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Anche i quartieri residenziali esistenti si possono riunire in comunità di autoconsumo. In Ticino, un esperimento ha avuto molto successo e si stanno realizzando altri progetti.

Publikationsdatum
02-12-2022

Chiedere non costa nulla: tre anni fa il comune di Capriasca, a nord di Lugano, ha costruito una nuova scuola dell’infanzia con un tetto solare da 30 kWp. Durante le lunghe vacanze estive l’impianto fotovoltaico produce una quantità notevole di energia, e le autorità hanno quindi cercato clienti nel quartiere. La convocazione di un’assemblea ad hoc è stata accolta con grande favore: tutti i 18 proprietari delle case unifamiliari della zona si sono mostrati interessati all’energia proveniente dalla vicina fonte. Successivamente l’Azienda Elettrica di Massagno AEM ha curato la costituzione di un Raggruppamento ai fini del consumo proprio (RCP). Questo, oltre a scambiare la produzione fotovoltaica del tetto della scuola, integra altri sei impianti solari del quartiere, con una potenza complessiva di 72 kWp.

Ma l’AEM voleva di più: ha scelto la Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana SUPSI come partner scientifico per lo studio degli aspetti tecnici, economici e sociali. Il raggruppamento per l’autoconsumo «Lugaggia Innovation Community» (LIC) è stato aggiornato nelle sue dotazioni tecnologiche, con una batteria di quartiere (60 kWh) e con un meccanismo di controllo del commercio interno di elettricità basato su blockchain. Il progetto pilota e di dimostrazione ticinese ha avuto il sostegno dell’Ufficio federale dell’energia dal 2019 al 2021.

Il rcp alleggerisce la rete di distribuzione

Alla fine del progetto RCP, il bilancio è positivo. L’autoconsumo è aumentato in misura significativa, come dimostra quella parte della produzione fotovoltaica che rimane una volta detratto il fabbisogno delle utenze domestiche e della scuola. Senza un’organizzazione di autoconsumo, questo surplus si aggira sul 70-80 %. Ora, grazie alla batteria e a una gestione del carico che ottimizza il funzionamento delle pompe di calore e dei boiler elettrici, viene utilizzato prevalentemente sul posto. Secondo i rilevamenti scientifici, l’autoconsumo può arrivare a una quota del 94 %, alla quale contribuisce in ampia misura lo stoccaggio. Questo è vantaggioso per gli utenti e per l’azienda AEM: «Un alto autoconsumo alleggerisce la rete di distribuzione locale», spiega il prof. Vasco Medici, che ha partecipato al progetto per conto della SUPSI. Incrementando la produzione di energia fotovoltaica, ad esempio con altri impianti solari nel quartiere, la batteria di accumulo verrebbe sfruttata ancora meglio.

Il progetto ha fornito anche indicazioni di carattere economico. L’uso dell’energia solare autoprodotta è molto redditizio per i partecipanti al RCP. Le utenze domestiche RCP ricevono l’energia al costo medio di 16 cent./kWh (a fronte di 21 cts./kWh fuori RCP), con un risparmio annuo tra i 50 e i 150 CHF. Gli operatori di impianti fotovoltaici all’interno del RCP possono inoltre vendere la propria energia entro il RCP stesso a prezzi migliori rispetto alla azienda elettrica locale. Ancora, il RCP di Lugaggia beneficia del fatto che l’AEM ha potuto finanziare esternamente, nell’ambito del progetto pilota, il sistema di accumulo del quartiere. Se l’ammortamento fosse dovuto passare per l’organizzazione RCP, il risultato sarebbe stato meno conveniente: a fronte di un costo di 45 000 CHF e di una durata teorica di dieci anni, la batteria di accumulo costa dai 30 ai 40 centesimi per kWh in più. L’elettricità RCP con batteria costerebbe quindi più dell’energia proveniente dalla rete di distribuzione pubblica.

Per il fornitore di energia AEM un RCP come quello di Lugaggia non è conveniente. Permette di risparmiare futuri interventi di ampliamento dell’infrastruttura di rete locale, ma si tratta di un effetto visibile solo a medio termine. A breve termine, però, l’AEM prevede un guadagno inferiore alla mancata vendita di energia. Ciononostante l’azienda elettrica ticinese già progetta altri quartieri RCP nella propria zona di distribuzione: in questo modo si prepara a medio termine, per il momento in cui la produzione fotovoltaica decentrata si estenderà: «È anche un modo per esplorare nuovi campi di attività con servizi innovativi», dice Daniele Farrace, Chief Innovation Officer dell’AEM.

Con elementi tratti da un testo di Benedikt Vogel, per l’Ufficio federale dell’energia (UFE)

Con il sostegno di SvizzeraEnergia e Wüest Partner espazium – Edizioni per la cultura della costruzione ha pubblicato:
 

Nr. 1/2018 «Immobili ed energia: Strategie per l'immobiliare – guida per investitori istituzionali»

 

Nr. 2/2019 «Immobili ed energia: Strategie per il collegamento in rete»

 

Nr. 3/2020 «Immobili ed energia: Strategie di trasformazione»

 

Nr. 4/2021 «Immobili ed energia: Su percorsi comuni con l’elettromobilità»

 

Nr. 5/2022 «Strategie del consumo proprio»

Gli articoli del ciclo «Immobili ed energia» sono raccolti in questo e-dossier.

 

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