Un’eredità che non pesa
Capannone nella zona post-industriale di Winterthur
Nella zona post-industriale di Winterthur, tanto vecchio convive accanto a poco nuovo. In questa parte dell’ex area Sulzer, direttamente affacciata sui binari della ferrovia, la trasformazione architettonica avviene con precisione quasi chirurgica. I capannoni industriali e commerciali sono stati ormai quasi totalmente riconvertiti e, dove necessario, sono stati dotati di nuove facciate, scale o solai intermedi; al loro interno si sono insediate attività di vario genere: artigianali, di design e di architettura.
Una presenza prestigiosa è quella dell’Università di scienze applicate di Zurigo. Il corso di laurea in Architettura si svolge prevalentemente nella quasi centenaria fucina delle caldaie, un capannone lungo 120 m e alto 14 m. Gli edifici annessi costruiti negli anni ’40, tra i quali la torre del carbone, dopo una ristrutturazione durata due anni sono ora utilizzati come sedi per la didattica e la ricerca. Proprietaria di questo immobile è una cassa pensione basilese, la Fondazione Abendrot. L’obiettivo della riconversione era di ottenere una trasformazione efficiente e oculata del patrimonio immobiliare esistente. La trasformazione in un immobile polifunzionale, con auditorium, aule scolastiche e sale espositive, uffici, archivio e una mensa, è stata possibile grazie all’aggiunta di due piani e due vani scale.
Tutte le strutture portanti sono state conservate o puntualmente completate. È stata riutilizzata l’infrastruttura esistente; gli apparecchi sanitari provengono da una piattaforma edilizia di riuso. Si trattava di mantenere il più possibile il carattere industriale e la qualità dei locali in termini spaziali, approfittando delle strutture in calcestruzzo esistenti, la cui capacità statica era sufficiente per l’inserimento di corpi aggiuntivi. Requisiti fondamentali per la trasformazione sostenibile di questo edificio sono stati il miglioramento dell’acustica dei locali e la sicurezza sismica e antincendio.
L’espressione estetica dell’involucro esterno ha subito una più profonda trasformazione. Per le pareti esterne è stato necessario un adeguamento architettonico ed energetico tale da garantire gli attuali requisiti in termini di comfort e isolamento termico. Da un lato, sono stati ampliati alcuni vani delle finestre per migliorare l’illuminazione naturale e la visione verso l’esterno, la fitta partitura dei serramenti originali è stata mantenuta come elemento interno della facciata; dall’altro, tutte le pareti esterne sono state coibentate e rivestite o intonacate e dotate di finestre con tripli vetri.
Gli interventi sull’involucro sono stati efficaci al punto tale che gli edifici annessi ristrutturati hanno ottenuto una certificazione Minergie. Soltanto il piano del magazzino, senza finestre, e alcuni locali interni sono dotati di ventilazione meccanica; altrimenti il ricambio d’aria è garantito, dall’apertura automatica delle finestre. Gli spazi dell’università sono riscaldati con i radiatori preesistenti, alimentati con l’energia proveniente dalla rete di teleriscaldamento della città di Winterthur.
Committenti: Fondazione Abendrot, Basilea
Architettura: gadolaringli architekten, Zurigo; MS2B, Dübendorf
Tipologia: capannone industriale costruito nel 1924 (edifici annessi 1941)
Ristrutturazione: cambio di destinazione, involucro dell’edificio, sostituzione delle finestre.
Superficie riscaldata: 3000 m2
Indice energetico: 60 kWh/m2
Periodo: 2016–2018
Questo articolo è apparso nella pubblicazione «Immobili ed energia», un progetto in collaborazione con l'azienda di consulenza immobiliare Wüest Partner e con il sostegno di SvizzeraEnergia. Altri contributi sul tema sono pubblicati nell'e-Dossier.