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Guida sentimentale alle Piccole architetture di montagna: Val Bregaglia

Date de publication
20-03-2017
Revision
20-03-2017
Laura Ceriolo
Architetto, dottore di ricerca in storia delle Scienze e Tecniche Costruttive

Non è un’inesattezza che l’aggettivo Piccole sia scritto in maiuscolo: le architetture che vi presentiamo sono piccole solo in quanto a dimensioni, mentre sono notevoli qualitativamente, sia quelle di nuova edificazione sia quelle storiche. Non è neppure vero che tutte abbiano piccole dimensioni, perché in questa guida, sentimentale perché opera una scelta affettiva che non le comprende proprio tutte, alcune sono più grandi, altre addirittura si presentano a scala territoriale, opere di ingegneria come le dighe dell’Albigna (1959), la strada a serpentina del Maloja (1828) e, in misura minore, la diga del Maloja (1980). 

La diga ad arco del Maloja, situata nella valle del Forno, protegge i paesi della Bregaglia dalle inondazioni del fiume Orlegna durante le stagioni di piena.

L’imponente diga a gravità dell’Albigna, macro-struttura in calcestruzzo ad andamento planimetrico spezzato appartenente ormai al paesaggio della Bregaglia, che al suo interno somiglia a una cattedrale, non solo per la forma, ma anche per l’atmosfera, è un segno per chi percorre la valle e al tempo stesso si confonde con le sue montagne. Fatta costruire dalla società elettrica zurighese «ewz», alimenta la centrale idroelettrica di Castasegna, dove, nel castagneto di Brentan, fu costruito un intero villaggio di case, oltre a quelle di Vicosoprano, per i dipendenti dell’azienda, dette ancora oggi «case ewz», della cui progettazione fu incaricato l’architetto Bruno Giacometti. 

La strada a tornanti che si arrampica inesorabilmente e tortuosamente al passo Maloja, con i suoi alti muri in pietra naturale che la arginano, dotati di speroni di rinforzo distribuiti sulla loro superficie, si presenta anch’essa come un progetto a grande scala che incide l’erto versante della valle fino a raggiungere, oltre il passo, l’ampia alta Engadina.

Negli anni Sessanta sono numerosi altri i progetti che modificano il volto della valle: piccole architetture ora a scala «urbana», in beton,  si integrano in un paesaggio sì verde, ma fatto anche di montagne rocciose. La struttura «a fungo», ombrello in calcestruzzo per la protezione dei gestori e dei clienti della stazione di rifornimento City SA a Farzett, progettata dal ticinese Peppo Brivio (1962), è sorta in occasione della costruzione delle circonvallazioni che liberarono dal traffico i villaggi bregagliotti e rimane oggi un simbolo del passaggio degli italiani per la Bregaglia – dai lavoratori frontalieri ai villeggianti dell’Engadina. Per l’adeguamento alla nuova viabilità fu costruito anche il casello rosso della dogana di Castasegna (1959), ora ufficio postale, un lato a livello strada e l’altro sospeso sulla scarpata e sorretto da pilastri a sbalzo, altra opera di Bruno Giacometti. 

Il tipo a torre, di cui la torre Belvedere che domina la valle dal passo del Maloja è antesignana in Bregaglia, è riproposto in chiave contemporanea sia dall’ampliamento di Villa Garbald, il «Roccolo» di Castasegna, ad opera di Miller e Maranta, sia più recentemente da Hans-Jörg Ruch, che costruisce in località Roticcio presso Vicosoprano il Rifugio Bregaglia. Si tratta di una dimora che sorge sul lato soleggiato della vallata, dal volume rettangolare verso il paese, ma che dal fondovalle appare come una torre sottile. Le pareti esterne sono in calcestruzzo con inerti (emersi dopo lavaggio ad alta pressione) derivanti da pietrisco locale da scavo, ciò che rende la costruzione ancora più ancorata al luogo in cui è sita.

L’uso e la lavorazione dei materiali di cui sono costruite, dettagli a scala macroscopica, contraddistinguono le architetture della Bregaglia. Dal legno alla pietra naturale a quella artificiale, il calcestruzzo in particolare, composto a sua volta dall’aggregazione di pietrisco locale, tutti i materiali sono lavorati con maestria e originalità, pur nel rispetto dei luoghi, della tradizione e delle caratteristiche proprie di ciascuno. Una bellezza e un’armonia fatta di architetture rarefatte, che scaturiscono dalla luce e dalle ombre di questa vallata.

Opere

Architetture commentate e raccontate nell'intero numero 1/2017 di Archi:

Chiavenna, Palazzo Balbiani, Castello, XV sec.

Chiavenna, Collegiata di San Lorenzo, XI-XVIII sec.

Chiavenna, Palazzo Salis, XVI sec.

Chiavenna, Palazzo Pestalozzi-Pollavini, XVI sec.

Chiavenna, Palazzo Pretorio, XVI sec.

Piuro, Palazzo Vertemate Franchi, XVI sec.

Castasegna, Stazione di rifornimento a Farzett, 1962-1963, arch. Peppo Brivio 

Castasegna, Casa unifamiliare, 2013, Ruinelli Associati Architetti

Castasegna, Villa Garbald, 1862-1864, arch. Gottfried Semper, restauro 2002-2003, arch. Miller & Maranta

Castasegna, Roccolo, 2003-2004, arch. Miller & Maranta

Castasegna, quartiere ewz, 1957-1959, arch. Bruno Giacometti

Soglio, Palazzi Salis, XVI-XVIII sec.

Soglio, Cimitero San Lorenzo, 2010, Ruinelli Associati Architetti

Soglio, Ristrutturazione casa 63, 2016, Ruinelli Associati Architetti

Soglio, Casa atelier fotografico, 2003, Ruinelli associati architetti (cfr. Archi 2/2011)

Soglio, Riqualificazione stalla, 2009, 

Ruinelli associati architetti (cfr. Archi 2/2011)

Soglio, Casa unifamilare, 2015, Ruch & partner architekten

Spino, Falegnameria, 1990, arch. Armando Ruinelli 

Bondo, Sala polivalente, 1995, arch. Armando Ruinelli 

Bondo, Palazzo Salis, 1766-1775, arch. Francesco Croce, restauro esterno 1997-1998

Bondo, Chiesa riformata San Martino, consacrata nel 1250, affreschi 1480, modificata nel 1617 e nel 1763, restauro 2011

Promontogno, Hotel Bregaglia, 1875-1877, arch. Giovanni Sottovia

Promontogno, Müraia e Nossa Donna, XII-XIX sec.

Coltura, Palazzo Castelmur, 1723, ampliamento 1850-1854, arch. Giovanni Crassi Marliani

Stampa, Museo di valle Ciäsa granda, 1581, restauro 1721 e 1953

Stampa, Atelier Giacometti, stalla del XVIII sec. trasformata nel 1906 da Giovanni Giacometti

Stampa, Magazzino per l’artista Miriam Cahn, 2014-2016, Ruinelli Associati Architetti

Vicosoprano, località Roticcio, Rifugio 

Val Bregaglia, 2014, Ruch & partner architekten

Vicosoprano, Casa unifamiliare, 2012, arch. Renato Maurizio 

Vicosoprano, Pretorio, torre rotonda seconda metà XIII sec., restauro 1592, pretorio riedificato nel 1583

Vicosoprano, Nuove stazioni della Funivia dell’Albigna, arch. Alder Clavuot Nunzi, località Pranzaira

Vicosoprano/Albigna, Diga, 1954-1959, ing. W. Zingg

Casaccia, Vestigia della Chiesa San Gaudenzio, citata intorno al 840, costruita a nuovo nel 1514-1518, consolidamenti e restauri 2009-2015

Diga del Maloja

Maloja, la strada a serpentina del passo, 1827-1828, ingegneri Richard La Nicca e Ulysses von Gugelberg

Maloja, Case plurifamiliari, 2006-2014, arch. Renato Maurizio

Maloja, Villa Segantini, villa della Châletfabrik 

Kuoni 1882; atelier 1898, arch. Giovanni Segantini

Maloja, Hotel Kursaal Maloja, 1882-1884, arch. Jules Rau

Maloja, Torre belvedere, arch. Ruch

Isola, Trasformazione di una stalla e ricostruzione di una cascina, 2012-2017, Ruinelli Associati Architetti

Sils, Ristrutturazione casa unifamiliare, 2014, Ruinelli Associati Architetti

Note

Per opere intendiamo i manufatti di rilievo presenti in Val Bregaglia – che geograficamente si conclude a fondo valle con la città italiana di Chiavenna – siano essi monumenti storici, ingegneristici o architettonici.

Le architetture non menzionate nel testo sono state commentate in altri saggi e progetti presentati in questo numero di Archi.

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