«Pro­get­ta­re l’il­lu­mi­na­zio­ne non è ap­pen­de­re lam­pa­de»

L’Associazione svizzera per la luce (SLG) compie 100 anni: mentre all’epoca della fondazione svolgeva un’attività pionieristica, oggi la società si confronta con la crescente complessità e i ritmi elevati del progresso tecnologico. L’amministratore Philippe Kleiber ci parla delle sfide attuali.

Data di pubblicazione
06-07-2022

espazium.ch: L’Associazione svizzera per la luce (SLG) quest’anno festeggia il suo 100° anniversario. All’epoca della fondazione era davvero facile orientarsi nel mercato dell’illuminazione, la SLG svolgeva un’attività pionieristica. Oggi è diverso. C’è ancora bisogno della SLG?
 
Philippe Kleiber: Più che mai. L’illuminazione diventa sempre più complessa. Le nuove tecnologie portano anche un numero crescente di possibilità. Per questo è importante che ci sia un ente indipendente che informi sulle nuove tecnologie e possa assumere il ruolo d’intermediario fra produttori, progettisti e utenti.
 
Questo significa che la SLG considera il suo ruolo come quello di un costruttore di ponti fra teoria e pratica, fra tecnologia e progettazione. Siete impegnati anche in questioni normative, ad esempio nell’elaborazione delle norme?
 
Sì, abbiamo vari gruppi di lavoro che si occupano delle norme e anche delle direttive per la loro applicazione. È importante che qualcuno si prenda la responsabilità di questo. Inoltre, siamo attivi come membri di comitati tecnici e normativi internazionali della CIE e della European Lighting Expert Association (ELEA).

Di quali tematiche si occupa attualmente la SLG?
 
Un tema importante per noi è l’inquinamento luminoso, ma anche l’imminente eliminazione di molte sorgenti luminose. A tal proposito, c’è ancora un grande bisogno d’informazione (vedere immagine, nella galleria fotografica).

Cosa intende?
 
Nel corso del prossimo anno, molte lampadine non saranno più in commercio. Si comincerà il 25 febbraio 2023 con le lampade fluorescenti compatte e circolari, poi dal 25 agosto riguarderà le lampade fluorescenti lineari T5 e T8 e ancora, dal 1 settembre, le lampade alogene ad alto e basso voltaggio. Per le lampade fluorescenti, il motivo deriva dall’aver recepito la direttiva UE 2011/65 per la “restrizione dell’uso di sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche”. In pratica, riguarda la frazione di mercurio di queste sorgenti luminose.

Se si considera la quantità di lampade fluorescenti ancora in circolazione, il piano è molto audace. La difficoltà consiste nel trovare una soluzione alternativa adatta, che non funzioni solo per l’aspetto elettrotecnico, ma anche per l’aspetto illuminotecnico, in considerazione delle diverse caratteristiche di irraggiamento. Sostituire semplicemente un tubo fluorescente LED in molti casi non funzionerebbe. Il settore si è gradualmente reso conto che la fase finale delle lampade fluorescenti è imminente, ma il consumatore finale potrebbe non esserne consapevole.

La progettazione della luce naturale è un tema che interessa la SLG, oppure vi focalizzate con consapevolezza sulla progettazione della luce artificiale?
 
È un tema di nostro interesse e mi piacerebbe lavorarci di più. Siamo molto impegnati, soprattutto in Svizzera francese. Occorre soprattutto coordinare in modo equilibrato i diversi gruppi di interesse. Utilizzare la luce naturale è sempre opportuno, anche solo perché non consuma e non richiede energia aggiuntiva. È quindi importante che la luce naturale sia presa in considerazione fin dall’ideazione, in una fase molto precoce del processo di progettazione. Lo stesso sarebbe auspicabile anche per la progettazione della luce artificiale: progettare l’illuminazione non significa appendere un paio di lampade in una stanza.

Per gli architetti, ideazione e progettazione diventano sempre più complesse a causa delle crescenti esigenze e, di conseguenza, del precoce coinvolgimento dei progettisti specializzati. In che modo tentate di rafforzare la posizione dei progettisti di illuminazione in questo contesto?
 
Abbiamo appena costituito un gruppo di lavoro che si propone di stabilire un dialogo con la SIA al riguardo. Sono ingegnere elettrotecnico e spesso ci siamo occupati di progettazione illuminotecnica in studio ma, naturalmente, dal punto di vista qualitativo, non corrisponde mai al livello richiesto da un architetto. Attualmente stiamo lavorando a una descrizione dei servizi di competenza di un lighting designer. In questo modo, sarà possibile comunicarli in modo chiaro e trasparente sia agli architetti, sia ai clienti.

Un tema che negli ultimi tempi è diventato sempre più importante nel settore delle costruzioni, è quello dell’economia circolare. È un argomento che riguarda anche il settore dell’illuminazione, ad esempio con il riutilizzo dei componenti?
 
Sì, certamente è un tema che ci riguarda e vi sono diversi tentativi da parte dei produttori. Anche sulla progettazione di apparecchi d’illuminazione e di sorgenti luminose: costruzione reversibile, possibilità di riutilizzo e un migliore smaltimento.

Un altro tema importante della progettazione è il BIM. Lo è anche per la progettazione dell’illuminazione?
 
La progettazione illuminotecnica è predestinata al BIM, soprattutto se nel modello BIM si integrano anche le fasi operative e il piano di manutenzione.
 
Collaborate anche con aziende d’illuminazione straniere?
 
Abbiamo contatti stretti con aziende d’illuminazione nei paesi vicini. In area germanofona organizziamo eventi congiunti. In particolare, abbiamo standard di formazione comuni. I temi che i progettisti illuminotecnici affrontano, oltre i confini, sono gli stessi della Svizzera.

In Svizzera ci sono diversi approcci rispetto a queste tematiche?
 
Ho l’impressione che nella Svizzera romanda la sensibilità per le tematiche inerenti all’illuminazione sia superiore rispetto alla Svizzera tedesca. Il mio obiettivo è coinvolgere ancor più la Svizzera francese, anche con eventi comuni, ad esempio sul tema dell’illuminazione stradale. In questo campo ci sono differenze nel modo di procedere, anche per quanto riguarda i prodotti utilizzati. Abbiamo anche in programma di organizzare più spesso degli eventi a Berna, in modo che chi proviene dalla Svizzera romanda possa partecipare più facilmente, come abbiamo fatto a fine giugno per il nostro anniversario al Bierhübeli.

L’Associazione svizzera per la luce (SLG), fondata nel 1922, è un’associazione di settore indipendente, rivolta a coloro che – nel rispettivo ambito professionale – si occupano di luce e illuminazione. SLG College propone corsi di aggiornamento e una formazione per progettisti illuminotecnici, con attestato professionale federale.

 

In occasione del 100° anniversario è uscita la pubblicazione «Guide Lumière», che riassume la storia della progettazione dell’illuminazione in Svizzera e presenta progetti attuali da Basilea a Caslano (TI) e da Gossau (SG) a Losanna.

 

Per la pubblicazione e per ulteriori informazioni: slg.ch