Ri­qua­li­fi­ca­zio­ne di un'ar­chi­tet­tu­ra di pre­ci­sio­ne

Quarant’anni dopo la sua costruzione, il centro di formazione Löwenberg delle Ferrovie Federali Svizzere è stato completamente ristrutturato. Era necessario preservare questo significativo esempio di costruzione svizzera in acciaio nei suoi elementi chiave, adattandoli al tempo stesso alle concezioni e alle norme odierne. Gli interventi richiesti per migliorare la sicurezza e il bilancio energetico sono stati eseguiti nel massimo rispetto della struttura esistente.

Data di pubblicazione
19-04-2023
Bernhard Furrer
architetto ETH-Z, presidente della Commissione Federale dei monumenti storici e Professore all’Accademia di architettura di Mendrisio

Il restauro

Il restauro generale1 del centro di formazione Löwenberg, costruito da Fritz Haller tra il 1980 ed il 1982, si è reso necessario non tanto per le condizioni degli edifici, quanto per le carenze in termini di sicurezza, consumo energetico, fisica delle costruzioni e comfort, che non soddisfacevano più i requisiti odierni. Dal punto di vista energetico, ciò che 40 anni fa era all’avanguardia oggi non è più accettabile.

I lavori sono stati progettati con grande cura ed eseguiti nel 2020-2022 da ASP Architekten di Berna. Poiché dal 2016 il complesso di edifici è tutelato come patrimonio storico, l'ufficio per i beni culturali del cantone di Friburgo ha richiesto il coinvolgimento di un gruppo di esperti in conservazione dei monumenti, di cui ha fatto parte anche chi scrive.2 Si sono perciò svolti numerosi incontri in loco, durante i quali proprietari, utenti, architetti e specialisti hanno discusso le possibili soluzioni insieme al gruppo di esperti. Da questi colloqui è emerso con chiarezza come la proprietà e l’utenza fossero consapevoli di essere responsabili di un'architettura unica e preziosa. Ma si è dovuta correggere l’idea per cui era sufficiente che dopo il restauro tutto apparisse più o meno uguale a come era al momento della sua creazione.

I monumenti architettonici dovrebbero offrire una testimonianza quanto più possibile autentica del periodo in cui sono stati edificati. Lo fanno in primo luogo attraverso il loro aspetto, all'esterno come all'interno. La loro credibilità, tuttavia, dipende soprattutto dai materiali che li compongono. Come poche altre cose, questi svelano le idee, le condizioni e le possibilità del proprio tempo riguardo all’edilizia, all’architettura e alla società. È quindi essenziale preservare al massimo e in modo ragionevole i materiali di origine. Se proprio sono necessari miglioramenti, per esempio relativi alle prestazioni energetiche o alla sicurezza, dovrebbero essere ottenuti per quanto possibile mediante integrazioni, e non sostituzioni.

Gli sforzi per conservare la maggior quantità possibile di materiali originali sono quindi in primo piano quando si tratta di preservare il valore storico. Tale esigenza deve sempre essere bilanciata con quelle legate all’utilizzo attuale dell'edificio. Quando tutte le parti in causa accettano questo conflitto tra la conservazione dell'originale e il suo utilizzo adeguato, comprendendo e prendendo sul serio le richieste che ne derivano, ne scaturiranno discussioni costruttive; spesso queste portano a soluzioni provvisorie.

Ciò è risultato evidente anche durante le intense discussioni a Löwenberg. Le diverse esigenze sono state esposte con chiarezza, si è lottato duramente per trovare una soluzione accettabile per tutti, e spesso è stato necessario sviluppare proposte completamente nuove. Importante è stata l'apertura mentale degli architetti, sempre disposti ad esplorare nuove strade.

Le facciate

Inizialmente era prevista una sostituzione completa delle facciate, da progettare secondo i migliori requisiti energetici odierni e da collocare esternamente. Le pareti degli edifici si sarebbero spostate di 6 cm verso l'esterno, ma il loro aspetto sarebbe rimasto praticamente identico. Le discussioni con il gruppo di esperti hanno portato a una soluzione sostanzialmente diversa. Negli edifici bassi sono stati mantenuti i profili delle facciate senza taglio termico, ma con l’aggiunta di un ulteriore strato isolante continuo di 9 mm dietro i profili riutilizzati. Di conseguenza è stata conservata una parte significativa dell'originale, ma l’aspetto energetico è notevolmente migliorato. Sul lato ovest dell’officina, poco riscaldato, la costruzione originaria è rimasta inalterata, comprese le vecchie vetrate a testimonianza del passato.3

Una variazione di 9 mm può sembrare irrilevante. Tuttavia, l’aver spinto verso l’esterno il piano della facciata, con i caratteristici angoli dell'edificio tagliati a 45°, ha fatto sì che gli spazi fra i tre profili di copertura adiacenti ad angolo nella pianta, perfettamente bilanciati da Haller e sostenuti da neoprene nero, siano diventati troppo grandi e sgradevoli. Dopo diverse campionature in loco, si è deciso di aumentare la larghezza di questi profili da 60 a 65 mm.4

Un particolare problema l’hanno dato i vetri, il cui contributo al bilancio termico è decisamente più importante di quello dei profili delle facciate. Le finestre isolanti dal leggero color bronzeo utilizzate da Haller erano all'avanguardia nel 1980, ma oggi sono termicamente inadeguate e anche parzialmente prive di tenuta.5 Con i profili esistenti non era possibile installare tripli vetri, e il nuovo edificio del 2008 ha mostrato chiaramente come vetri altamente riflettenti influiscano sull'aspetto generale. Sono state necessarie numerose campionature prima di trovare un prodotto che avesse un colore simile al vetro originale, non presentasse riflessi indesiderati e garantisse un sufficiente isolamento termico sia in inverno sia soprattutto in estate.6 La sostituzione ha migliorato significativamente sia la climatizzazione interna sia il consumo energetico.

Particolari problemi sono stati causati dalle finestre scorrevoli delle torri residenziali. Erano costituite da un'anta fissa, apribile per la pulizia, e da una mobile con meccanismo di sollevamento. La discussione si è inizialmente focalizzata su un semplice ripristino abbinato a nuovi elementi di tenuta. Per poterne valutare la fattura e le condizioni, un'anta è stata disinstallata e smontata. Le parti in acciaio e il meccanismo di sollevamento e scorrimento erano in ottime condizioni. Tuttavia, la struttura leggera e a più strati del telaio aveva fatto sì che la stabilità dimensionale delle ante mobili fosse diminuita nel corso degli anni, rendendole difficili da usare a causa dell'attrito con le ante fisse, e la tenuta non era più garantita. Di conseguenza lo specialista delle facciate, e successivamente il costruttore, hanno pensato a diverse proposte, che spaziavano da un’accurata sistemazione delle finestre esistenti a un edificio completamente nuovo. Le valutazioni hanno portato a realizzare due modelli di finestra, basate rispettivamente su una ristrutturazione e una ricostruzione. Per garantire una soluzione a lungo termine, il gruppo di esperti si è accordato per una variante mista. Le ante che originariamente dovevano essere aperte solo per la pulizia sono state modificate come quelle delle finestre degli edifici bassi, mentre le ante mobili, equipaggiate con i carrelli a rulli originali, sono state sostituite.7 Le tenute in gomma a spazzola e a labirinto sono state ricostruite. Poiché i profili di copertura delle ante, originariamente agganciati, erano stati poi fissati con nastro biadesivo, non hanno potuto essere smontati senza una massiccia deformazione e sono stati sostituiti.

Il vetro dei parapetti, smaltato all'interno, non ha potuto essere mantenuto perché l'isolante termico non ignifugo era incollato e non poteva essere rimosso senza danneggiare lo strato di smalto. La nuova versione incrementa notevolmente l'isolamento termico e previene anche la propagazione del fuoco tra i livelli. Gli altri elementi esterni, come i parasole o i meccanismi delle tende8, sono stati conservati.

Anche il completo rifacimento dei tetti piani è risultato di grande importanza per migliorare l'isolamento termico. È stato installato uno strato isolante di 12-18 cm. La linea dei bordi del tetto si era deformata durante una precedente ristrutturazione ed è stata ripristinata seguendo nel dettaglio i piani conservati.

Nel complesso gli interventi sulle facciate e l’incremento dell'isolamento termico dei tetti hanno migliorato sensibilmente la struttura dell’edificio; il fabbisogno energetico rispetto allo stato precedente è di poco inferiore al 40%.

Gli interni

La suddivisione interna dell’edificio didattico mediante pareti divisorie è rimasta sostanzialmente invariata. I soffitti in lamiera forata sono stati riverniciati, integrando i diffusori d’aria già esistenti secondo i nuovi requisiti. La sala che ospitava l'impianto per i corsi di formazione ferroviaria è stata riattrezzata.

Una "stanza Haller" è stata conservata nelle sue condizioni originali con la colorazione nativa, il soffitto con i diffusori, i tavoli USM nel loro aspetto originale e dotazioni come i distributori d'acqua e le credenze (di colore verde). Con l'ampliamento delle due strutture esistenti in pietra cementizia, il ristorante ha ottenuto nuovi cubi per il guardaroba e la stazione per sparecchiare. In questo caso le tende tagliafumo erano inevitabili.

A differenza degli edifici bassi, all'interno delle torri residenziali è stato necessario soddisfare molti nuovi requisiti normativi nonché le esigenze degli operatori. Particolarmente severe sono state le richieste dei vigili del fuoco, dovendo essere garantita la sicurezza degli ospiti a causa degli ampi atri e della scala singola. La soluzione è stata quella di far sì che ogni stanza formi un proprio compartimento antincendio. Ciò ha comportato una completa riprogettazione e l’ampliamento delle condotte degli impianti tra gli atri e le camere, dove è stata reintrodotta l’angolatura frontale, importante per la leggibilità della geometria. Solo le porte delle stanze con i loro telai in acciaio sono state conservate. Sempre per motivi di sicurezza antincendio, i locali accessori hanno dovuto essere riqualificati e parzialmente sostituiti, avendo cura di rispettare esattamente i dettagli.9

Più difficile è stato risolvere la questione dei rilevatori e degli estrattori di fumo negli atri. Sulla base dei modelli, è emerso chiaramente che la consueta soluzione con un aspiratore di fumo su ogni piano e tende tagliafumo dietro i bordi avrebbe gravemente compromesso gli spazi. In stretta collaborazione con ASP Architekten, Gartenmann Engineering ha sviluppato con simulazioni in 3D un approccio insolito, in cui gli atri vengono usati come canali di afflusso d’aria dall'alto, e il fumo viene estratto da ogni piano ed espulso attraverso il tetto. Una prova pratica con una macchina del fumo di grande volume ha confermato l'efficacia del sistema.

Le ringhiere in filigrana degli atri e delle scale libere erano alte 96 centimetri. L'autorità edilizia, ricevute le debite motivazioni, ha accettato il progetto esistente con le ringhiere a barre orizzontali, ma ha chiesto che fossero rialzate a norma. La soluzione è stata quella di sostituire il raccordo a gomito tra il montante della ringhiera e il corrimano con un elemento prolungato.

Gli impianti tecnici

Il rinnovo dell’impiantistica degli edifici ha presentato pochi problemi in termini di conservazione, grazie anche alle installazioni molto ben progettate al momento della costruzione e alla loro gestione aperta con lo strumento di pianificazione digitale per i sistemi di condutture "ARMILLA" sviluppato da Haller, punto d’incontro fra la costruzione grezza e la domotica, utilizzato per la prima volta proprio a Löwenberg. Anche se molti cavi e tubature sono stati sostituiti, il sistema è rimasto sostanzialmente invariato.

La centrale energetica è stata ricostruita nell'edificio B. Le acque reflue depurate dall’impianto ARA di Murten continuano a fungere da vettore di energia. L'acqua viene trasportata dalla nuova stazione di pompaggio alla centrale tramite una nuova conduttura. Le pompe di calore sono separate dall'acqua dell’ARA mediante un circuito intermedio. In caso di riscaldamento, dall'acqua viene prelevata energia pari a una differenza di temperatura di 4-5 gradi Kelvin. In caso di raffreddamento, il calore residuo viene restituito all'ARA nella stessa misura.

Per generare calore vengono utilizzate due pompe di calore acqua-acqua reversibili. In caso di riscaldamento sono regolate mediante il serbatoio per l’accumulo di calore, in caso di raffreddamento mediante quello per l’accumulo di freddo. La rete ad alta temperatura opera in parallelo tramite desurriscaldatori separati. Le macchine funzionano con il refrigerante sintetico HFO 1234 ze, che contribuisce a un funzionamento più ecocompatibile ed efficiente.

L'energia per il raffreddamento supplementare in piena estate può essere ottenuta dall'impianto fotovoltaico sul tetto dell'edificio didattico.10 I monoblocchi distribuiti sui tetti delle torri residenziali assicurano il funzionamento degli impianti di ventilazione e condizionamento. L'altezza degli impianti è ridotta in modo che non siano visibili da un normale angolo di visione.

L’architettura degli interni

Il progetto dell’architettura d’interni è stato realizzato da Haller. Naturalmente ha fatto realizzare gli arredi fissi, come i banchi della reception, le scaffalature o gli armadi, con i mobili USM Haller che lui stesso aveva sviluppato. L'officina USM di proprietà delle FFS ha combinato e riverniciato i mobili USM Haller là dove il verde vivace scelto da Haller non corrispondeva più alle aspettative delle FFS e ha dovuto lasciare il posto al bianco.

Nell'edificio del ristorante alcune parti essenziali degli arredi mobili erano andate perdute nel corso del tempo, tra cui le sedie a sbalzo di Marcel Breuer e le poltrone imbottite di Charles Eames nel bar. Le parti restanti dell’arredamento sono state mantenute e rinnovate. Le sedie usate in origine nell'edificio didattico11 sono state nuovamente imbottite e verniciate, i tavoli rivestiti e lucidati. Le lampade ad anello sono state dotate di luci LED, mentre le tende a filo sono state mantenute.

Secondo il gestore, le camere nelle torri residenziali e i loro servizi igienici non erano più sufficienti a soddisfare le crescenti esigenze degli ospiti, anche perché devono essere rese disponibili anche ai turisti. Per questo sono state dotate di arredi completamente nuovi.12 Rispetto agli atri, che hanno conservato in gran parte l'aspetto e i materiali dei primi anni Ottanta, le stanze appaiono ora molto diverse, anche se si è cercato di avvicinarle a quelle originali per materiali ed elementi come i rivestimenti in altezza o il parapetto verde.

Gli spazi esterni

Le aree verdi sono state ripristinate, senza effettuare ulteriori piantumazioni. Per i diversi lavori di scavo, e poiché molte pietre si erano sgretolate sia in superficie che nella parte inferiore, la pavimentazione in pietra cementizia13 posta all’esterno non si è potuta conservare. Si è scoperto che le pietre grigie avevano originariamente il colore chiaro della pietra di Hauterive. La pavimentazione è stata ripristinata in base ai rilievi.

Il restauro completo del centro di formazione Löwenberg ha dimostrato ancora una volta come edifici progettati in modo sensibile e preciso, che risalgano al periodo tra le due guerre oppure al dopoguerra, reagiscono anche al più piccolo dei cambiamenti. «Ove la fisionomia è ridotta al limite estremo della sua riconoscibilità, ogni minimo particolare [...] diventa decisivo. La precisione non è più virtù facoltativa, bensì fondamento irrinunciabile.»14

Era quindi fondamentale analizzare meticolosamente ciò che esisteva e, ove possibile, rispettarlo e mantenerlo. Questo, in gran parte, è stato fatto. Il restauro terminato consente alle prossime generazioni un utilizzo illimitato del complesso. La freschezza e la spaziosità degli edifici sono state conservate, così come la costruzione innovativa delle strutture e delle loro facciate. Invariati sono rimasti anche gli ampi spazi all'interno degli edifici, tra di essi e nel vasto paesaggio.

Restauro del centro di formazione Löwenberg delle FFS, Murten

 

Committente
Novavest Real Estate AG, Zurigo

 

Utente
Schweizerische Bundesbahnen SBB

 

Architettura
ASP Architekten AG, Berna

 

Fisica della costruzione e Protezione antincendio
Gartenmann Engineering AG, Berna e Zurigo

 

Consulenza facciate
Mebatech Ingenieurbüro für Metallbautechnik AG, Baden

 

Costruzione facciate
Aepli Metallbau AG, Gossau

 

Progetto HVAC
Grünig & Partner, Berna

 

Progetto impianto elettrico
Fux & Sarbach Engineering AG, Berna

 

Architettura d’interni
raumforum, Thun

 

Periodo di progetto e costruzione
2017 – 2022

Note

 

1 Il restauro completo è stato commissionato da Novavest Real Estate AG, Zurigo, a cui le FFS avevano venduto la proprietà con una procedura di sale and rent back.

 

2 Il gruppo era composto da Hans Ulrich Baumgartner, conservatore dei monumenti del cantone di Friburgo, Ivo Thalmann, di Biel, e Bernhard Furrer, di Berna.

 

3 L'intera facciata ovest e i quattro assi adiacenti delle facciate nord e sud sono stati conservati. Anche le porte sono state mantenute.

 

4 Le alternative consistevano nell'usare un pezzo centrale molto più largo o nell'accettare spazi troppo grandi sostenuti da neoprene nero.

 

5 Le valutazioni hanno mostrato che in Svizzera non è praticabile smontare i vetri e assemblarli in nuove vetrate isolanti secondo gli standard odierni, come è stato fatto nell'Empire State Building.

 

6 È stato montato un vetro piano vetroSol Trio 62]/29 P; trasmittanza termica 1,1, fattore di trasmissione energetica 29%, trasmittanza luminosa 61%.

 

7 Ciò ha anche permesso di evitare che la larghezza dell'apertura si restringesse a causa dell'isolamento laterale delle travi verticali della facciata e che di conseguenza i telai delle due finestre non fossero più allineati al centro.

 

8 Per le tende è stato utilizzato il tessuto originale Serge Ferrari, Soltis Perform 92, Weiss 92-2044, ancora disponibile.

 

9 Pareti incombustibili, RF1, EI60.

 

10 «I sistemi di refrigerazione nuovi o rinnovati che servono ad aumentare il comfort operativo di un edificio devono […] essere alimentati esclusivamente con energia rinnovabile prodotta in loco.» Legge sull’energia (EnGe) del Cantone di Friburgo del 09.06.2000, articolo 16, paragrafo 3.

 

11 Sedia Hassenpflug 1255 di Embru-Werke Rüti, con schienale e seduta neri.

 

12 Purtroppo la proposta di ricreare gli arredi originali ben documentati nelle due stanze che conservano ancora come testimonianza le finestre originali non è stata accolta.

 

13 Pietra cementizia senza bisellatura, 10x10x6 cm.

 

14 Vittorio Magnago Lampugnani: Die Modernität des Dauerhaften, Berlin 1995, pag. 52. [ed. it.: Modernità e durata. Proposte per una teoria del progetto, ed. Skira, Losanna 1999, pag. 37.]