Casa d’Arte Mi­ler, Ca­po­lago

Il progetto della Casa d’Arte Miler consiste nella creazione di un luogo introverso che conclude lo spazio del nucleo vecchio di Capolago.

Date de publication
03-03-2016
Revision
03-03-2016

La casa d’Arte Miler

Probabilmente è un unicum il restauro e la funzione della casa d’Arte Miler a Capolago. La sfida, bella da sognare ma difficile da realizzare, consisteva nell’armonizzare allo scopo espositivo, collezionistico e abitativo un edificio storico nato in due epoche differenti. La magione in questione, l’antica Tipografia Elvetica, fondeva una costruzione del XVII secolo con un’aggiunta notevole della fine del XVIII secolo. Si trattava ora di unire i due corpi appoggiandosi all’evidente presenza storica, sottraendole gli orpelli e le divisioni varie succedutesi nei secoli. Come per l’arte che veste la casa si è trattato di un lavoro di valorizzazione del generoso spazio e i materiali impiegati hanno genuinamente aiutato a raggiungere lo scopo.

La non facile sfida dell’illuminazione è stata vinta con una cornice perimetrale in gesso a leggera forma svasata che irradia uniformemente una sensazione di luce sospesa ed eterea. Missione compiuta. Ogni scelta progettuale è stata pensata, riflettuta e spiegata in loco a voce o manualmente alle varie corporazioni di artigiani che hanno contribuito alla realizzazione dell’opera. La traduzione dell’idea in realtà è stata una soddisfazione condivisa con i clienti che possono acquistare opere esposte in maniera chiara, lungimirante e non artefatta.

Dopo qualche anno d’uso possiamo dire che il rapporto fra le opere esposte e l’ambiente d’accoglienza è perfetto. Affermiamo d’esser riusciti a creare uno stile «caldo - minimale» che esalta i vantaggi e rifugge la freddezza laconica. Il tutto è comunque frutto di un pensiero costruito attorno al desiderio di miscelare sia un mobilio d’autore, Gustave Serrurier-Bovy nella fattispecie, sculture, pitture e arti decorative totalmente inusuali risultato di ricerche decennali.

Una delle osservazioni che ascoltiamo ripetutamente ruota attorno a un’atmosfera d’unità, pulizia e classe: non è frutto d’artifici o mistificazioni ma riassumibile in «semplice logicità». In quest’ottica ci è parsa normale la ricerca di un professionista per l’edificazione del muro perimetrale che chiudesse la proprietà dandole un’impronta logico-contemporanea. Felicemente siamo approdarti a Jachen Könz che ha saputo caratterizzare il manufatto firmando un’opera che esprime il nostro pensiero. Naturalmente come sempre una visione di persona permetterà di verificare quanto affermato. La possibilità viene data dalla Casa d’Arte che organizza due esposizioni annuali su temi artistici e di arredamento.

La corte esterna

La Casa d’Arte Miler conclude lo spazio del nucleo vecchio di Capolago, borgo di transito e in tempi lontani anche di imbarco verso Lugano: l’orientamento della villa non segue quello del nucleo, ma piuttosto quello di Melide-Lugano. Con la costruzione della ferrovia FFS si è troncato il rapporto diretto con il lago, apportando un’importante fonte di immissioni foniche. La strada cantonale sul retro e l’ubicazione del posteggio comunale di lato hanno accerchiato l’edificio di ulteriori fonti di rumore. 

Il progetto consiste nella creazione di uno spazio introverso con una nuova interpretazione dei rapporti con le adiacenze, conferendo alla villa una nuova qualità spaziale e proteggendola dalle immissioni foniche.

Tre elementi murali in cemento armato creano uno spazio: un muro lineare costeggia il tracciato della ferrovia e si conclude con un volumetrico cilindro; questo muro funge da barriera fonica e si inserisce nel progetto di protezione fonica delle FFS. Un muro con pensilina articola l’accesso dal lato nord, dal posteggio Comunale, enfatizzato da un portone di legno tra il muro semicircolare e il muro di raccordo con la villa. Una gradinata sul lato sud riporta lo spazio introverso a corte con una parte rialzata del giardino, dalla quale si è proiettati sul lago, verso Lugano, come un tempo.

Questo recinto di muri in cemento armato ridà alla proprietà un dignità spaziale tramite l’articolazione di una successione spaziale. La sistemazione del giardino avviene all’interno di uno spazio definito, un giardino urbano introverso.

Committenza: Milo Miler

Architettura: Jachen Könz (sistemazione esterna); Lugano

Ingegneria: Studio Enzo e Paolo Vanetta; Lugano, Studio Passera & associati SA; Lugano

Fotografia: Tonatiuh Ambrosetti e Daniela Droz; Losanna, Jachen Könz; Lugano

Date: progetto 2010, realizzazione 2011

Sur ce sujet