Tras­for­ma­zione ra­di­cale, senza fretta

Conversione dell'area dismessa Bernapark, Stettlen (Berna)

Quali sono gli aspetti da considerare nella transizione dal vecchio al nuovo? A est della capitale, un investitore privato dimostra come trasformare un’ex area industriale nella matrice per un insediamento vario e denso.

Date de publication
05-10-2020

La produzione di carta e cartone nel comune rurale bernese di Stettlen, all'estremità orientale della regione della capitale, ha avuto inizio nel 1876. Oggi, quasi 150 anni dopo, la grande fabbrica di Deisswil, con varie centinaia di operai e una produzione giornaliera di 500 tonnellate di cartone, appartiene ormai alla storia. 8 ettari di quest'area industriale sono in fase di trasformazione: dall’ex fabbrica di cartone sorgerà un quartiere in cui si potrà vivere, lavorare, studiare e trascorrere il tempo libero. La trasformazione punta sulla combinazione di: utilizzo temporaneo, riconversione dei vecchi capannoni industriali e integrazioni strutturali in parecchie fasi. Il Comune ha definito il contesto di sviluppo in una zona già urbanizzata, in cui fra l'altro sono richiesti la conservazione degli edifici protetti, un’alta qualità architettonica e un piano per la mobilità. La caratteristica facciata della fabbrica, lunga quasi 300 metri e più volte ampliata, pertanto resterà. Attualmente questa struttura esistente è oggetto di una sopraelevazione con una costruzione in legno. Il programma funzionale comprende 173 appartamenti destinati alla locazione, oltre a zone destinate a servizi e attività commerciali.

Il promotore del progetto, Bernapark AG, sta elaborando le basi per la trasformazione insieme allo studio di architettura Aebi & Vincent, a degli specialisti e a una sociologa. Il masterplan a lungo termine sarà sviluppato in un'ulteriore procedura di workshop, che sarà accompagnata da un gruppo inter­nazionale di esperti. Oltre alla valorizzazione dello spazio esterno e alla scarsa presenza di traffico veicolare, per l’intera area è previsto anche un approvvigionamento energe­tico a basse emissioni.

L’area, che comprende anche ulteriori 10 ettari di superfici di riserva, è di proprietà di un investitore privato che fin dalla chiusura della fabbrica di cartone si è impegnato finanziariamente, ed è intenzionato a vincolarsi a lungo termine.

Paul Knüsel – Hans-Ulrich Müller, lei sta trasformando la fabbrica di cartone in un quartiere urbano densamente abitato. Gli edifici industriali non sono d’intralcio?
Hans-Ulrich Müller – Sì e no. La struttura a scatole cinesi del complesso in­dustriale storico di certo non facilita la riconversione. Tuttavia, sono proprio le strutture della fabbrica a conferire all'area il suo fascino caratteristico. Una tale simbiosi tra vecchio e nuovo è molto rara. In nessun altro luogo, oggi, troveremmo spazi con queste altezze o queste configurazioni. Bisogna sempre consi­derare anche il progresso, ma senza perdere di vista i valori della tradizione.

Non sarebbe stato più semplice fare tabula rasa per realizzare ex novo un sito sostenibile?
Dal punto di vista degli esperti, questo tipo di procedura sarebbe giudicata più efficace e finanziariamente interessante. Personalmente, però, sono molto legato alla tradizione. Abbiamo quindi discusso molto, internamente, per deci­dere se demolire gli edifici esistenti,
accettando così di perdere l'atmosfera.
Il patrimonio immobiliare preesistente e la sua storia emanano più calore rispetto a costruzioni eleganti e ultramoderne. Molte costruzioni della fabbrica di cartone saranno mantenute; confidiamo in una richiesta adeguata per poter sfruttare questo patrimonio in modo sostenibile e innovativo. Non mi interessa tanto massimizzare il valore, quanto creare qualcosa che le persone apprezzino.

Quali sono gli ostacoli da superare per la trasformazione definitiva?
Ci sono alcune cose da fare e abbiamo tante idee. Entro due anni la prima fase dovrebbe essere conclusa e questa parte dell'area dovrebbe funzionare come un piccolo quartiere autonomo. La pianificazione della fase successiva è già iniziata: ad esempio, vorremmo deviare il torrente Mühlebach attraverso l'area; un corso d’acqua creerebbe un'atmosfera naturale nel quartiere. Riguardo allo sviluppo del sito, però, è importante dialogare con gli abitanti, con le autorità e con gli esperti. Per questo è particolarmente positivo che la popolazione abbia accettato all’unanimità la modifica del diritto delle costruzioni.

Cosa potrebbe causare il fallimento del progetto di sviluppo?
Non penso al fallimento, ma si devono sempre considerare i ritardi imprevisti. Negli ultimi due anni abbiamo subito un incendio e la pandemia ha scombussolato il programma delle scadenze. Ma noi non abbiamo fretta. Il mio impegno in qualità di investitore è a lungo termine. La mia famiglia condivide l’entusiasmo per il Bernapark e collabora attivamente. È stato già predisposto il necessario anche per la successione.

Luogo Bernapark, Stettlen (Berna)

Tipologia 11 edifici per abitazione, amministrazione, negozi e cultura; 173 appartamenti

Committenza Bernapark AG, Stettlen

Architettura GHZ Architekten, Bern/Belp

Impiantistica ibe Institut bau + energie, Bern

Realizzazione 2015 pianificazione; 2018-2022 (prima tappa)

Superficie dell'area 81'000 m2

Superficie dei piani 65'000 m2

 

Tempistiche / Procedura di aggiudicazione

2010 acquisizione dell'area industriale dismessa

2016 cambiamento di destinazione della zona

dal 2019 workshop di progettazione

Con il sostegno di SvizzeraEnergia espazium – Edizioni per la cultura della costruzione ha pubblicato:

Nr. 1/2018 «Immobili ed energia: Strategie per l'immobiliare – guida per investitori istituzionali»

Nr. 2/2019 «Immobili ed energia: Strategie per il collegamento in rete»


Nr. 3/2020 «Immobili ed energia: Strategie di trasformazione»

Gli articoli del ciclo «Immobili ed energia» sono raccolti in questo e-dossier.

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