«ARRHOV FRICK. URSPRUNG Origine/Origin - una mostra in divenire»
Al Teatro dell’Accademia
L’esposizione, in programma da metà novembre a inizio marzo, sarà dedicata al metodo di ricerca e progettuale dello studio svedese. Johan Arrhov è docente invitato a Mendrisio. Oltre ai disegni, saranno esposte numerose fotografie di Mikael Olsson.
Dal 14 novembre al 2 marzo 2025 il Teatro dell’Accademia di Mendrisio ospiterà «ARRHOV FRICK. URSPRUNG Origine/Origin - una mostra in divenire», che esplorerà il metodo di ricerca e progettuale dello studio di architettura svedese Arrhov Frick.
L’espressione in divenire indica che la mostra, utilizzando un format innovativo, continuerà a modificarsi ed arricchirsi nel tempo. L’intento è quello di portare un esperimento di mediazione culturale per esplorare nuove modalità di pensare/immaginare possibili progetti di modificazione dello spazio di vita, sia collettivo che privato, secondo principi suggeriti dai nuovi bisogni e dai nuovi vincoli legati all’abitare e all’ambiente. Tutto ciò contribuirà alla creazione di una vera e propria agorà, attraverso l’ausilio di installazioni ‘site-specific’ che interverranno anche sulle condizioni ambientali e spaziali del Teatro dell’architettura.
Vi saranno varie sezioni, con le fotografie di Mikael Olsson
Il lavoro di Johan Arrhov – titolare con Henrick Frick1 dello studio di architettura ARRHOV FRICK –, docente invitato in Progettazione all'Accademia di architettura di Mendrisio dal 2021, sarà analizzato attraverso una serie di sezioni tematiche, ciascuna corredata da numerosi disegni degli autori e da grandi fotografie di Mikael Olsson2, artista-fotografo svedese che ha sviluppato un personale modo di interpretare l'architettura, attraverso una radicale re-visione e ri-presentazione dell'opera mediante la fotografia.
Quattro processi simultanei e il contributo degli studenti di Arrhov
Il Teatro dell’Accademia sarà il terreno comune di quattro processi simultanei: un atelier di progettazione, il ciclo di conferenze pubbliche del semestre autunnale 2024, anch'esso curato dall’architetto svedese, delle istallazioni 1:1 e frammenti del metodo di ricerca dello studio. Gli studenti dell’atelier di Arrhov, orientato alla ricerca su argomenti legati alle costruzioni semplici, ai cambiamenti dei bisogni e dei comportamenti sociali, saranno a loro volta protagonisti della mostra da settembre a dicembre. Allestiranno infatti un archivio di progetti, ricerche e una serie di prototipi in scala 1:1. Avranno anche la possibilità di partecipare a seminari e laboratori condotti da esperti in vari ambiti disciplinari, che daranno vita a una vera e propria agorà, contribuendo a rafforzare il concetto di mostra in divenire.
Il 14 novembre si terrà l’inaugurazione con una conferenza pubblica
Il 14 novembre alle ore 18.30 si terrà l’inaugurazione, con una conferenza pubblica di Amy Perkins e James Binning (Assemble Studio, Londra) moderata da Stéphanie Bru (Bruther, Parigi) e Johan Arrhov (Arrhov Frick, Stoccolma), in cui interverranno il Direttore dell’Accademia Walter Angonese, il Coordinatore di Direzione Marco Della Torre e il curatore. Venerdì 15 novembre 2024, alle ore 12.30 Asako Iwama, cuoca e artista, terrà un laboratorio sperimentale per esplorare le dimensioni sociali del cibo, con il supporto degli studenti dell’Accademia di architettura.
Maggiori informazioni: mostra e inaugurazione.
Note
1.Johan Arrhov (1979) e Henrik Frick (1977) hanno conseguito il master in architettura presso il KTH Royal Institute of Technology nel 2007 sotto la supervisione della professoressa Ana Betancour, che li ha introdotti ad un approccio al progetto innovativo e basato sulla ricerca. Insieme hanno fondato Arrhov Frick nel 2010 a Stoccolma, in Svezia e Carlos Nieto Cid (1977) ne è diventato socio nel 2017. Johan Arrhov e Henrik Frick tengono conferenze pubbliche nelle università e il loro lavoro è stato pubblicato in monografie e riviste di settore a livello internazionale, come 2G (n.77) e El Croquis (n.217). Lo studio ha ricevuto negli anni diversi riconoscimenti ed ha esposto alla Biennale di Architettura di Venezia nel 2016.
2. Mikael Olsson (1969) è un artista e fotografo, formatosi presso il Dipartimento di Fotografia e Cinema dell'Università di Göteborg tra il 1993 e il 1996. La fotografia di Olsson spesso ridefinisce i generi classici, concentrandosi sulla rievocazione della storia e sull'interazione tra passato e presente. Il suo libro d'esordio, Södrakull Frösakull (Steidl, 2011, con testi di Beatriz Colomina e Helena Mattsson), è un'indagine su due edifici di Bruno Mathsson, che crea un condensato di preoccupazioni moderniste orientate alla biologia, di cui le case sono un estremo concentrato svedese. La sua pubblicazione on | auf (Steidl, 2020) è uno studio fotografico sul padiglione degli architetti Herzog & de Meuron e dell'artista Ai Weiwei - un progetto che, secondo l'autore Péter Nádas, è caratterizzato dalla “tensione tra le facoltà visive e le convenzioni visive, la realtà della percezione e la realtà della visione, del concreto e dell'astratto”. Il rapporto tra percezione e rappresentazione è ulteriormente esaminato nella sua “opera semi-autobiografica” Olsson Mikael (Art and Theory, 2022). Olsson ha esposto in numerose mostre personali e collettive, sia in Svezia che all'estero. Ha collaborato con lo stilista giapponese Jun Takahashi e ha recitato in film del vincitore della Palma d'Oro svedese Ruben Östlund (The Square) e del regista italiano Luca Guadagnino (Suspiria). Olsson sta lavorando a un progetto in corso su Sigurd Lewerentz, che finora è stato divulgato nella mostra principale della Biennale Architettura di Venezia del 2018, dove Olsson ha esposto insieme all'architetta Petra Gipp, e nel libro LWRNTZ [work in progress] (Andersson Örn, 2022). Mikael Olsson è rappresentato dalla Galerie Nordenhake.