La Sei­ne Mu­si­cale di Pa­ri­gi

Un alveare di vetro e legno

Publikationsdatum
09-04-2018
Revision
09-04-2018

Un gioiello montato a giorno

di Hubertus Adam

A venticinque anni dalla produzione dell’ultima Renault, l’isola di Seguin sulla Senna ha trovato una nuova destinazione d’uso: alla fine di aprile 2017 è stata inaugurata la Seine Musicale, il polo dedicato alla musica nato da un progetto di Shigeru Ban e Jean de Gastines. Fulcro visivo del complesso è l’auditorium a forma di uovo, poggiato sulla possente piattaforma come una perla di vetro e legno.

Dopo i musei e le biblioteche, negli ultimi anni sono sempre più numerose le sale da concerto, di nuova costruzione o riadattate, che diventano icone culturali e fari urbani. L’Elbphilharmonie è stata solo la punta dell’iceberg. Una breve panoramica della Germania e della Polonia: Katowice e Stettino, Dresda, Berlino e persino il piccolo comune di Blaibach nella foresta bavarese si sono dotati di spettacolari spazi per la musica. Più recentemente, lo studio Cukrowicz Nachbaur di Bregenz si è affermato con il suo progetto per il nuovo Konzerthaus di Monaco; con una spesa prevista di 360 milioni di euro, sorgerà così uno degli edifici culturali contemporanei più costosi della Repubblica Federale.

A Parigi, o, per essere esatti, nell’area metropolitana di Parigi, tre nuove sale da concerto sono state ultimate in stretta successione: nel 2014 l’Auditorium per la Maison de la Radio di AS Architecture-Studio, nel 2015 la Philharmonie di Jean Nouvel nel Parc de la Villette e, nel 2017, la Seine Musicale di Shigeru Ban e Jean de Gastines sull’isola di Seguin.

L’isola, situata sulla Senna a sudovest di Parigi, appartiene al comune di Boulogne-Billancourt e fino a non molti anni fa era la sede di uno dei complessi industriali più imponenti d’Europa. Vicino al piccolo capannone dove un tempo aveva assemblato la sua prima automobile, nel 1929 Louis Renault aveva costruito un gigantesco impianto di produzione improntato ai principi del fordismo. Su una base di calcestruzzo, necessaria protezione dalle piene, sorsero capannoni che occuparono l’intera isola, trasformandola in una gigantesca nave di pietra ancorata nella Senna. La fabbrica si estese anche sulla riva destra del fiume, eppure alla fine lo spazio non fu più sufficiente per gli adeguamenti strutturali richiesti dall’industria automobilistica e nel 1992 la catena di montaggio produsse la sua ultima Renault. Cosa fare dell’area industriale dismessa? Dopo numerose proposte progettuali rimaste sulla carta, qualcosa cominciò a concretizzarsi solo nel 2000, quando il miliardario François Pinault annunciò che intendeva affidare a Tadao Ando la costruzione di un museo per la sua collezione d’arte moderna sull’estremità nordoccidentale dell’isola.

Cinque anni dopo, entrato in contrasto con le autorità locali, Pinault partì alla volta di Venezia e per la sua collezione fece ampliare da Ando prima Palazzo Grassi e, poco dopo, la Punta della Dogana. Tuttavia, quando Bernard Arnault – avversario personale e concorrente con il grande gruppo del lusso LVMH – lega il proprio nome alla Fondation Louis Vuitton di Frank Gehry nel Bois de Boulogne, a Pinault torna il desiderio di lasciare un segno sulla Senna; e, con un progetto ancora una volta di Tadao Ando, entro il 2018 convertirà in museo l’edificio circolare della Borsa di Commercio, non lontano dalle Halles e dal Centre Pompidou. Questa volta non più in una posizione periferica, ma nel centro della città.

Nel 2005, quando Pinault annunciò il suo ritiro dall’isola, questa era già una tabula rasa in seguito alla demolizione di tutti i fabbricati industriali. Nuove prospettive si presentarono solo nel 2009-2010, con un masterplan di Jean Nouvel che prevedeva la tripartizione funzionale dello spazio; da quel momento in poi formò la base per lo sviluppo architettonico dell’isola. La Seine Musicale occupa l’estremità nord, dove inizialmente era previsto il museo di Pinault. All’altra estremità sono progettati un polo artistico e culturale dallo studio RCR e un albergo di Baumschlager Eberle; al centro, Vivendi, il più grande gruppo mediatico francese, vuole costruire un campus che dovrebbe raggrupparsi intorno al Jardin de l’Ile Seguin di Michel Desvigne, realizzato nel 2010.

Shigeru Ban – che per l’Ile di Seguin aveva progettato già nel 2006 un padiglione espositivo temporaneo (non realizzato) – nel 2013, in collaborazione con il collega francese Jean de Gastines, ha superato concorrenti illustri come Bernard Tschumi, Rudy Ricciotti e Dominique Perrault nel concorso per il polo musicale. Il progetto è stato realizzato attraverso una collaborazione tra pubblico e privato. Dei 170 milioni di euro dei costi di costruzione, 120 sono stati stanziati dal Dipartimento dell’Alta Senna, il resto è stato aggiunto da un consorzio tra privati costituito dal gruppo industriale Bouygues con il suo canale televisivo TF1, dall’investitore in infrastrutture InfraVia e dall’azienda di ristorazione e facility management Sodexo. L’impegno finanziario conferisce al consorzio il diritto e l’obbligo di organizzare e amministrare la Seine Musicale per trent’anni, con l’unica eccezione di cinquanta concerti all’anno finanziati con fondi pubblici. Si tratta soprattutto delle esibizioni dell’Insula Orchestra, oggi ensemble residente della nuova struttura, fondata nel 2012 da Laurence Equilbey, una direttrice che ha assimilato la tradizione storica e l’ha fatta propria.

Arrivando dalla metropolitana si superano prima il quartiere Pont-de-Sèvres ultimato nel 1979 che con il suo parcheggio interrato si spinge in direzione del fiume, poi l’area dell’ex stabilimento Renault detta Trapèze. Negli anni passati, qui, intorno al centrale Parc de Billancourt progettato da Agence TER, è sorto un quartiere residenziale e commerciale del tutto nuovo, articolato in blocchi; con alcuni edifici vi sono rappresentati anche gli svizzeri Meili, Peter e Diener & Diener. La dominante verticale è costituita dalla Tour Horizons di Jean Nouvel, sull’asse centrale, lungo il quale il ponte pedonale Renault conduce all’isola di Seguin. Mentre la maggior parte degli 11,5 ettari che formano la superficie dell’isola è ancora in attesa dell’inizio dei lavori, la Seine Musicale si estende dal ponte in direzione nord, coprendo l’intera punta dell’isola con la sua pianta a forma di cuneo lunga 280 metri.

Muri di calcestruzzo chiaro a vista, movimentati da diverse aperture, racchiudono il complesso programma spaziale e unificano il volume, che poggia su un’ampia costruzione a terrazza di calcestruzzo grigio scuro. Con occhio benevolo, si può leggere questa configurazione come una reminiscenza dell’isola-fabbrica di pietra; ma le masse edificate non sono risolte in maniera architettonicamente convincente. Ciò vale in particolar modo per il piazzale sul lato corto, rivolto verso l’interno dell’isola. Qui, ai possenti muri di calcestruzzo si aggiungono le facciate vetrate dell’area d’ingresso, una scalinata d’impianto monumentale che sale al tetto configurato come un giardino pubblico, e un maxischermo sul quale si possono seguire le manifestazioni.

Nella parte centrale si arriva al foyer della sala grande, dagli usi flessibili e destinata principalmente a ospitare concerti rock e pop, che, tra posti a sedere e in piedi, è in grado di accogliere tra i 4000 e i 6000 spettatori. L’ingresso laterale, un po’ più discreto, sbocca nella Grande Galerie che, con una lunghezza di 200 metri, percorre l’intera costruzione. È fiancheggiata da negozi e ristoranti, e vi si aprono vetrate attraverso le quali si può vedere dentro le sale prove e gli studi di registrazione situati più all’interno; si conclude in un altro foyer, dal quale le scale mobili salgono all’auditorium, la sala per concerti di musica classica e contemporanea da 1150 posti. Ed ecco il vero gioiello della Seine Musicale: il volume dell’auditorium è racchiuso in una struttura di legno lamellare a nido d’ape esternamente rivestita di vetro, la cui forma ricorda un uovo gigantesco poggiato su un’ampia piattaforma di calcestruzzo digradante verso nord. L’iconicità è rafforzata da una struttura metallica a forma di vela rivestita da 800 metri quadrati di pannelli fotovoltaici e montata su rotaie, che si muove intorno all’uovo seguendo il corso del sole.

La ruvidità della piattaforma cede il passo all’amore per i dettagli appena ci si trova nei corridoi tra il guscio di vetro dell’uovo e il volume dell’auditorium. Iridescenti tessere di mosaico creano un’atmosfera di mistero sulle rampe che si snodano organicamente; la vista sulle colline di Meudon, sul Trapèze e Parigi in lontananza è fantastica. E poi, quella dell’auditorium: elementi acustici a nido d’ape in legno di obeche e tubi di cartone formano la copertura ondulata del soffitto, una tessitura intrecciata di listelli di faggio riveste le pareti, le poltrone tappezzate di rosso sono formate da laterali di legno con seduta e schienale in tubi di cartone. L’atmosfera è sensuale, calda, intima; i posti sono circa la metà rispetto alle grandi sale, come quella della Filarmonica di Parigi o della Elbphilharmonie. L’acustica, perfezionata da Nagata Acoustics, è nettamente più morbida e delicata rispetto a quella piuttosto secca e analitica di Amburgo.

Guscio duro, cuore tenero: le ambizioni creative di Shigeru Ban si sono concentrate tutte nell’auditorium. Da un lato questo è concettualmente comprensibile, perché in un edificio destinato a concerti molto diversi tra loro e a un pubblico eterogeneo non c’è bisogno ovunque dello stesso grado di rifinitura – che non sarebbe stato neppure possibile, visto il budget limitato. Dall’altro lato, la Seine Musicale, dopo il Centre Pompidou Metz, dimostra una volta di più che Shigeru Ban è un maestro delle forme piccole, ma su grande scala precisione e poesia calano nettamente. E il giapponese non è un architetto che, di fronte a pressione e limitazioni, sa trovare l’espressione giusta per la ruvidità. Se non ci fosse il miracoloso uovo-auditorium, a nessuno verrebbe in mente di vedere in Shigeru Ban l’autore della piattaforma.

 


Testo originale tedesco qui.


 

Progettazione acustica della Seine Musicale

di Andrea Bacchi Mellini e Andrea Roscetti

La forma e le dimensioni dell’auditorium costituiscono l’elemento caratteristico del progetto, con una struttura che segue i canoni progettuali dell’architetto giapponese con l’utilizzo del legno intrecciato. L’idea progettuale era quella di trasmettere un senso di calore e di intimità durante le esibizioni nella sala, costruendo un rapporto di contiguità tra il pubblico e gli artisti.

Per questo la sala presenta una configurazione a vineyard, con la platea divisa in settori separati da pannellature. Le balconate avvolgono la platea e il palcoscenico, mentre la prima galleria ha un’importanza notevole dal punto di vista acustico, poiché le sue pareti producono riflessioni sonore dirette verso il pubblico e il palcoscenico.

Nel momento in cui si varca la soglia della sala si percepisce un senso di calore dato dal materiale che riveste le pareti interne, un legno color miele che contribuisce alla diffusione del suono nel locale grazie ad opportuni rilievi geometrici disposti sulla sua superficie come un pattern. L’architetto giapponese ha lasciato la sua firma negli elementi cilindrici in velluto rosso che rivestono i sedili, ispirati ai tubi di cartone con cui è solito costruire le sue opere.

Ciò che contraddistingue l’auditorium della Seine Musicale è il soffito, costituito da 900 esagoni di legno sospesi che contengono quasi 30’000 anelli in cartone trattati con ritardante di fiamma. Il soffitto presenta una superficie ondulata, risultato di un accurato studio dal punto di vista acustico, condotto sia tramite un software di modellazione 3D che con modelli in scala 1:10. Attraverso questi ausili è stato possibile individuare la distribuzione delle onde di prima riflessione, intervenendo sul progetto in modo da prevenire fastidiosi echi.

Il palco dell’auditorium è fornito di strumentazioni computerizzate che consentono di variarne la conformazione sia in termini acustici che per quanto concerne l’illuminazione a seconda del tipo di evento.

Al di sotto dell’auditorium si trovano le sale prova, sia per gli ensembles che per l’orchestra completa, e gli uffici amministrativi; accanto a questi spazi si dispongono numerose sale di differenti dimensioni che affiancano la sala principale. Quella più grande si trova immediatamente al di sotto del giardino e ha una capienza di 1150 posti a sedere, aumentabile fino a 6000 posti nel caso di un concerto con pubblico in piedi. La sala accoglie principalmente concerti di musica sinfonica, ma presenta comunque una flessibilità tale da poter accogliere altri generi musicali, variando la disposizione del pubblico e del palcoscenico.

Sin dalla fase di concorso Nagata Acoustics è stato il consulente acustico nel team di progettazione delle sale musicali, mentre Lamoureux Acoustics ha fornito servizi di consulenza per l’isolamento acustico e il controllo del rumore.

Particolare attenzione è stata posta nella protezione dai rumori interni ed esterni all’edificio: sono stati impiegati materiali elastici che assorbono le vibrazioni, in modo tale da evitarne la propagazione verso gli altri elementi del complesso architettonico. Nel caso specifico del collegamento tra la facciata vetrata e il cemento, i due materiali vengono separati mediante l’utilizzo del sistema Sylodyn®. Viene adottato invece il sistema Sylomer® per la terrazza sul tetto, che poggia sul tappeto acustico che impedisce la propagazione delle vibrazioni, proteggendo efficacemente gli spazi sottostanti dall’inquinamento acustico.

 

Luogo: Boulogne-Billancourt, Île Seguin 
Committenza: Dipartimento Haut-de-Seine; Consorzio «Tempo Ile Seguin»; Bouygues Bâtiment Ile-de-France; Sodexo; OFI Infravia; TFI
Architettura: Shigeru Ban Architectes e Jean de Gastines Architectes, Parigi 
Architettura del paesaggio: Bassinet Turquin Paysage, Parigi 
Progetto impianti RVCS: Artelia, Lyon e Transsolar, Parigi 
Fotovoltaico: RFR Engineering, Parigi
Acustica ambientale: Lamoureux Acoustics, Parigi e Nagata Acoustics, Tokyo 
Costruzione in legno: Hess, Kleinheubach
Statica costruzione in legno: SJB.Kempter.Fitze, Herisau
Consulenza per la costruzione in legno: Hermann Blumer, Waldsatt 
Parametrizzazione acustica: designproduction, Erlenbach 
Standard ambientali: Cridey, Grenoble
Gestione / manutenzione: Bouygues, Parigi; Sodexo, Issy-les-Moulineaux 
Coordinamento: Setec TPI, Parigi
Date: 2013-2017

 

Magazine

Verwandte Beiträge