con l’occhio e il passo, il metro al geometra


Ma soprattutto la luce…

Per un profilo di Luigi Snozzi tra privato e pubblico rimandiamo al ricordo dell'amico Pietro Martinelli. Segnaliamo inoltre che il numero 9/2020 di «TEC21» rappresentava un omaggio a Luigi Snozzi, contenente anche un'intervista – qui in versione italiana – di Danielle Fischer e Hella Schindel.

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