«È im­por­tante che la voce della SIA en­tri in Par­la­mento»

Membri SIA nella sfera politica

Uno è alla sua terza legislatura, l’altro è un nome nuovo sullo scacchiere politico: Beat Flach (Gruppo verde liberale, Argovia) e Kurt Egger (Verdi, Turgovia). Entrambi rappresenteranno la SIA nei prossimi quattro anni in seno al Consiglio nazio­nale. Nell’intervista che segue ci raccontano dei loro obiettivi.

Date de publication
06-02-2020

Signor Egger, innanzitutto congratulazioni! Mi dica, qual è la cosa che più la emoziona nel mettere piede per la prima volta a Palazzo federale? Che cosa la entusiasma in questa sua nuova carica in seno al Consiglio nazionale?
Kurt Egger – Lavorare all’interno del gruppo parlamentare, e soprattutto il fatto che i nuovi consiglieri nazionali membri del Gruppo ecologista arrivino dai più diversi settori: esperti in ambito energetico, imprenditori, agricoltori, sociologi o specialisti della finanza – insomma, lo spettro è ampio e variegato.

Signor Flach, ha già otto anni di esperienza alle spalle nella Camera bassa. Che cosa l’ha spinta a ricandidarsi?
Beat Flach  La politica mi appassiona, sempre e ancora. Inoltre ho diversi progetti avviati, come la seconda fase della revisione della legge sulla pianificazione del territorio (LPT 2) o la revisione del diritto in materia di contratto di costruzione, progetti che porterò certamente avanti con questa legislatura.

Se dovesse dare un consiglio al suo nuovo collega Kurt Egger, che cosa gli direbbe?
Beat Flach – Gli direi di avere il «co­raggio degli spazi vuoti»: con questo intendo dire il coraggio di non dover for­zatamente dire «sì» a tutti gli inviti e partecipare a tutti gli eventi. Ogni giorno ricevo un chilo di posta e un centinaio di e-mail, senza contare le newsletter, i messaggi inviati per conoscenza eccetera. Insomma è indispensabile fissare delle priorità.
Kurt Egger Accidenti, così tanta posta? Sono allibito.

Valanghe di posta a parte, mi dica, signor Egger, che cosa le preme maggiormente in questa sua nuova funzione?
Kurt Egger Faccio parte di un gruppo di sei consiglieri federali che rappresenta il Canton Turgovia a Berna. In questa veste mi assumo naturalmente delle responsabilità. Inoltre sono un verde, e in quanto tale sono chiamato a soddisfare le elevate aspettative riposte nel nostro partito da parte degli elettori. Ora, con l’«onda verde», la pressione è diventata più forte e dobbiamo fornire risultati tangibili.

Signor Flach, la sua carriera professionale è iniziata come marinaio della navigazione sulle acque del Reno. Oggi lavora come giurista presso la SIA, quando non siede nel Consiglio nazionale. Tre attività molto diverse tra loro, direi, o ci sono forse dei punti in comune?
Beat Flach – La cosa più importante è restare sempre aperti e reagire in modo flessibile. Quando navigavo spesso non sapevo quale carico avrei dovuto trasportare e in quale porto. Anche in veste di giurista e parlamentare mi trovo spesso messo a confronto con nuove rotte e nuovi temi.

Signor Egger, tra le altre cose lei è anche vicepresidente della sezione SIA Turgovia, contitolare di una ditta che si occupa del settore ambientale e di consulenza energetica, presidente dei Verdi nel Canton Turgovia e ora anche consigliere nazionale. Posso chiederle quante ore dura la sua giornata?
Kurt Egger (ride) – Direi 24, quando le ho contate l’ultima volta. In azienda sono ben organizzato e anche per il resto, è solo questione di pianificare bene le cose. Comunque ho deciso di uscire dal Gran Consiglio.

Che percentuale la vede occupato presso la SIA, signor Flach?
Beat Flach – Un 50-70 per cento. In seno al Consiglio nazionale, la mole di lavoro dipende dalle commissioni di cui si è membri. In alcune devo far fronte a plichi di carta alti venti centimetri, in altre il lavoro consiste per lo più nella lettura di rapporti.

Rispetto ad altri settori, le pro­fessioni che concernono l’ambito della progettazione sono piuttosto sottorappresentate a livello politico. Come intendete dare maggiore voce agli obiettivi della vostra categoria professionale?
Beat Flach – Prima in Parlamento sedevano otto membri SIA, adesso siamo solo in tre: io e Kurt, nel Consiglio nazionale, e Olivier Français (PLR, Vaud) nel Consiglio degli Stati. Va detto però che non mancano soltanto gli ingegneri e gli architetti, ci vorrebbero più imprenditori attivi in diversi settori. È già capitato infatti che altri gruppi parlamentari mi abbiano chiesto consiglio come specialista.
Kurt Egger È fondamentale che in Parlamento vi siano dei portavoce SIA, anche perché è risaputo, e a giusta ragione, che i membri SIA siano affidabili e altamente professionali.

Per quale motivo, secondo voi, ci sono così pochi membri SIA in Parlamento?
Beat Flach – Di sicuro non per una mancanza di interesse o di impegno. Certo, non è facile gestire uno studio di progettazione e, in contemporanea, rivestire una carica politica e sedere nel Consiglio nazionale o nel Consiglio degli Stati.
Kurt Egger – Ma è possibile, e ne siamo un esempio vivente! Personalmente, mi interesso da tempo al mondo politico, ma certo la ditta è sempre stata al primo posto, ecco perché sono entrato tardi sullo scacchiere.
Beat Flach Bisogna dire anche un’altra cosa. Non dobbiamo dimenticare che molti membri SIA sono già impegnati politicamente a livello locale, regionale o cantonale.

Quali obiettivi vi siete posti per questa nuova legislatura?
Kurt Egger – Un bell’osso duro sarà la questione della politica energetica, e qui mi riferisco soprattutto alla legge sul CO2. La Svizzera deve inoltre muoversi alla svelta nel risanamento degli edifici e sul fronte delle energie rinnovabili.
Beat Flach Penso che per quanto concerne le questioni ambientali e la pianificazione del territorio sarà possibile trovare delle buone soluzioni. Tra le altre questioni che scottano vi sono la previdenza per la vecchiaia e l’acquisto di nuovi aerei da combattimento. Mi sta a cuore anche il «Matrimonio civile per tutti», ma qui mi pare che ormai siamo già sulla buona strada.

La SIA si impegna per uno «spazio di vita lungimirante, di alto valore qualitativo e organizzato all’insegna della sostenibilità». Come pensate che si posizionerà questo nuovo Parlamento «più verde», da qui ai prossimi quattro anni?
Beat Flach – Non siamo ancora sulla via della sostenibilità, per lo meno non in tutto ciò che riguarda i grandi progetti infrastrutturali. Dovremmo probabilmente tornare a chiarire bene il significato di sostenibilità e a definire i nostri obiettivi insieme ai cantoni, alle città e alle regioni. Ma temo che quattro anni non basteranno.
Kurt Egger – Io sono più ottimista. Sono certo che in materia di politica energetica e climatica faremo dei bei passi avanti. Per me è una priorità, ed è per questo che sono stato eletto.

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