Mas­sa­g­no: tre ca­se ver­so il Mo­der­no

Publikationsdatum
22-05-2023
Giulio Foletti
storico dell’arte, membro del consiglio di fondazione AAT

Nel tessuto urbano di Massagno, minuscolo e indipendente quartiere cittadino, incastonato nell’agglomerato luganese, si percepisce immediatamente  la velocità e l’incisività delle trasformazioni del territorio ticinese: più che altrove in questo ambìto e solatìo versante collinare, complici favorevoli e densificanti parametri pianificatori, mutano rapidissimamente morfologia, infrastrutture stradali, edifici e manufatti. Tuttavia in questo perpetuo cantiere vi sono frammenti di sostanza edilizia che persistono nel tempo, testimoni della prima evoluzione nella modernità del Comune, da villaggio rurale a quieto borgo cittadino. Sono tre edifici contigui che sorgono a breve distanza dalla stazione ferroviaria di Lugano, in posizione urbanisticamente significativa e importante, più precisamente all’incrocio tra la via San Gottardo (la cantonale costruita tra il 1805 e il 1810) e la via Tesserete (la circolare verso Canobbio, aperta nel 1901).

La palazzina principale, sulla testata del complesso, costruita nel 19111 al posto di un edificio preesistente, fu progettata dall’architetto valmaggese Paolo Zanini (Cavergno 1871 - Lugano 1914) come abitazione e bottega di Francesco Foletti (1848-1924), calzolaio, commerciante, buralista postale, capostipite di una numerosa famiglia di notabili affermatasi nel villaggio tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Lo assecondarono nell’impresa i figli Silvio (1882-1930), proprietario di una fiorente bottega di fabbro ferraio ma soprattutto Battista (1877-1953), agiato procuratore bancario, figura eminente del partito conservatore luganese, segretario comunale e per quarant’anni sindaco di Massagno, tra i ferventi fondatori dell’Azienda elettrica comunale, fautore dello sviluppo del suo paese e promotore immobiliare in proprio, tanto che con alcuni suoi concittadini fondò la Società immobiliare Massagnese, la SIMA, attiva nell’urbanizzazione del territorio comunale.2 Battista Foletti conobbe l’architetti Zanini, autore nel 1905 della prima casa comunale e scuola di Massagno e tra i professionisti più attivi nel Ticino d’inizio Novecento, probabilmente frequentando gli stessi ambiti partitici e sociali.

Una fotografia d’epoca testimonia lo stato originale dell’edificio che si sviluppa su tre piani appoggiati su un semiterrato. Nell’alto zoccolo verso via Tesserete stanno cantine, lavanderia, centrale termica; il pianterreno, servito da una breve scala, accoglieva in posizione privilegiata, nel volume volto verso la stazione, l’Ufficio postale comunale, mentre su via San Gottardo si aprivano la bottega di un calzolaio e un negozietto di generi alimentari; i piani superiori aveva invece destinati ad abitazione. I prospetti laterali, sorretti da uno zoccolo bugnato, sono ritmati dalle aperture dei negozi e da un apparato decorativo un po’ Art déco, un po’ liberty, scandito da sottili paraste/nastro e da un fastigio policromo (un bouquet con fiori e testine). All’interno un’ampia e comoda scala centrale, con una sobria decorazione in ferro battuto, assicura ancora oggi la circolazione verticale.

L’edificio fu modificato in epoca successiva, quando i balconi posti sul lato più breve, che davano una certa leggerezza al prospetto centrale) furono rinchiusi, forse nel 1938, in occasione dell’ampliamento dello stabile verso settentrione. L’intervento, di notevole impatto, fu eseguito dall’architetto Giacomo Alberti (Bedigliora 1896 - Massagno 1973) che progettò un edificio per appartamenti dal sobrio e italico modernismo organizzato, con un gusto classicista, attorno a una cavea centrale e caratterizzato da un robusto corpo aggettante, alleggerito da balconi, verso via Tesserete. Chiude questo fronte, direttamente addossato all’ampliamento dell’Alberti, la ben nota casa Cate, costruita per la SIMA tra il 1956 e il 1957 dall’architetto Beppe Brivio (1923-2016), un capolavoro che è tra le più notevoli testimonianze di edilizia popolare di questo periodo.

Sono tre case contigue che meritano di essere conservate perché testimoniano esemplarmente non solamente la storia di un Comune ma l’evoluzione della cultura architettonica locale verso la modernità.

Note

 

1 Archivio Architetti Ticinesi, Fondo 056. Paolo Zanini.

 

2 E. Foletti, Famiglie ticinesi: i Foletti di Massagno, «Risveglio», 7-8, 1984, pp. 246-248.