Ter­re­moto nel pa­tri­mo­nio ar­chi­tet­to­nico – Akong Rin­poche Me­mo­rial Cen­ter

Opere di ingegneria svizzere 2017/2018

In una regione ad alto rischio sismico come il Nepal è di vitale importanza adottare misure strutturali efficienti, in grado di impedire il danneggiamento e il crollo degli edifici. L’Akong Rinpoche Memorial Center di Boudha, vicino a Kathmandu, opera di Gianfranco Bronzini dello studio Conzett Bronzini Partner, è stato concepito per resistere ai terremoti.

Date de publication
17-07-2019

Il 25 aprile 2015, la capitale nepalese di Katmandu è colpita da un forte terremoto di magnitudo 7,8 Mw con epicentro a soli 80 km a nord ovest dalla città. La vicinanza dell’epicentro, unita alla violenza delle scosse, causano la morte di 8786 persone, il crollo di 80 000 case e pesanti danni, sia agli edifici storici che alle nuove costruzioni. All’epoca, l’organizzazione umanitaria svizzera Rokpa era in piena progettazione dell’Akong Rinpoche Memorial Center, un centro pensato per offrire alle madri bisognose una formazione e un impiego come cucitrici e un luogo in cui i giovani nepalesi, ­volenterosi e motivati, ma senza possibilità economiche, potessero essere formati nel settore alberghiero. I danni devastanti arrecati alle costruzioni vicine spingono la committenza ad esaminare la struttura portante dell’edificio di cinque piani e ad apportare alcune modifiche.

Focus sull’essenziale

Bronzini predispone consolidamenti e adeguamenti strutturali. Trattandosi di una scuola, in categoria antisismica, si decide di ­dotare l’edificio di un seminterrato sull’intero suo sedime, il che a Katmandu è del tutto inusuale, per motivi di costi e di tenuta stagna. Lo zoccolo, realizzato in calcestruzzo gettato in opera, funge da contenitore, rigido e stabile, in cui si incastra il telaio in cemento armato. Tutta l’ossatura è saldamente ancorata al suolo, un requisito fondamentale per resistere alle violente scosse.

La struttura a telaio è una costruzione snella e offre sufficiente margine di manovra nell’organizzazione spaziale. La delimitazione degli spazi, in facciata e all’interno, è realizzata con duttili ­pannelli di tamponamento in mattoni. In caso di terremoto, le deformazioni che si originano sono piuttosto ingenti e con i tamponamenti rigidi si causerebbero enormi danni, se non addirittura il crollo. Per i tamponamenti il team di progettisti opta dapprima, ma invano purtroppo, per pannelli di riempimento in legno o prefabbricati, anch’essi deformabili. I materiali tuttavia erano troppo costosi o non reperibili. Inoltre mancavano le competenze per il loro impiego. La squadra di lavoro si convince e opta allora per il tradizionale metodo di costruzione in mattoni, flessibile e conveniente, curandone ogni dettaglio.

Aspetto tradizionale, cuore antisismico

I tamponamenti, e in particolare i parapetti, non sono montati a contatto diretto coi pilastri, bensì separati da giunti verticali di 3 cm, evitando che, in caso di terremoto, si origini un comportamento indesiderato che potrebbe causare lesioni a taglio o gravi meccanismi di collasso. I giunti sono dotati di uno strato flessibile e compressibile e da strisce nascoste sotto l’intonaco, ritagliate su misura da morbidi tappetini. L’esecuzione, sebbene più complicata e costosa, permette di coniugare in modo efficace i metodi di costruzione locali e tradizionali con le attuali regole dell’arte.

 

Committente Rokpa International, Zurigo

Architettura Anil Kumar Shrestha, Katmandu; Jolles Architekten, Zurigo

Ingegneria strutturale Prakina Tuladhar, Katmandu

Ingegneria sismica Gianfranco Bronzini, Conzett Bronzini Partner, Coira

Costi di costruzione 1,05 mio. Fr. (inclusi i lavori all'interno)

Periodo Gennaio 2016 – marzo 2018

Completamento 1° marzo 2018

Questo testo è tratto dal volume trilingue Opere di ingegneria svizzera 2017/2018 (espazium – edizioni per la cultura della costruzione, Zurigo, 2018); può essere ordinato qui.

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