Pro­get­tare e cos­truire in legno a sud delle Alpi

A sud delle Alpi la costruzione in legno si concreta in molteplici forme che riflettono la personalità e la concezione dei progettisti, tra novità tecniche e ricerca dell'archetipo.

Date de publication
09-12-2019
Stefano Miccoli
Ingegnere civile POLIMI, assistente alla cattedra di strutture all’AAM, dottorando all’Università di Granada

La costruzione in legno a sud delle Alpi si caratterizza per una differenza delle soluzioni dovuta all’interpretazione personale che ogni progettista ha della propria opera sino alla definizione del sistema costruttivo. Non si assiste ancora all’imporsi di una soluzione costruttiva rispetto ad altre, riflettendo così una peculiarità della costruzione con il materiale legno che era stata chiaramente espressa in un dibattito tra Michael Alder, Jacques Herzog, Pierre de Meuron e Peter Zumthor nel 1985 sulle pagine della rivista «Archithese».1 Ne era scaturito che il ricorso alla costruzione in legno non avrebbe portato a un’architettura uniforme, ma piuttosto a una serie di declinazioni date dall’interpretazione dei singoli architetti. In particolare, in una situazione generale di avanzamenti tecnici e tecnologici, di diffusione di costruzioni in legno su grande scala, e quindi a volte «anonime», che vediamo anche nella Svizzera a nord delle Alpi, la costruzione in legno a sud delle Alpi ha mantenuto un carattere molto personale, che da un lato continua una tradizione architettonica e dall’altro è capace di fare proprie le nuove conoscenze derivanti dalla ricerca scientifica degli ultimi 20-30 anni abbracciando gli ideali politici di una società più sostenibile. Questi presupposti sono sviluppati nel numero dai due saggi che approfondiscono il tema dell’utilizzo contemporaneo del legno quale materiale strutturale e degli sviluppi dell’architettura in legno nel contesto della Svizzera italiana.

Ascolta Stefano Zerbi che presenta «Archi» 6/2019 ai microfoni de «La rivista» di Rete Due

I progetti presentati esemplificano questa ipotesi. Si tratta di edifici con diverse funzioni e di diverse dimensioni: tre case d’abitazione, una casa-atelier e un edificio polifunzionale; in ciascuno il legno viene usato in modo diverso.

Nella «capanna moderna» a Ludiano degli architetti Tocchetti Pessina il legno è usato insieme al calcestruzzo e alla pietra per rievocare in chiave moderna una capanna tradizionale. Qui l’idea architettonica, che diventa anche la base per il concetto strutturale, è molto chiara e semplice: quello che ha funzione di servizio è realizzato in calcestruzzo e rivestito in pietra, tutto il resto è in legno.

La casa a Monte Carasso degli architetti Guidotti affronta il problema ­strutturale attraverso il ricorso a una struttura principale in acciaio, che permette di realizzare gli sbalzi, e solai e tamponamenti realizzati in legno. In questo modo ogni materiale è sfruttato per le sue caratteristiche meccaniche e costruttive.

Il Centro per lo sci nordico a Campra degli architetti Pia Durisch e Aldo Nolli, pur facendo uso delle più moderne tecniche costruttive, si ispira ad archetipi dell’architettura alpina e di quella nordica moderna in legno. Anche in questo caso la separazione di funzioni e struttura è sottolineata dal cambio di materiale – basamento in calcestruzzo armato ed elevazione in pannelli di legno.

La casa Matter a Gordola degli architetti Moro & Moro e la casa-atelier a Rancate dello studio Stocker Lee condividono la stessa idea architettonica. In entrambi gli edifici la struttura è interamente in legno, ma è possibile percepirlo solo all’interno, in quanto nel primo caso la struttura è rivestita da una facciata in alluminio, scelta per integrare meglio l’edificio nel paesaggio circostante, nel secondo da una facciata in laterizio. Il legno è quindi scelto non per essere mostrato all’esterno, ma per farne esperienza negli spazi interni.

Ci troviamo dunque di fronte a interrogativi e domande di tipo architettonico più che tecnico, idealmente situate tra l’idea di forma costruita di Paul Schmitt­henner («Non si tratta di inventare forme per poi cercare materiali e tecniche a essi adatti, bensì di trovare nelle potenzialità tecniche e dei materiali la forma migliore e più funzionale e quindi anche più bella»)2 e quella di rivestimento di Adolf Loos («La legge suona quindi così: bisogna operare in modo da escludere ogni possibile confusione fra materiale rivestito e rivestimento. Vale a dire: il legno si può dipingere di tutti i colori tranne uno: il color legno»)3. L’auspicio è quindi quello che questo materiale possa continuare a servire quale base per una discussione su progetto e costruzione dell’architettura.

Note

  1. Reden über Holz. Propos sur le bois, «Archithese», n. 5, 1985, pp. 2-14.
  2. Paul Schmitthenner, Delle possibilità di creare uno stile, in Paul Schmitthenner, La forma costruita. Variazioni su un tema, Electa, Milano 1988, p. 176.
  3. Adolf Loos, Il principio del rivestimento, in Adolf Loos, Parole nel vuoto, Adelphi, Milano 1972, p. 83.

«Archi» 6/2019 può essere acquistato quiQui puoi invece leggere l'editoriale con l'indice del numero.

Sur ce sujet