«Al pri­mo sguar­do, gli spa­zi di mo­bi­li­tà sem­bra­no pri­vi di iden­ti­tà»

Per la seconda volta, gli studenti della Scuola universitaria professionale della Svizzera nordoccidentale hanno elaborato alcuni «Case Studies per tutti» destinati alla piattaforma culturadellacostruzionesvizzera.ch. Riflettendo su quegli spazi intermedi, che non sono veri e propri luoghi, gli studenti si sono chiesti: è possibile migliorare la cultura della costruzione riducendo il traffico?

Data di pubblicazione
03-07-2025

Tra Pratteln e Liestal c’è la Rheinstrasse che taglia in due le località di Füllinsdorf e Frenkendorf. I due Comuni contano complessivamente circa 11 000 abitanti. Alla fine di dicembre del 2013 è stata inaugurata l’autostrada A22. Prima di allora, la Rheinstrasse era percorsa in media da 40 000 veicoli al giorno. Oggi, grazie a una circonvallazione lunga 4,5 km che passa dalla galleria Schönthal, la strada è sgravata dal traffico. Le nove pompe di benzina che si trovano sull’area comunale sono a tutt’oggi una testimonianza di quel periodo animato o, meglio, trafficato.

 

La bellezza racchiusa nella vallata della Schönthal, dove si trovano anche le due località di Füllinsdorf e Frenkendorf, si vede solo a un secondo sguardo. Sull’area dei due Comuni si erge, come esempio classico di spazio suburbano, una colorita mescolanza di case monofamiliari e complessi abitativi. La Rheinstrasse conta numerose zone industriali. Negli anni Cinquanta e Sessanta, la valle ha vissuto un periodo di grande e profonda trasformazione, diventando un’area di espansione della città di Basilea e dell’industria renana. Ubicata su un leggero pendio, in posizione strategica dal punto di vista dei trasporti, la Schönthal gode di un buon soleggiamento ed è un luogo di domicilio ambito dai pendolari. 

 

Un debole per i «nonluoghi» 

Il futuro sviluppo urbano della Schönthal è attualmente oggetto di uno studio condotto nell’ambito di un processo di sviluppo partecipativo avviato dai Comuni di Frenkendorf, Füllinsdorf e Liestal. Di fatto, per quanto concerne la pianificazione del territorio, la Schönthal per lungo tempo non è stata valorizzata, ma sfruttata in maniera insufficiente e invasa da strade e infrastrutture. Insomma, è uno di quegli spazi che altri considerano «nonluoghi», ma per i quali Christina Schumacher e Janine Kern hanno un vero e proprio debole. Entrambe sono docenti di scienze sociali presso l’Istituto di architettura della Scuola universitaria professionale della Svizzera nordoccidentale (FHNW). Già per la seconda volta, hanno incaricato i propri studenti di elaborare dei «Case Studies per tutti» da pubblicare sulla piattaforma web Cultura della costruzione Svizzera. L’obiettivo posto è quello di far conoscere meglio alle giovani e ai giovani studenti di architettura il Sistema Davos per la qualità nella cultura della costruzione. Sulla base di un progetto di semestre concreto, gli studenti hanno dovuto riflettere sugli otto criteri per una cultura della costruzione di qualità. Quest’anno il progetto si intitola: «Stop and Go»: qualità degli spazi di mobilità suburbani.

Alla base del progetto vi è una premessa, e cioè che il traffico caratterizza in maniera determinante la fisionomia di «ciò che sta nel mezzo» e la quotidianità di uno spazio suburbano. La logica della mobilità ha dato vita ai luoghi e ai nonluoghi più disparati. Alcuni sono stati progettati con largo anticipo, altri senza un vero e proprio piano, sono nati dalle esigenze quotidiane, dall’uso che se ne fa, giorno dopo giorno. Molti spazi di mobilità ci appaiono trascurati, senza anima, progettati senza cura; altri invece svelano delle qualità. Con il termine «spazi di mobilità», le due docenti si riferiscono ai «luoghi caratterizzati dal traffico e dotati di una funzione specifica. Al primo sguardo, gli spazi di mobilità sembrano privi di identità, come se avessero perso il loro legame con la storia e le caratteristiche sociali». Sono luoghi che si trasformano rapidamente in una sorta di spazi intermedi dimenticati, fugaci e caratterizzati da passaggi e transiti. 

Anche la Schönthal va intesa come uno spazio di mobilità. I cambiamenti strutturali, avvenuti a metà del secolo scorso, hanno trasformato questa valle, un tempo orientata alla produzione, in un «luogo dormitorio», poiché per lavorare ci si sposta altrove. 

 

Una sfida

Partendo dalla tesi «Riflettere sugli spazi intermedi: si può migliorare la cultura della costruzione riducendo il traffico?», il compito assegnato agli studenti è stato quello di riflettere sugli spazi utilizzati di frequente, che attestano delle qualità oppure che hanno un aspetto del tutto inospitale. Tra i vari luoghi oggetto di riflessione troviamo un sottopassaggio, una pompa di servizio, una fermata dell’autobus e il cuore del villaggio di Frenkendorf. Ciascuno di questi luoghi è stato analizzato in base agli otto criteri per una cultura della costruzione di qualità. 

Gli studenti hanno dovuto svolgere online le ricerche riguardanti il luogo scelto e osservarne l’evoluzione. Inoltre, Christina Schumacher e Janine Kern hanno chiesto agli utenti dei «nonluoghi» di esprimere al riguardo le proprie considerazioni. L’analisi doveva scaturire da questi tre punti di vista. Lo strumento «Case Studies per tutti», disponibile sulla piattaforma web culturadellacostruzionesvizzera.ch, prevede inoltre che ogni progetto sia accompagnato da un video di 30 secondi e da brevi testi relativi agli otto criteri. 

Durante la presentazione dei progetti, presso la FHNW, è apparso subito evidente che il compito assegnato si è rivelato più difficile del previsto. Un elemento che accomuna tutti gli spazi presi in esame è la predominanza del criterio della Funzionalità, orientata alla mobilità. Gli spazi soddisfano il proprio scopo, ma nella maggior parte dei casi manca il criterio della Diversità. Molti luoghi sono piuttosto rumorosi. Le considerazioni più pertinenti, per quanto riguarda il criterio Genius loci, sono state per lo più quelle formulate dai passanti interrogati. In merito al sottopassaggio, per esempio, c’è chi ha affermato: «Da qui in poi l’aria comincia a essere più fresca. Non si percepiscono sensazioni. È un luogo senza vita».

Dato che sulla Rheinstrasse il traffico è diminuito, molti degli spazi di mobilità analizzati hanno perso, in un certo senso, la loro funzione. Essi soddisfano solo in misura limitata i requisiti funzionali ed economici che si sono sviluppati nel corso degli anni. Molti studenti si sono accorti che il primo pensiero che hanno avuto è stato quello di voler intervenire, cambiare, trasformare. Janine Kern afferma: «Notiamo sempre come gli studenti di architettura vogliano subito progettare qualcosa di concreto. Questo modulo invece insegna a prestare attenzione a ciò che già esiste, staccandosi dall’idea di voler immediatamente trovare il potenziale per costruire qualcosa di nuovo». 

Relazioni che creano bellezza 

Per molti degli studenti è apparso evidente come la qualità dello spazio nasca solo quando interagiscono tra loro diversi criteri legati alla cultura della costruzione. Di per sé, la maggior parte degli spazi osservati non sono esteticamente belli. Per gli osservatori, la bellezza scaturisce però dalle relazioni che prendono forma grazie a tali spazi. Ad esempio, la venditrice che lavora presso la pompa di benzina ubicata sulla Rheinstrasse percepisce quel luogo come bello: «Lavoro qui già da 15 anni e conosco tutti. Per me questo luogo è intriso di storia, perché qui ho dei bei ricordi».

La piattaforma Cultura della costruzione è stata pensata per motivare gli studenti a stilare dei casi di studio. La cultura della costruzione, infatti, è un tema che non coinvolge soltanto gli esperti ormai affermati e le istanze decisionali, bensì, in linea generale, tutti noi. Di fatto, dovremmo discutere molto più spesso di come in realtà vorremo vivere. La FHNW dà il buon esempio e dimostra che gli studenti sono in grado di riflettere in questi termini. Janine Kern è entusiasta dei «Case Studies per tutti». «Questo strumento rappresenta una guida molto utile per osservare un luogo con precisione e per analizzarlo, senza precipitarsi subito a esprimere valutazioni. Talvolta, quelli che consideriamo a priori dei nonluoghi svelano inattese qualità», sottolinea la docente.

I nuovi Case Studies realizzati dalla FHNW sono pubblicati su culturadellacostruzionesvizzera.ch 

«Case Studies per tutti»

Attraverso lo strumento «Case Studies per tutti» la piattaforma web culturadellacostruzionesvizzera.ch invita a valutare l’ambiente antropico sulla base di otto criteri per una cultura della costruzione di qualità. Tali criteri sono: Governance, Funzionalità, Ambiente, Economia, Diversità, Contesto, Genius loci e Bellezza. I «Case Studies per tutti» invitano a osservare in modo differenziato i luoghi che si sono scelti individualmente. I casi di studio sono adatti in particolare alle giovani leve dell’architettura e invitano a riflettere in modo focalizzato sulla qualità della cultura della costruzione.