Una ca­sa or­meg­gia­ta sul La­go Mag­gio­re

In questa casa di vacanze progettata da Conradin Clavuot a San Nazzaro tutti i topoi del mito del lago sono presenti: la promessa di una vita spensierata sotto il sole meridionale, la vegetazione lussureggiante dai colori vibranti che invade il giardino e un rifugio confortevole e sicuro dove godersi il panorama.

Publikationsdatum
03-03-2015
Revision
08-10-2015

Vacanze ticinesi. Miraggio per chi arriva dal freddo del nord guidato da una tradizione culturale di cui il Lago Maggiore è enclave privilegiata. Questo «microcosmo paradisiaco» si è storicamente configurato tra fine Ottocento e i primi decenni del Novecento tramite le diversificate esperienze di «riforma della vita» che – nelle sue tante declinazioni – trovano il proprio punto focale al Monte Verità di Ascona, sostenendo il distacco dalla città tramite un rinnovato avvicinamento alla natura. Ideologia antiurbana rilanciata con successo già dalla metà degli anni Venti quando si registrano le prime manifestazioni del turismo d’élite che risveglierà il fenomeno della villeggiatura nei monti e laghi sudalpini.

La casa di vacanze progettata da Conradin Clavuot a San Nazzaro è costruita appena sotto la strada principale e confina con il lido del paese. Non è la prima volta che Clavuot – professionalmente attivo a Coira dove ha fondato il suo studio dopo la laurea all’ETH di Zurigo nel 1988, esponente di spicco di una generazione che nell’ultimo ventennio ha reso nota a livello internazionale l’architettura del Canton Grigioni – si misura con il fluire dell’acqua. Già nel suo intervento di conservazione ambientale, realizzato nel 2009 a Churwalden dopo un’alluvione, l’approccio era stato quello di assumere questo elemento naturale come un dato progettuale. Attento alla tutela quotidiana del territorio e del paesaggio di montagna perché profondo conoscitore dei suoi limiti, attraverso l’immediatezza del suo operare e con la sensibilità che contraddistingue il suo lavoro, cambia il corso del fiume ascoltando il suono dell’acqua, ricreando così artificialmente le condizioni naturali del luogo.

In questo caso invece, le fluttuazioni del livello dell’acqua e le frequenti inondazioni del Lago Maggiore vanno accettate come un dato oggettivo da registrare nel programma stesso della casa, innalzata su di una piattaforma in cemento armato che permette il libero movimento delle esondazioni. Questo deciso gesto progettuale libera completamente il terreno configurando – tramite il rafforzamento del muro di cinta in pietra già esistente – un ampio giardino ombreggiato, articolato sulla riva da un pergolato e da una rampa che definiscono il suo rapporto con l’acqua. La scala d’accesso si sviluppa lateralmente, scandisce gli ingressi ai diversi livelli e culmina nel molotrampolino.

Concepita come una chiglia di legno ormeggiata sul litorale, l’abitazione vera e propria si adagia sul paesaggio aprendosi con totale trasparenza verso l’esterno. La perizia dimostrata da Clavuot nel disegno dei serramenti in legno che definiscono la scatola esterna trova due antecedenti avvincenti nella scuola e sala polivalente a St. Peter (1998) e nella successiva casa Dado a Flims (2011), entrambi nel Canton Grigioni, in cui egli sperimenta le diverse possibilità di un materiale caratteristico dell’edilizia locale cercando una rielaborazione innovativa di tecniche artigianali antiche e consolidate.

La planimetria della casa Kuoni organizza le funzioni attorno a un nucleo di servizio. II soggiorno si apre verso il terrazzo mentre le camere si allineano perimetralmente intorno a nicchie-guardaroba trattate come mobili che enfatizzano la continuità visuale. Tutti gli ambienti sono completamente rivestiti da una morbida impiallacciatura in legno laccato che – insieme a delle tende morbide e delicate – crea un’atmosfera particolarmente confortevole e luminosa: è questo il cuore soffice di un guscio protettivo di calcestruzzo e acciaio, duro e ruvido, che sfida le inclemenze del tempo.

Nota
Leggi anche «Il prezzo della bellezza»

Casa Kuoni a San Nazzaro: Via Cantonale 66, CH-6575 San Nazzaro, Canton Ticino

Committente: Martina Kuoni; Berna

Architettura: Conradin Clavuot; Coira Capoprogetto T. Zeller

Direzione Lavori: Giorgio Ambroseti, ams Architetti; Bellinzona

Ingegnere: Pérez Bauingenieure; Bonaduz

Fotografia: Ralph Feiner; Malans

Date: progetto 2011, realizzazione 2011-2012

Magazine

Verwandte Beiträge