Ar­chi­tet­tu­ra del­la for­ma ur­ba­na

Il rinnovamento della Caserma della Guardia Svizzera Pontificia presso il Vaticano, affidato allo studio svizzero Durisch + Nolli Architetti di Lugano, ha ottenuto l’approvazione degli esperti UNESCO; questo importante traguardo consente di procedere con le fasi successive del progetto, in particolare quella del progetto esecutivo che sarà svolto in stretta collaborazione con le autorità vaticane e terrà impegnata la Fondazione per il Restauro della Caserma insieme agli architetti progettisti per tutto il 2024.

Publikationsdatum
23-01-2024

Dopo cinquecento anni di presenza in Vaticano, entro il 2030 la Guardia Svizzera Pontificia avrà una sede totalmente rinnovata. Così, a seguito dell’approvazione degli esperti ICOMOS e ICCROM, è stato annunciato sul finire del 2023 sul sito della Fondazione Caserma, istituita a Soletta nell’autunno 2016 con lo scopo gestire e finanziare la riqualificazione della Caserma della Guardia Svizzera Pontificia in Vaticano.

Il progetto, delicato e complesso per il contesto monumentale in cui si colloca – alle spalle del Colonnato del Bernini, adiacente alla Porta Sancti Petri e direttamente collegato al Passetto di Borgo – chiarisce le relazioni puntuali tra gli elementi urbani e monumentali presenti nell’area attraverso la ridefinizione planimetrica e volumetrica dell’intero complesso, da costruirsi ex novo sull’impronta degli edifici esistenti. Questa concezione non invasiva consente al sistema di edifici di mantenere pressoché inalterata la volumetria, limitando gli scavi alle porzioni già scavate durante gli interventi del 1860 e del 1932, nel rispetto del palinsesto storico-archeologico in cui gli architetti si trovano a operare.

Considerando tali fattori e tenendo conto della delicata collocazione della caserma, il progetto prevede la sostituzione dei corpi di fabbrica esistenti che, costruiti trai il 1860 e il 1932, sono di scarso pregio architettonico, versano in pessime condizioni e risultano inadeguati in termini di standard energetici e costi di gestione oltre che sottodimensionati rispetto alle esigenze del Corpo di Guardia. Dal punto di vista dell’assetto generale il progetto prevede la valorizzazione del Passetto di Borgo e della Porta Sancti Petri grazie all’eliminazione dei volumi attualmente costruiti in adiacenza al noto passaggio pedonale sopraelevato che dal 1277, con i suoi 800 metri di lunghezza, collega il Vaticano con Castel Sant’Angelo. La separazione fisica degli elementi – a meno della porzione in corrispondenza della facciata Pio IX su via di Porta Angelica – si traduce in un dispositivo di progettazione urbana che consente di identificare chiaramente il volume architettonico del Passetto e di liberare l’adiacente Porta Sancti Petri da ogni tipo di superfetazione, evidenziandone il carattere eccezionale di accesso storico dei pellegrini alla Basilica. All’interno della nuova configurazione la Porta torna a essere lo sbocco della via Francigena (oggi via del Pellegrino) verso Piazza San Pietro, grazie anche allo spostamento della fontana commemorativa di Zimmermann che dal 1927 chiude il passaggio diretto attraverso il cortile d’onore verso Piazza San Pietro e che verrà ricollocata nel nuovo cortile meridionale adiacente al Passetto.

In accordo con le restrizioni dettate dalle Linee Guida della Santa Sede, il progetto dovrà inserirsi interamente nell’ingombro volumetrico complessivo attuale, rispettando le altezze e i coni di visione in modo che la caserma non sia visibile da Piazza San Pietro. Un ulteriore vincolo è legato all’obbligo, confermato dalla Commissione Permanente di Tutela, di conservare e restaurare l’intera facciata lungo via di Porta Angelica, che, edificata nel 1862, costituisce il confine tra lo Stato del Vaticano e l’Italia, nonché le prime due campate dell’attuale edificio su via Sant’Anna.

Grazie all’aumento della superficie utile di oltre il 30%, il progetto fa fronte alle rinnovate esigenze funzionali, consentendo di alloggiare le guardie e i sottufficiali in camere singole con servizi e aumentando in modo considerevole il numero di appartamenti per le famiglie delle guardie. La Guardia Svizzera è una comunità a sé stante molto coesa all’interno del Vaticano ed è stata ritenuta parte integrante del concetto VUE - Valore Universale Eccezionale del Sito UNESCO. Per questo la caserma verrà dotata di luoghi per la socialità e l’incontro, ricavando nel corpo di fabbrica tra la Corte d’Onore e via di Porta Angelica un cortile coperto di ascendenza nordica, un vero e proprio Lichthof. Tutto ciò prendendo come riferimento i principi di sostenibilità ecologica formulati nella lettera enciclica Laudato Si’ di Papa Francesco «sulla cura della casa comune», recependo cioè come primario il tema della sostenibilità sociale, energetica ed ecologica, riducendo il consumo energetico, nonostante il considerevole aumento delle superfici abitabili di oltre un terzo rispetto a quelle attuali.

Seppur sommaria, la descrizione degli interventi previsti dimostra come si tratti innanzitutto di un progetto che, confrontandosi direttamente con il ricco palinsesto architettonico in cui si inserisce, mette in atto un’opera di puntuale e paziente riconoscimento delle relazioni urbane, attraverso la valorizzazione dei singoli elementi monumentali e la precisazione dei loro rapporti reciproci, dando forma a una condizione che, seppur parzialmente nuova, riconosce nell’intervento sull’esistente la capacità del progetto di chiarire le ragioni di ogni singolo fatto urbano. In questo senso le indagini storiche, l’analisi cartografica, lo studio dei documenti d’archivio, i rilievi dello stato di fatto finanche le indagini strutturali, che hanno indirizzato la fase preliminare di progetto, acquistano valore solo se considerati nella prospettiva del progetto stesso e del rinnovamento architettonico che esso promuove.