Ojalà – Una pic­cola casa fles­si­bile

Al Salone del Mobile di Milano non è raro fare delle scoperte notevoli al di fuori dei padiglioni ufficiali, nel cosiddetto Fuori Salone. Nella Memphis – Galleria Post Design in Largo Claudio Treves, a Brera, siamo incappati nel progetto di una giovane architetta svizzera per una piccola casa: Ojalá.

Date de publication
30-04-2019

L'architetta Beatrice Bonzanigo, cresciuta in Ticino e formatasi all'Accademia di architettura di Mendrisio, ha trovato la sua patria professionale a Milano dal 2014 nello studio «Isabella Invernizzi Workshop», nato nel 1980, fondando così con Invernizzi l'IB Studio. Il suo ultimo progetto, una piccola casa ideata senza una parcella prestabilita e pronta a essere collocata in qualsiasi contesto, è stato presentato pubblicamente per la prima volta nella Memphis – Galleria Post Design a Milano.

Si tratta di una casa rotonda con una superficie di 27 m2; le due piattaforme di legno del pavimento e del soffitto sono sorrette da una colonna centrale e da elementi di sostegno in metallo, e la struttura è inoltre stabilizzata da quattro tiranti. Tra corde azionabili manualmente attraverso ruote ed elementi murali arrotolabili in tessuto e legno – "Mesh Sheets di Wood Skin", un prodotto italiano già esistente –, la funzionalità delle pareti e delle facciate ricorda più gli elementi di una barca a vela che una struttura statica. Anche i pavimenti, le balaustre, le scale esterne e la terrazza sul tetto sono costruite in legno.

Questa casa minimale esiste al momento solo come modello in scala 1:10. Era nata dall'idea di offrire agli utenti di un albergo un'ulteriore esperienza, ma potrebbe essere installata anche da dei privati in un luogo a scelta, per esempio per destinarla agli ospiti. La casa può essere suddivisa in due camere da letto e un soggiorno o può essere utilizzata come spazio unico; contiene una mini-cucina e servizi igienici. È già brevettata come «abitazione ad alta flessibilità».

«Ojalá» in spagnolo significa «Speriamo!» o «se solo…» – un nome divertente ed autoironico per questo sogno di due architette che forse un giorno diverrà realtà.

 

Per scoprire i lavori di altri giovani architetti formatisi all'Accademia, rimandiamo ai loro profili in Archi 2/2019.

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