Nuova LA­Pub

L’ago della bilancia segna la qualità

Il 1° gennaio 2021 entra in vigore la versione rivista della legge federale sugli appalti pubblici (LAPub). In futuro sarà dunque l’offerta più vantaggiosa – e non più quella maggiormente a buon mercato – ad aggiudicarsi l’appalto. Perché si concretizzi il cambio di paradigma verso una messa in concorrenza dove conta la qualità è tuttavia richiesto un contributo attivo da parte di ognuno di noi.

Date de publication
14-06-2020

Nell’estate 2019 le Camere federali hanno approvato la revisione della legge sugli appalti pubblici (LAPub), con due sole astensioni. In futuro, ad aggiudicarsi l’appalto saranno quindi le offerte più vantaggiose, non più quelle a buon mercato. Andrà inoltre verificata la plausibilità di una soluzione, soprattutto in caso di prezzi particolarmente bassi.

La nuova LAPub entrerà in vigore con l’inizio del 2021, ma affinché la «qualità venga prima del prezzo» e ciò valga in modo capillare è necessario un impegno comune. La SIA metterà a disposizione materiale informativo e illustrerà le opportunità che si presentano con l’entrata in vigore della nuova LAPub. Una prima misura in tal senso è già stata adottata in occasione della fiera Swissbau 2020, con la conferenza «Neue Chancen für Planende und Auftraggebende im veränderten regulatorischen Umfeld» (opportunità per mandatari e mandanti, in presenza di un nuovo quadro giuridico). Alla tavola rotonda, dopo il discorso introduttivo di Michel Kaeppeli, co-responsabile della divisione Norme presso la SIA, hanno preso la parola Werner Binotto, a capo del servizio cantonale delle costruzioni del Cantone di San Gallo; Michel Bohren, presidente della Direzione del CRB; Erich Offermann, architetto e presidente della Commissione centrale dei regolamenti SIA, come pure Marc Steiner, giudice del Tribunale amministrativo federale. I relatori hanno discusso animatamente attorno a una questione cruciale: quali sono le premesse fondamentali affinché tale cambio di paradigma possa concretizzarsi?

Le novità

Da alcuni anni, si osserva a livello internazionale che il settore degli appalti sta evolvendo sempre più verso una maggiore ponderazione del fattore qualità. Si fa largo un dato di fatto: una messa in concorrenza che tiene conto unicamente del fattore prezzo conduce a risultati insoddisfacenti. In tal senso la revisione della LAPub va intesa anche come la risposta alle aspettative manifestate dalla collettività. Ciò tanto più se si pensa che il cosiddetto cambio di paradigma verso una maggiore qualità non si fa per vie traverse, bensì, e sin dall’inizio, sul piano legislativo. La legge riporta una lunga lista di criteri qualitativi che, oltre a quello del prezzo, giocano un ruolo decisivo nell’aggiudicazione di un mandato. Si annoverano i costi legati al ciclo di vita dell’opera, la sostenibilità, l’innovazione, l’estetica e l’utilità, tutte caratteristiche con cui il legislatore delimita il quadro giuridico. I servizi di aggiudicazione dispongono così di paletti chiari, in base ai quali definire le condizioni di una gara d’appalto e i criteri di aggiudicazione. E fin qui tutto bene. Ci sono però due nodi, per nulla irrilevanti, che potrebbero venire al pettine dei progettisti. Innanzitutto, mettere a confronto prestazioni intellettuali non è una scienza esatta. In secondo luogo, la legge federale sugli appalti pubblici regola la procedura sul fronte dei mandanti, ma non dei mandatari chiamati a fornire prestazioni di qualità.

Coinvolgere gli attori

Bisogna ora riflettere su un punto: che cosa ci vuole affinché, a partire dal 2021, si possa fare veramente un passo in una nuova era? Marc Steiner ricorda che la cosa più importante è che le associazioni comprendano che è proprio ora che inizia la partita. La legge non obbliga radicalmente al rispetto dei principi di sostenibilità, fissa solo i margini di manovra. Se vogliamo che la cultura degli appalti cambi davvero, bisogna sedersi allo stesso tavolo dei grandi committenti e dire loro: «Adesso voglio proprio vedere come mettete in atto questo nuovo testo legislativo!».

I quattro relatori si sono tutti trovati d’accordo su un provvedimento: è imperativo dialogare con tutte le parti coinvolte. Erich Offermann ha aggiunto: «I progettisti devono essere in prima linea e impegnarsi, attraverso il dialogo, a far cambiare vedute a chi di competenza. Non avverrà dall’oggi al domani. Insomma, non è una rivoluzione, bensì un’evoluzione».

Anche Werner Binotto si batte affinché mandanti e mandatari si riavvicinino, anche per quanto concerne la stima reciproca. Da soli, i progettisti non possono far sì che il cambio di paradigma avvenga. I committenti devono condividere la loro stessa idea di cultura della costruzione, basata su criteri qualitativi. Benché si imponga una più stretta collaborazione con gli imprenditori, si fa largo allo stesso tempo un grande potenziale. Occorreranno tuttavia più pragmatismo e chiarezza nel progettare un’opera in modo più semplice, evitando cioè di gestire la complessità di un progetto come un segmento di mercato.

Valori chiari, definiti e misurabili

Su un altro punto i partecipanti alla tavola rotonda concordano: le parole da sole non bastano. Erich Offermann, presidente della Commissione centrale dei regolamenti, chiede che la SIA venga coinvolta e prepari la strada, fungendo da pioniera e mettendo a punto un metodo con cui comprovare la qualità di un progetto. In effetti, difendere a spada tratta l’aspetto della sostenibilità e aspirarvi è una cosa, l’altra è dimostrare che ciò è concretamente possibile. Marc Steiner esige maggiore professionalizzazione, sui due fronti. Con l’aumentare dei criteri qualitativi da valutare, si impone una maggiore preparazione, una solida formazione. Ma come rispettare il criterio della sostenibilità, senza tuttavia far esplodere i costi? Michel Bohren risponde sulla stessa linea degli altri relatori, ma mette in luce le opportunità offerte dalla digitalizzazione, poiché anche questo è un aspetto che fa parte della sostenibilità. Bisogna garantire trasparenza e confrontabilità. E aggiunge in modo risoluto: «Dobbiamo smetterla di parlare di sostenibilità, adesso è ora di esigerla a chiare lettere!». È insomma tempo di «definire chiaramente i valori» per dirla con le parole di Werner Binotto.

Unicità e coraggio

Durante la tavola rotonda si è menzionato un altro aspetto che potremmo riassumere con il termine «auto-efficacia». Secondo Wikipedia, in psicologia il concetto va inteso come la convinzione individuale di riuscire a gestire con successo, e contando sulle proprie forze, le situazioni difficili e le sfide che si presentano sul cammino. Michel Bohren invita a un maggior senso di responsabilità individuale, esortando i progettisti a profilarsi traendo profitto dalle innovazioni, facendo valere la propria unicità e mettendo a fuoco ciascuno il proprio profilo. Fra le parole chiave del dibattito vi è anche «innovazione», termine menzionato anche da Offermann nella sua appassionata perorazione, in cui, rivolgendosi a tutti gli attori coinvolti, ha esortato: «Dobbiamo tutti dare prova di coraggio. Per me il coraggio è ben più importante dell’innovazione. Prima di essere innovativi dobbiamo essere coraggiosi. Per un progettista coraggio significa esigere una remunerazione adeguata alla prestazione fornita, mettere la qualità al primo posto e non il prezzo. Ciò sapendo che, nell’ambito della nuova LAPub, la qualità delle prestazioni fornite avrà il giusto valore e confidando nel fatto che così sarà anche possibile aggiudicarsi un mandato, non giocando al ribasso.

Avviata la revisione dei regolamenti SIA

Gli approcci discussi vanno considerati come linee generali. Ciò che per un progettista può rivelarsi la chiave del successo, forse per un altro non si presenta come una via percorribile. Anche qui, come spesso è il caso, ci vorrà insomma del tempo, e tanto mandanti quanto mandatari dovranno fare le loro esperienze. Un aspetto che d’altronde anche Michel Kaeppeli ha sottolineato in apertura: «Con l’esperienza andremo acquistando via via sempre più sicurezza e queste forme di aggiudicazione basate sul principio della sostenibilità diventeranno parte del nostro quotidiano. Ci vorranno pazienza e perseveranza, ma ne varrà la pena!».

La SIA ha dato il via alla revisione ordinaria dei propri regolamenti che sarà attuata tenendo conto delle nuove disposizioni fissate. Basterà attenersi rigorosamente ai regolamenti SIA per soddisfare, almeno in buona parte, i criteri definiti dalla LAPub. Potremmo dire, in altre parole, che la nuova LAPub rafforza gli RPO e gli RPO ne garantiscono l’applicazione. Si sono ormai poste le basi per mettere un punto finale al diktat del basso costo. Si apre dunque la strada al ritorno e al concretizzarsi di procedure di aggiudicazione rivolte sì al successo, ma sul lungo periodo.

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