Una «fab­brica do­mes­tica» sos­pesa sul verde

Casa CCFF, Lancy GE

Date de publication
19-12-2022
Alberto Bologna
Architetto PhD, ricercatore DiAP – Sapienza Università di Roma

Leopold Banchini ricerca attraverso il codice espressivo della sua architettura una interazione attiva con un luogo dalla non semplice interpretazione: la casa prende il nome dalla sua vicinanza al fascio di binari che conducono alla stazione ferroviaria CFF (Chemins de fer fédéraux) di Lancy-Pont-Rouge, ed è collocata in una traversa secondaria di Avenue Eugène Lance, la grande arteria di scorrimento veicolare a ovest del sedime ferroviario nel comune di Grand-Lancy, nel Canton Ginevra. Si tratta di una porzione urbana caratterizzata da edifici residenziali mono o plurifamiliari, alti al massimo due piani: dunque, una lottizzazione definita da case isolate circondate da giardini privati. Nello specifico, la porzione di terreno sulla quale interviene Banchini è contraddistinto da una forte pendenza, in discesa verso il lato rivolto a est, quello che insiste direttamente sui binari.

Le scelte distributive e compositive operate da Banchini dipendono dunque dalle caratteristiche del sito, ma pure da aspetti strettamente legati alle questioni costruttive messe in campo per la definizione compositiva dell’architettura. Infatti la struttura portante, sviluppata in sinergia con l’ingegnere Marc Walgenwitz, sfrutta appieno le capacità statiche ed espressive del legno: assemblata in pochi giorni da falegnami locali, è pensata per proporre «un’alternativa all’archetipo delle case svizzere in calcestruzzo spesso poggiate su pesanti fondazioni», come ha affermato l’architetto.

L’impianto planimetrico è messo a punto proprio a partire dalla griglia imposta dal telaio strutturale. L’impronta dell’abitazione è un quadrato perfetto, di 12.40 metri di lato, frazionato al suo interno in sedici settori entro i quali trovano spazio i diversi ambienti, su due livelli. Il piano terreno sfrutta la pendenza del sito per creare un cannocchiale visuale verso il paesaggio infrastrutturale della ferrovia: tra gli snelli pilotis trova spazio un posto auto e, in posizione baricentrica entro due dei sedici settori strutturali, la bussola vetrata d’ingresso che consente di vedere la scala a chiocciola.

Osservando l’edificio dalla strada, il primo piano appare impenetrabile e compatto; per contro, una sensazione immateriale permea lo spazio domestico interno, le cui dimensioni paiono amplificate grazie alla sapiente gestione della luce e al ricorso al colore bianco per muri e pilastri. La scala sbarca quindi in un grande spazio, corrispondente a undici campate strutturali rivolte verso i binari, che ospita un’ampia zona soggiorno e la cucina a isola: questa è formata da tre grandi ripiani in marmo chiaro sovrapposti e sorretti da un telaio in acciaio, bianco anch’esso.

La volontà di trovare una relazione formale col sito, abbinata alla ricerca di una soluzione architettonica in grado di incanalare all’interno degli ambienti la maggior quantità possibile di luce naturale, ha condotto al profilo della copertura a shed oltre che all’inserimento, in due delle campate strutturali interne, di altrettanti peculiari patii coperti vetrati: qui il pavimento è sostituito da un grigliato che permette, al contempo, di percepire la presenza della vegetazione sottostante e favorire la ventilazione attraverso l’effetto camino. Sul lato strada, la campata a nord-ovest è occupata dal servizio igienico, mentre in altre due sono collocate le camere da letto.

Banchini sintetizza questo progetto definendolo una «casa urbana ed ecologica», concepita «quale "fabbrica domestica" che galleggia al di sopra di un giardino incontaminato»: fulgido esempio di architettura contemporanea in grado di esprimere, al contempo, qualità e razionalità costruttiva attraverso una progettazione colta e sensibile al luogo e alle potenzialità espressive date dall’impiego di materiali economici e dai sistemi di prefabbricazione a secco.

Luogo
Lancy GE

 

Committenza
privata

 

Architettura
Leopold Banchini Architects, Ginevra

 

Direzione lavori
Giussoni architecture, Carouge

 

Ingegneria civile
Marc Walgenwitz, INGENI, Ginevra

 

Impresa
JPF Ducret, Bulle

 

Fotografia
Dylan Perrenoud

 

Date
progetto 2016, realizzazione 2017-2018

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