In­ches Ge­le­ta Ar­chi­tet­ti. Rea­liz­za­zio­ni in Ti­ci­no

I primi lavori di Inches Geleta Architetti mostrano come il desiderio di creatività della nuova generazione di architetti possa dialogare in maniera intelligente e misurata con la storia. Attraverso il confronto con il tessuto costruito e le proprietà morfologiche del paesaggio, gli architetti mettono in valore lo spazio della memoria collettiva.

Publikationsdatum
25-10-2017
Revision
24-01-2019

Matteo Inches e Nastasja Geleta

Matteo Inches (Brescia, 1984) è un architetto svizzero italiano. Dopo essersi diplomato all’Accademia di architettura di Mendrisio, lavora per due anni presso Buzzi e Buzzi architetti, prima di iniziare la propria attività indipendente; dal 2013, è collaboratore scientifico presso il Dipartimento del Territorio del Cantone Ticino. Nastasja Geleta (Rheine, Germania, 1984) cresce fra Perth e Brisbane, in Australia, e nel 2009 si trasferisce in Ticino, dove ottiene il diploma di architetto d’interni presso la Scuola universitaria professionale Svizzera italiana (SUPSI); dal 2014 è partner di studio inches architettura, entro fine 2017 diventerà co-titolare del nuovo studio Inches Geleta Architetti.

I nuclei storici ticinesi come campo di ricerca

Lo studio, che ha sede a Locarno, ha avuto occasione di farsi conoscere recentemente a livello nazionale, partecipando a due eventi di rilievo: l’esposizione collettiva Schweizweit. Architettura recente in Svizzera, organizzata nel 2016 dal Museo svizzero d’architettura (SAM) di Basilea e lo Swiss Art Award 2017, dove ha utilizzato come medium espositivo l’installazione di una fotografia della casa Rezzonico, realizzata a Vogorno nel 1985 dall’architetto Livio Vacchini.

Sul tetto piano della casa, trasformazione di un rustico esistente, Vacchini colloca due tetti tradizionali a falde in piode, puramente decorativi, come risposta alle imposizioni del regolamento edilizio locale. L’immagine sembra cristallizzare al meglio i confini territoriali e le ambizioni intellettuali della ricerca di Inches Geleta Architetti, le cui prime realizzazioni riguardano la ristrutturazione di edifici situati all’interno di nuclei storici in Ticino.

I progetti sono accomunati da alcuni elementi ricorrenti: i vincoli edilizi conservativi dei villaggi, che non consentono di modificare le aperture esistenti, i materiali e la tipologia del tetto, diventano materiale espressivo e sono manipolati per evocare il paesaggio e le architetture vernacolari. Negli spazi interni, svuotati e ricostruiti, gli architetti creano nuove relazioni con il contesto e atmosfere contemporanee, attraverso concetti compositivi chiari e sensibilità nella cura dei dettagli costruttivi.

Trasformazioni. Una selezione di progetti di Inches Geleta Architetti

Per la Fondazione Museo MeCrì nel nucleo Mondacce a Minusio, dopo aver inizialmente ristrutturato un’abitazione rurale, Inches Geleta Architetti ha concepito il nuovo padiglione espositivo come una capanna arcaica: i muri in calcestruzzo lavato delimitano la corte interna e lo spazio espositivo in armonia con i muri di cinta esistenti; il tetto a due falde, rivestito con lastre orizzontali di gneiss della vicina Vallemaggia, richiama i tetti in piode degli insediamenti vicini.

Per un ulteriore approfondimento sul Museo MeCrì consigliamo la lettura dell'articolo pubblicato nel numero 1/2016 di Archi.

Nel nucleo storico di Vacallo, l’involucro della torretta a pianta quadrata di casa Rizza è rimasto invariato: all’interno, le nuove solette in calcestruzzo a vista enfatizzano la verticalità spaziale e il carattere strutturale d’irrigidimento; i serramenti, posti sul limite interno, mettono in risalto, dall’esterno, lo spessore e la presenza del muro massiccio perimetrale.

Casa Degraz, a Solduno, è stata ristrutturata reinterpretando le tecniche di costruzione locali secondo una nuova estetica: il tetto è uno strato sottile e i travetti di copertura, elemento di decoro del coronamento, sporgono oltre le pareti massicce e irregolari dell’edificio storico. A Locarno, all’interno di Casa Canfora, un prezioso stabile del 1920, gli architetti trasformano un sottotetto in appartamento abitabile con un intervento minimalista, che si segnala per l’accostamento dei materiali nelle soglie di transizione fra le stanze.

L’edificio per appartamenti in cantiere nel contesto urbano di Locarno strizza nuovamente l’occhio a Livio Vacchini, per la chiarezza distributiva e l’espressività della struttura portante perimetrale in calcestruzzo. Nel progetto vincitore del concorso per la soprelevazione del centro scolastico di Viganello, una struttura metallica leggera reinterpreta in forma contemporanea il linguaggio costruttivo della scuola esistente, realizzata nel 1978 dall’architetto ticinese Sergio Pagnamenta.

Lo spazio della memoria collettiva

Nell’approccio di progettazione, sono evidenti la manipolazione sensibile dell’esistente e la reinterpretazione di elementi architettonici tradizionali. Esempi di architetture recenti costruite in Ticino e in Svizzera interna sono usati come solide basi di riferimento; si tratta di un metodo convenzionale e tuttavia efficace, che si traduce in architetture precise.

I primi lavori di Inches Geleta Architetti mostrano come il desiderio di creatività della nuova generazione di architetti possa dialogare in maniera intelligente e misurata con la storia. Gli edifici si fondono nei nuclei di cui fanno parte, la ricerca del gesto d’autore si dissolve in favore di un’estetica anonima. Gli interventi non sono da intendersi solo come oggetti di buona architettura, bensì come processi di progettazione sani, che attraverso il confronto con il tessuto costruito e le proprietà morfologiche del paesaggio, valorizzano lo spazio pubblico, inteso anche come spazio della memoria collettiva.

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