«Il la­bo­ra­to­rio del fu­turo è in rete»

Le tecnologie digitali stanno cambiando l’industria del legno. Nel suo «Laboratorio del futuro», l’Istituto per l’economia digitale nell’edilizia e nell’industria del legno della Scuola universitaria professionale bernese sta sviluppando modelli di processi lavorativi e produttivi.

Date de publication
09-11-2021

Rolf Baumann, l’industria del legno in Svizzera è attrezzata per le sfide future?

Rolf Baumann: Con la nostra abbondanza di foreste e la disponibilità immediata della materia prima, le premesse ci sono tutte. Inoltre disponiamo di molto know-how e di aziende tecnicamente ben equipaggiate. Complicata è la struttura del settore, che conta 80 000 lavoratori in 10 000 aziende. Dovranno tutte scegliere tra quattro opzioni: puntare sulle dimensioni, tentando di accaparrarsi una posizione dominante sul mercato; ritirarsi; specializzarsi, elaborando una strategia di nicchia; infine quella che mi appassiona di più: collaborare.

Ossia?

Le piccole aziende possono lavorare insieme a progetti che affrontati singolarmente sarebbero troppo ambiziosi. La collaborazione può essere orizzontale, per esempio quando più costruttori affrontano insieme un grande progetto, o verticale, quando comprende tutto il ciclo produttivo, dal cliente al reperimento della materia prima. Particolarmente interessanti sono le collaborazioni flessibili, orientate sulle specifiche esigenze di un progetto. Le aziende possono anche cooperare nell’ambito di appalti specifici dando mandato a specialisti che non potrebbero permettersi individualmente.

Anche il rapporto tra cliente e azienda sta cambiando?

Il cliente si aspetta di poter configurare e ordinare sul web il prodotto che desidera. Lo scambio personale con il produttore non è più essenziale. Per fare un uso significativo delle piattaforme virtuali bisogna progettarle integrandovi principi digitali di base quali l’analisi combinatoria, parametrica, e l’eredità digitale. Questo si traduce in modelli di business completamente nuovi.

Può entrare nel dettaglio?

In passato le falegnamerie cercavano di distinguersi dalla concorrenza facendo leva sulla qualità. Un’argomentazione quasi irrilevante al giorno d’oggi, perché si trova buona qualità anche in un discount. Lì però l’assortimento è limitato, mentre la falegnameria può soddisfare esigenze più specifiche. E quindi, se i mobili di falegna­meria non sono tanto diversi in termini qualitativi, perché non creare una piattaforma comune in cui ciascuno possa configurare il proprio mobile in autonomia? In tal modo il cliente avrebbe la libertà di progettare il proprio armadio e farebbe una bella esperienza d’acquisto. Una volta avviati processi e principi di produzione, le falegnamerie aderenti potrebbero produrre mobili su misura.

Il presupposto alla collaborazione, sinergia e razionalizzazione dei processi produttivi che ha descritto è fare rete. Come intendete stimolare il networking?

Il nostro laboratorio del futuro è un ambiente di sviluppo, test e apprendimento aperto e neutrale su vasta scala. Stiamo testando proprio la capacità di fare rete, sia internamente – tra persone, macchine e prodotti – sia verso l’esterno, stimolando il coinvolgimento diretto di clienti e fornitori, e per quanto riguarda l’edilizia anche in interazione con il BIM.

Fare rete è un concetto sconosciuto nelle politiche aziendali odierne?

La difficoltà sta nell’interfacciare sistemi – per lo più proprietari – di diversi produttori e nell’utilizzare in maniera sistematica diverse strutture di dati. Inoltre è un impegno a lungo termine. Questi compiti di natura informatica mettono a dura prova le imprese artigiane: vogliamo sviluppare soluzioni pratiche per loro.

Come pensate di fare?

Sviluppiamo soluzioni puntuali e le integriamo nel sistema generale. Per esempio, abbiamo sviluppato un sistema che consente di costruire qualsiasi forma a partire da triangoli. Prima bisognava disegnare e calcolare ogni singolo triangolo, oggi si può fare su un’interfaccia grafica e in maniera molto flessibile. Si modella una forma, il programma calcola le dimensioni e la lavorazione di tutti i triangoli, e una macchina li produce automaticamente. Un sistema efficiente e conveniente.

Ci dà anche un esempio di come si possono mettere in rete tutti i processi aziendali?

Si tratta di far interagire progettazione (CAD), pianificazione delle risorse (ERP) e processi di produzione (CAM). Per un progetto Innosuisse abbiamo sviluppato con dei partner software un sistema di messaggistica che consente ai diversi sistemi di convogliare le proprie informazioni di stato a un server centrale, che a sua volta può essere interrogato per fornire informazioni relative agli altri sistemi. Ad esempio, il reparto CAD si può informare con l’ERP sullo stato degli ordini di materiale. Per la prima volta diventa possibile l’interscambio tra sistemi diversi.

Alla prospettiva di una digitalizzazione, le PMI non si sentono sopraffatte?

Abbiamo sviluppato uno strumento con cui un’azienda può stimare i costi necessari a generare dati nelle varie aree. Mostra anche il potenziale di ottimizzazione, per esempio quanto l’azienda potrebbe risparmiare ogni anno nella pianificazione delle risorse. Questo fornisce preziosi spunti in merito all’area sulla quale investire. Per una piccola azienda, il nostro strumento è un aiuto oggettivo. È disponibile sul sito dell’iniziativa Wald & Holz 4.0.

Questo articolo è stato pubblicato nel numero speciale «Città in legno: Uffici, centri tecnici, ateliers e altri luoghi di lavoro». Potete trovare altri articoli sul tema del legno nel nostro dossier digitale.

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