Re­te don­na e SIA: vent’an­ni all’in­segna del­la po­li­va­len­za

La Rete donna e SIA nasce nel 2004, su iniziativa di un gruppo di progettiste della Svizzera tedesca e francese, con l’obiettivo di consolidare la visibilità, la rappresentanza e le competenze delle donne nel settore della progettazione e della costruzione. Quest’anno la Rete festeggia il suo 20° anniversario: vent’anni di attività all’insegna della polivalenza, con diversi alti e bassi, ma nel complesso soddisfacenti.

Publikationsdatum
10-07-2024
Alexa Bodammer
ing. dipl. MA, Architettura e Sviluppo territoriale, docente e responsabile di progetto, copresidente Rete donna e SIA
Paola di Romano
arch. dipl., titolare dello studio PdR architects, copresidente della Rete donna e SIA

Da quando è stata costituita, vent’anni fa, la Rete donna e SIA, brilla di una luce tutta sua all’interno dell’universo SIA. Fa parte integrante della SIA e porta avanti il proprio impegno con piena libertà di azione. In veste di organo di riflessione della SIA per le questioni di genere e di diversità, la sua missione è quella di promuovere il ruolo della donna all’interno dell’associazione, così come nel settore della progettazione e della costruzione. Tra gli obiettivi posti vi è anche quello di fare networking tra le donne attive professionalmente e rappresentarne gli interessi.

Lotta contro la discriminazione

La quotidianità professionale delle donne che lavorano nel settore è impegnativa, e lo dimostra un sondaggio effettuato di recente in seno alla Rete, in merito alle esperienze discriminanti vissute nel settore della costruzione. Dal sondaggio condotto, che ha raccolto un’ampia partecipazione, è emerso un risultato allarmante. Si evince che le ingegnere e le architette sono spesso vittime o testimoni di discriminazioni in vari ambiti: dalla comunicazione alle opportunità di carriera, molestie sessuali comprese. È una situazione inaccettabile, né per le donne, né per il settore (dove la manodopera qualificata continua a mancare), né per l’intera collettività. Ecco perché la Rete donna e SIA, affiancata dalla stessa SIA, si batte attivamente contro il problema della discriminazione, proponendo offerte di consulenza, mentoring e formazione. Inoltre, in futuro, un regolare rilevamento dati potrà rappresentare un importante strumento per raccogliere informazioni affidabili, per quanto concerne le pari opportunità e la diversità.

Più donne in posizioni di responsabilità

Vent’anni di impegno e nulla è cambiato? Assolutamente no. Il cambiamento sociale è visibile e tangibile: sempre più spesso, e non soltanto negli studi di progettazione, le persone sono pronte a dedicare tempo prezioso della propria vita alla professione, solo se in cambio ricevono riconoscimento, condizioni di lavoro che permettano una vita sana e valori aggiunti garantiti sul piano personale e collettivo. La passione di per sé non basta (più). Si richiede un’etica professionale che consideri le progettiste e i progettisti in quanto esseri umani capaci di dare forma all’ambiente di vita. Dall’artigianato alla commercializzazione, non si tollera più l’esistenza di condizioni di sfruttamento o di pericolo. A livello sociale si denota già un’evoluzione a tale proposito, ma in questi tempi politicamente turbolenti, è solo un timido cambiamento. Insomma, c’è ancora molto margine di miglioramento.

D’altro canto, anche le strutture della SIA e i compiti che il settore della costruzione è chiamato ad assumersi sono in piena trasformazione. Alla SIA, come in altre istituzioni, si percepisce un cambio di paradigma. Le donne stanno assumendo sempre più responsabilità all’interno delle organizzazioni o rivestono posizioni dirigenziali. Ora, in seno alla Società, c’è una forte presenza femminile, non soltanto è stata eletta una donna in veste di presidente, anche nel Comitato e all’interno della Direzione le donne sono ben rappresentate. Anche la Federazione architette e architetti svizzeri (FAS) ha eletto due donne in veste di copresidenti. Gli studi di progettazione condotti dalle donne stanno ottenendo sempre più visibilità. Ma non solo: anche in Città, Comuni e Cantoni, sempre più donne occupano posizioni di responsabilità nelle divisioni delle costruzioni, dell’ambiente e dello sviluppo territoriale. Si tratta di un progresso lodevole e degno di nota, ma siamo ancora lungi dal poter affermare una situazione di piena parità.

Un impegno da portare avanti

Al contempo, il settore della progettazione e della costruzione deve chiedersi quanto siano sostenibili, significativi e accettabili, a livello sociale, i propri metodi di lavoro e prodotti. In questi ultimi decenni, i compiti che il settore è chiamato a svolgere sono cambiati, sotto diversi aspetti. Oggi i processi sono organizzati in modo diverso, gli obiettivi vengono adattati, le discipline collaborano in modo organico, utilizzando la tecnologia. I programmi di progettazione e costruzione si sono fatti più complessi. Le procedure di garanzia della qualità basate sulla partecipazione sono ormai diventate indispensabili per tenere conto con successo di tutti i molteplici interessi in gioco. Si tratta di traguardi importanti, un impegno che bisogna continuare a portare avanti. Tuttavia, gli effetti positivi che tali traguardi hanno sulle pari opportunità e sulla diversità nel settore sono ancora messi in discussione e non hanno fatto completamente presa su larga scala. La Rete donna e SIA desidera trarre profitto da questo momento di cambiamento e accompagnare il processo con spirito critico, vuole contribuire a fissare sul lungo periodo i risultati raggiunti e portare avanti l’impegno nella lotta contro l’esclusione e la discriminazione, due argomenti che, purtroppo, non perdono di attualità. I temi che stanno a cuore alla Rete donna e SIA restano pertanto più urgenti che mai: è essenziale impedire le discriminazioni di genere, siano esse dirette o indirette, ad esempio attraverso le condizioni di lavoro. È tempo di dire basta al soffitto di vetro, alle disparità salariali e alla mancanza di rappresentanza nei gremi e negli organi con potere decisionale. Se il settore vuole poter continuare ad annoverare una buona rappresentanza femminile, se vuole continuare a promuovere le donne e a beneficiare delle loro competenze, tutti questi aspetti devono cambiare. «Ci impegniamo a favore della diversità e dell’uguaglianza, perché ciò va a vantaggio del nostro ambiente di lavoro e di vita. Tale è, e resta, la missione della Rete donna e SIA», queste le parole della Rete.

Secondo il proprio Statuto, la Rete donna e SIA è un gruppo facilmente accessibile, organizzato democraticamente, che si impegna per promuovere il networking tra le donne che fanno parte della SIA. Al contempo però la Rete non ha alcun rappresentante che partecipi in veste di delegato, vi è quindi il rischio che, all’interno della Società, non venga consultata per tutte le questioni importanti che riguardano la parità di genere e la diversità. Per ovviare a tale situazione, la Rete porta avanti il proprio impegno su più fronti: a livello locale, all’interno dei gruppi regionali, e in un contesto più ampio, in seno al comitato nazionale. Essa offre così alle donne un forum che risponde a un’esigenza attuale. In vent’anni, la Rete donna e SIA è passata da dieci a 600 membri, e la tendenza lascia presagire che tale numero sia destinato a crescere. frau [at] sia.ch (frau[at]sia[dot]ch)

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