Im­mo­bi­li sos­teni­bi­li: una ram­pa di lan­cio

Il mondo della finanza è alla ricerca del «green deal» e scopre l'edilizia sostenibile. Banche e assicurazioni procedono su un doppio binario: per le loro sedi scelgono edifici a basso impatto climatico e per gli investimenti esterni cercano immobili dello stesso tipo, perché il business appare meno rischioso.

Publikationsdatum
05-10-2020

Crisi del clima ed emergenza climatica, zero emissioni nette e società a 2000 Watt: gli obiettivi per cui la giovane generazione dei Fridays for Future scende in piazza e per i quali la politica è protagonista di un controverso dibattito, trovano risonanza anche in luoghi più ­discreti. Ai piani alti, i grandi protagonisti della finanza riflettono sempre più spesso su un futuro che sia rispettoso del clima. Assicurazioni, banche e casse pensioni lo scorso autunno hanno addirittura fondato un'alleanza globale per il clima. La «Net-Zero Asset Owner Alliance», patrocinata dalle Nazioni Unite, si propone di contribuire alla decarbonizzazione dell'economia e soprattutto a investire denaro laddove le emissioni di CO2 devono essere ridotte a zero entro il 2050. Tra i climate investor della prima ora ci sono due aziende svizzere, la società di riassicurazione SwissRe e la compagnia di assicurazione Zurich.

Il caso vuole che i due gruppi, già a cavallo del XIX e del XX secolo, risedessero proprio uno accanto all’altro sul Lago di Zurigo, e di certo non si sono accordati nel momento in cui hanno deciso di procedere all’ampliamento e alla densificazione delle rispettive sedi centrali sul Mythenquai. In queste grandi riqualificazioni si riconoscono tipologie e modalità ascrivibili alle attuali tendenze architettoniche e all’impegno comune nel confronti del clima. Entrambi i gruppi assicurativi presentano costruzioni in vetro brillanti e sfavillanti, uno spettacolo per gli occhi. Gli ultracentenari palazzi in pietra di fine Ottocento sono stati adeguati alle attuali esigenze di comfort ed ergonomia, con un impiego delle risorse il più possibile parsimonioso.

Energia senza combustibili fossili

La «Zurich» persegue ben tre standard di sostenibilità: il nuovo immobile e la parte storica puntano alla certificazione con i marchi nazionali Minergie-P-Eco e «Area 2000 Watt» e con il loro omologo statunitense Leed. Quale fonte energetica principale per il riscaldamento e il raffrescamento dell’edificio è stata scelta l’acqua del lago, rinunciando ai combustibili fossili. Questa variante di approvvigionamento locale e rinnovabile è stata scelta anche dalla vicina SwissRe, che è ugualmente intenzionata a trasformare la sua sede in linea con i criteri della «società a 2000 Watt». Questo, però, richiede una notevole riduzione dell’impatto degli otto immobili che ospitano gli uffici nelle categorie costruzione, gestione e mobilità del personale. La ristrutturazione della sede centrale di SwissRe è concepita in modo tale da soddisfare severi requisiti in termini di efficienza energetica, collegamento ai mezzi di trasporto pubblici, impiego di materiali sostenibili e benessere degli utenti.

L'obiettivo di questi sforzi non è un «greenwashing». «L’applicazione di standard ecologici per i nostri edifici e i nostri siti è un elemento della nostra strategia di creazione del valore aggiunto a lungo termine», conferma Claudia Bolli, Head Responsible Investing del Gruppo SwissRe. Gli immobili d'investimento o ad uso proprio vengono esaminati in funzione di specifici e noti criteri di sostenibilità.

La categoria d’investimento preferita

In tema di ecologia, il quartiere Südquai di Zurigo ha un grande potenziale e si confronta con alcuni siti anche più ambiziosi. Ciò che esprime nella più importante area finanziaria della Svizzera, però, lo fa apparire ben posizionato e unico nel suo genere: gli investitori istituzionali apprezzano il tema della sostenibilità e scoprono il valore degli immobili «verdi». «Con una quota del 24,2 % sono la categoria preferita per gli investimenti sostenibili in Svizzera», come conferma uno studio dell'associazione di settore Swiss Sustainable Finance.1

Le stime relative al totale degli investimenti sono ben al di sotto dei 10 miliardi di franchi; neanche un immobile su dieci tra quelli delle casse pensioni, pertanto, può essere definito sostenibile. Ma continuano ad aggiungersene altri. Gli economisti della SUP di Lucerna ritengono addirittura che questa categoria di immobili sia la rampa d’accesso ideale per la strategia d’investimento a lungo termine. Qui sono gli stessi investitori a poter influire sulla qualità della protezione del clima e al contempo su come debba essere aumentato il valore del capitale investito (si legga l'intervista a Christoph König di SwissCanto), spiega il Luzerner Institut für Finanzdienstleistungen in un rapporto aggiornato sul settore.2 Un vantaggio determinante consiste nella possibilità di verificare direttamente il successo degli interventi previsti.

Minimizzare il rischio

Gli investimenti nell'edilizia sostenibile sono opportuni anche per altri motivi. A questo proposito, gli analisti finanziari dell'agenzia di rating zurighese Inrate3 parlano di responsabilità sociale e minimizzazione del rischio. Nel business immobiliare gli investitori non possono ignorare a lungo i rischi normativi e quelli per la propria reputazione. Vengono invece considerati attivamente la strategia energetica della Confederazione o l’Accordo sul clima di Parigi.

Tuttavia, si deve ancora chiarire cosa possa fare in tal senso il settore finanziario. Dato che manca un consenso a un livello più alto, nessuno sa esattamente come debba presentarsi un investimento immobiliare sostenibile e negoziabile. Il settore dell'edilizia si fregia infatti di una serie di marchi per gli immobili (si veda il box Supporto reciproco tra standard edilizi), ma questi ultimi spaventano molti investitori per il loro grado di dettaglio. Perciò il settore finanziario preferisce attualmente sviluppare propri strumenti di valutazione, come il «Global Real Estate Sustainability Benchmark GRESB» o le «Sustainability Reporting Guidelines» a livello europeo. Anche l’Associazione svizzera degli istituti di previdenza mette già a disposizione una guida alla sostenibilità, mentre alcuni offerenti di fondi hanno sviluppato autonomamente uno strumento di rating di questo tipo.

Test di compatibilità climatica

Un comune denominatore importante è costituito dal modello ESG, che fornisce standard climatici e ambientali (Environmental), sociali (Social) e di Go­vernance i quali vanno ad ampliare i principi decisionali, in precedenza orientati unicamente su criteri finanziari (cfr. immagine 1).

A questo proposito, la politica ha alzato la soglia di attenzione: l’Ufficio federale dell'ambiente promuove l’iniziativa autonoma del settore degli investimenti e ­offre a tutte le casse pensioni, le compagnie di assicurazione, le banche e i gestori di patrimoni un test di compatibilità climatica per i rispettivi portafogli immobiliari (si veda il box La Confederazione cerca investitori desiderosi di impegnarsi su base volontaria).4 L’Unione Europea ha fatto un ulteriore passo avanti: all’inizio dell'anno, ­infatti, ha presentato una ­tassonomia unificata, secondo cui un investimento può essere considerato «ecologicamente sostenibile» solo se attenua i mutamenti climatici e rispetta standard sociali ­minimi. Questa misura è concepita come parte del pacchetto del «Green Deal» europeo, che entro il 2050 intende fare dell’Europa il primo continente a impatto climatico zero.

 

Fonti ed informazioni supplementari

  1. Swiss Sustainable Investment Market Study, Swiss Sustainable Finance, UZH 2019.
  2. IFZ Sustainable Investments Studie, Differenzierung nachhaltiger Anlagen bei Investoren, IFZ HSLU 2018.
  3. Sector Analysis: Housing; Inrate 2019.
  4. «Éclairage sur la cohérence climatique du portefeuilles des assureurs et des caisses de pension suisses», OFEN 2017.

Sostenibilità nel settore finanziario svizzero; Analisi sistematica e posizionamento incentrati su aspetti ambientali, Rapporto del Consiglio federale 2020.

Con il sostegno di SvizzeraEnergia espazium – Edizioni per la cultura della costruzione ha pubblicato:

Nr. 1/2018 «Immobili ed energia: Strategie per l'immobiliare – guida per investitori istituzionali»

Nr. 2/2019 «Immobili ed energia: Strategie per il collegamento in rete»


Nr. 3/2020 «Immobili ed energia: Strategie di trasformazione»

Gli articoli del ciclo «Immobili ed energia» sono raccolti in questo e-dossier.

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