Im­para­re da Mend­ri­sio

Trent’anni fa, la Svizzera lanciò la mobilità elettrica con un ­progetto pilota nel sud del ­Ticino. Un progetto di cui molti hanno beneficiato e continuano tutt’oggi a beneficiare, dal singolo automobilista al ­settore pubblico.

Publikationsdatum
26-07-2021

Passeggiando per i vicoli del borgo di Mendrisio, ammirando case e cortili pittoreschi o assistendo a una delle tradizionali processioni pasquali, è difficile immaginare quanta forza innovativa si celi dietro quelle mura storiche. Eppure, è proprio da qui che costruttori e architetti sono partiti per il mondo, dove sono stati apprezzati per la loro abilità. Pionieri sono stati anche i fondatori della locale Accademia di architettura, che inizialmente hanno dovuto lottare per la sua accettazione. Mendrisio, inoltre, è diventata, più di venti anni fa, sede di un progetto pilota nazionale di mobilità elettrica in considerazione delle sue speci­ficità territoriali. In questo lasso di tempo sono stati introdotti sul mercato oltre 400 veicoli elettrici, destinati per due terzi a utenti privati.

Il motivo di questo esperimento non è tuttavia da ricondurre all’audacia tecnica, bensì a un’esigenza fortemente sentita: il Men­drisiotto è esposto a un notevole in­quinamento ambientale per la presenza dell’autostrada che transita da e verso l’Italia e per l’intenso traffico transfrontaliero. Le emissioni di polveri fini e i valori dell’ozono superano regolarmente i limiti consentiti dalla legge.

Obiettivi raggiunti

Dal 1994 al 2001, il comune ticinese di Mendrisio, al tempo la più grande regione modello in termini di mobilità elettrica in tutta Europa, ha promosso la sperimentazione dei veicoli elettrici leggeri (VEL). Per consentire un confronto tra i diversi sistemi furono utilizzate automobili di costruttori diversi e con diverse tecnologie di batterie. Oltre all’idoneità per l’uso quotidiano, sono stati esaminati anche gli incentivi e le misure di sostegno, nonché i futuri concetti di trasporto ecologico. Alcuni obiettivi sono stati raggiunti, tra questi la compatibilità con le esigenze d’uso quotidiano: tra i partecipanti, la maggior parte dei privati ha scelto un VEL come seconda macchina e, stando alle indicazioni delle autorità ticinesi in ambito ambientale, ha continuato a farlo. Anche l’impatto relativo alle tratte brevi percorse con veicoli elettrici è stato positivo, segnatamente in riferimento alla riduzione del consumo di energia e al contenimento dell’inquinamento ambientale.

Il progetto pilota di Mendrisio ha però dimostrato che la differenza di prezzo per l’acquisto di un VEL rispetto ai veicoli tradizionali non può essere troppo elevata. Le convinzioni puramente idealistiche non sono sufficienti per deciderne l’acquisto – il fattore determinante per il cambiamento è quello economico. I risultati della ricerca hanno dimostrato che sono necessari modelli di finanziamento orientati all’utente, per compensare gli alti costi di acquisizione rispetto ai costi operativi. Per garantire il successo dei veicoli elettrici occorre inoltre una rete sufficientemente estesa di rivenditori qualificati e servizi di assistenza, nonché un’infrastruttura di ricarica affidabile. Dalla sintesi delle analisi pluriennali si può desumere quanto segue: le innovazioni relative alla tecnologia del veicolo non sono, di per sé, sufficienti per affermarsi sul mercato. Tutti i settori e gli elementi del sistema di mobilità devono essere modificati per promuovere ulteriormente la mobilità elettrica.

Avanzate misure di sostegno

Il Ticino continua tutt’oggi ad avvalersi di questi risultati. La politica di sostegno cantonale è molto avanzata rispetto al livello nazionale. Viene infatti sovvenzionato l’acquisto di un’automobile elettrica, ma anche l’installazione di una stazione di ricarica, su una proprietà privata o in un contesto professionale. Solo il Canton Ginevra offre misure di sostegno paragonabili. Due anni fa il Ticino ha ricevuto persino il premio nazionale Goldener Stecker, con cui il settore dell’elettromobilità ha inteso riconoscere alla regione il contributo apportato in questo campo. Soprattutto nel Sottoceneri, che è densamente popolato, le stazioni di ricarica elettrica pubbliche sono frequenti tanto quanto nell’Altopiano svizzero. E anche nelle appartate valli a sud, i grotti tradizionali offrono spesso almeno un posteggio per automobili con colonnina di ricarica elettrica.

Non manca tuttavia il margine di miglioramento: in Ticino, solo il 6% delle nuove immatricolazioni di veicoli riguarda la mobilità elettrica, percentuale che non raggiunge la media nazionale. L’efficienza delle misure cantonali è comunque impressionante: è vero che solo un sesto dei finanziamenti da 3 milioni di franchi è destinato al potenziamento dell’infrastruttura di ricarica, ma per ogni due veicoli elettrici acquistati si aggiunge un’ulteriore stazione di ricarica. L’Ufficio dell’aria, del clima e delle energie rinno­vabili sta preparando ulteriori progetti di elettromobilità. Ancora una volta la scelta è ricaduta su Mendrisio come punto di ­partenza per ­lanciare un’offerta di e-bike sharing pubblica a livello cantonale.

Sistema di avviso acustico sancito dalla legge

Il progetto originario del modello LEM ha evidenziato anche qualche problema iniziale: a velocità ridotta i veicoli elettrici circolano quasi senza produrre rumore. Se questo è, di per sé, un vantaggio, può rappresentare un rischio fatale per pedoni o ciclisti quando il veicolo sopraggiunge da dietro. Ancora più rischioso risulta essere per passanti ciechi o ipovedenti, che non riescono a sentire un veicolo elettrico in avvicinamento. Per il progetto pilota, all'epoca si è deciso di applicare successivamente un sistema di avviso acustico ad alcuni ­modelli standard. L’integrazione di un sistema di avviso AVAS (Acoustic Vehicle Alerting System) è ormai prevista dalla legge. Produce un suono continuativo che deve essere udibile nelle zone in cui vige un ­limite di velocità di 20 km/h. A partire da quest’estate questo sistema di avviso è obbligatorio per tutte le nuove automobili elettriche e per i veicoli ibridi acquistati in Svizzera e nell’UE.

Un’altra cosa che si può imparare tutt’oggi da Mendrisio: i dati e i risultati dei sondaggi rilevati durante il periodo pilota continuano a costituire un utile bagaglio di esperienze nonché la base per gli sviluppi futuri nell’ambito dell’elettromobilità. Inoltre, ogni anno, il 16 giugno si celebra in Svizzera la giornata nazionale dell’elettromobilità: lo «Swiss eDay» è stato introdotto in onore del progetto di Mendrisio.

Con il sostegno di SvizzeraEnergia e Wüest Partner espazium – Edizioni per la cultura della costruzione ha pubblicato:
 

Nr. 1/2018 «Immobili ed energia: Strategie per l'immobiliare – guida per investitori istituzionali»

 

Nr. 2/2019 «Immobili ed energia: Strategie per il collegamento in rete»

 

Nr. 3/2020 «Immobili ed energia: Strategie di trasformazione»

 

Nr. 4/2021 «Immobili ed energia: Su percorsi comuni con l’elettromobilità»

Gli articoli del ciclo «Immobili ed energia» sono raccolti in questo e-dossier.

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