Ma­rio Ra­dice, un pit­tore tra gli ar­chi­tetti

A Como una mostra indaga la sensibilità architettonica di Mario Radice, che lo portò a lavorare con progettisti quali Cesare Cattaneo, Giuseppe Terragni, Ico Parisi.

Date de publication
23-10-2019
Chiara Baglione
Ricercatrice e docente di Storia dell'architettura al Politecnico di Milano

Artista raffinato e poliedrica figura di pittore-imprenditore, Mario Radice è stato un protagonista della vivace scena culturale comasca e milanese del secolo scorso.

Nato nel 1898, si diploma perito commerciale e ragioniere nel 1916. Dopo il servizio militare e un’esperienza di lavoro a Camerino, rientra a Como nel 1923 e viene assunto in una cartiera dove sperimenta tecniche di lavorazione della carta pergamena vegetale, che inizia a produrre in proprio. A partire dal 1930 – pur non abbandonando l’interesse per la fabbricazione della carta, che lo porta a lavorare per un breve periodo in Argentina – si dedica alla pittura, un’attività avviata fin dal 1912, quando – ancora studente dell’istituto tecnico – aveva iniziato a prendere lezioni private di pittura e scultura. Condivide il suo primo studio di pittore a Como con Manlio Rho, cominciando a frequentare artisti e architetti, tra i quali Marcello Nizzoli e Giuseppe Terragni. Partecipa alle riunioni presso la Galleria Il Milione di Milano – culla dell’astrattismo italiano e luogo di incontro di intellettuali e artisti di avanguardia – per la costituzione della rivista «Quadrante», diretta da Massimo Bontempelli e Pietro Maria Bardi, alla quale Radice collabora in qualità di membro del comitato redazionale per la pittura e la scultura. Il primo numero esce nel maggio 1933, nello stesso anno in cui, alla V Triennale di Milano, Radice esegue ad affresco Lottatori Nudo di donna per la Casa per le vacanze di un artista sul lago, progettata da Terragni, Lingeri ed altri. Stringe amicizia con Cesare Cattaneo e frequenta lo studio di Terragni, il quale nel 1936 gli affida ufficialmente l’incarico di realizzare le pitture murali per la Casa del fascio di Como. Dopo la seconda guerra mondiale, dipinge e disegna senza sosta, collaborando ancora con architetti, come Pietro Lingeri, Luciano Baldessari, Ico Parisi. Prosegue l’attività artistica fino alla morte, avvenuta nel 1987, continuando a indagare le forme dell’astrazione, senza abbandonare mai la figurazione.

L’opera di Radice è stata oggetto di ampi studi e di importanti mostre. Ricordiamo, in particolare, tra queste ultime, quella curata da Luciano Caramel, tenutasi a Como a cavallo tra il 2002 e il 2003, e l’antologica organizzata dal Mart di Rovereto nel 2014, curata da Giovanni Marzari, basata sul fondo Radice conservato presso il museo trentino, composto da oltre millesettecento pezzi. A distanza di un lustro da quest’ultima, che già affrontava il tema della collaborazione del pittore con gli architetti, la Pinacoteca di Como dedica a questo argomento, dal 14 giugno al 24 novembre 2019, una piccola ma interessante rassegna, presentando opere e documenti in gran parte conservati nel fondo Radice donato al Comune di Como dagli eredi e conservati nella Pinacoteca.

Curata da Roberta Lietti e Paolo Brambilla, la mostra dal titolo Mario Radice: il pittore e gli architetti. La collaborazione con Cesare Cattaneo, Giuseppe Terragni, Ico Parisi è ospitata in tre sale, ognuna dedicata al rapporto con un progettista. Nella prima, che indaga il legame tra il pittore e Cattaneo, il visitatore è accolto da un grande modello originale, prestato dall’Archivio dell’architetto di Cernobbio, della sorprendente e ardita fontana di Camerlata. Progettata tra il 1934 e il 1935 e realizzata in una prima versione nel 1936 al Parco Sempione di Milano, solo nel 1960 l’opera venne eretta nel piazzale di Camerlata, per il quale era stata originariamente concepita. I numerosi, affascinanti schizzi di studio in mostra, nei quali è difficile distinguere la mano dell’architetto da quella dell’artista, danno un’idea del lungo e complesso processo progettuale. Questi studi confermano inoltre il fascino esercitato dalle sperimentazioni del Bauhaus sui giovani comaschi, poiché le prime idee elaborate da Cattaneo e Radice, approdate poi a un risultato molto diverso, appaiono ispirate, a nostro avviso, alla torre pubblicitaria per prodotti elettrici disegnata da Herbert Bayer nel 1924.

La seconda sala è dedicata al contributo di Radice al lavoro di Terragni, nella Casa per le vacanze di un artista sul lago realizzata alla V Triennale di Milano del 1933, e soprattutto nella Casa del fascio di Como, ben illustrato dall’efficace modello realizzato recentemente da Paolo Brambilla proprio per mettere in luce il ruolo importante svolto dalla decorazione, andata distrutta, che era parte integrante e imprescindibile del messaggio propagandistico affidato all’edificio.

I bozzetti degli affreschi, alcuni dipinti, le fotografie e i disegni esposti nella sala aiutano il visitatore a mettere a fuoco il contributo di Radice, la ricchezza del dialogo tra architettura e arte, la sintonia creatasi tra progettista e artista.

Sintonia che, nel secondo dopoguerra, Radice trovò anche, in modo diverso, con Ico Parisi, come dimostrano i bozzetti degli affreschi realizzati intorno al 1950 nella Casa Carcano a Maslianico e nella Casa Notari a Fino Mornasco, purtroppo andati distrutti. In quest’ultima sezione il fulcro della sala è rappresentato da una suggestiva videoinstallazione, a cura dei giovani videomaker di OLO Creative Farm, in scala 1 a 1 di uno dei mosaici realizzati da Radice per la facciata di Casa Bini a Monte Olimpino.

La mostra

Mario Radice: il pittore e gli architetti – La collaborazione con Cesare Cattaneo, Giuseppe Terragni, Ico Parisi

A cura di Roberta Lietti e Paolo Brambilla

Pinacoteca Civica di Como14 giugno – 24 novembre 2019

Catalogo bilingue (italiano e inglese) edito da Silvana Editoriale, con testi di Roberto Dulio, Roberta Lietti e Stefano Andrea Poli