La nuova carta geo­lo­gica del Men­dri­siotto

Date de publication
08-04-2019
Christian Ambrosi
Professore, responsabile del Settore Geologia dell’Istituto scienze della Terra (IST) della SUPSI

Il Mendrisiotto mostra particolarità geologiche molto significative che, per alcuni aspetti, rappresentano delle singolarità a livello svizzero e non solo. Le rocce affioranti presenti in questo settore delle Prealpi luganesi raccontano con continuità una storia lunga 280 milioni di anni. Questa regione presenta infatti una delle sequenze continue di rocce vulcaniche e sedimentarie meglio preservata in una catena montuosa. Per di più nella regione sono presenti due importantissimi siti protetti per le loro peculiarità geologiche: il Monte San Giorgio, patrimonio mondiale dell’UNESCO per le sue sequenze sedimentarie caratterizzate da un ricchissimo contenuto fossilifero, e il Parco delle Gole della Breggia con il suo patrimonio geologico e paleontologico messo a nudo lungo il solco fluviale della Valle di Muggio. Anche i depositi sciolti superficiali, che ricoprono il substrato roccioso, raccontano una storia continua lunga ben 2.5 milioni di anni (periodo chiamato dai geologi Quaternario) caratterizzata da numerosi cicli glaciali e interglaciali ben testimoniati dalle espressioni morfologiche tipiche di quest’area (si veda l'immagine con indicati i due principali gruppi montuosi del Monte San Giorgio).

Tutte queste informazioni sono riportate nel Foglio geologico 1373 Mendrisio con parte del Foglio geologico 1374 Como pubblicato a scala 1:25'000 dal Servizio geologico nazionale dell’Ufficio federale di topografia swisstopo e che ricopre una superficie di circa 210 km2, da Porto Ceresio al Lago di Como. Ultimo nato nella serie dell’Atlante geologico della Svizzera, è frutto della collaborazione tra l’Istituto scienze della Terra della SUPSI, il professore emerito ETHZ Daniel Bernoulli e il Museo cantonale di storia naturale.

Una carta geologica rappresenta un prodotto cartografico contenente tutte le conoscenze geologiche indispensabili per qualsiasi intervento nell’ambito delle costruzioni, della geotecnica, della pianificazione territoriale, della difesa e salvaguardia del territorio e della gestione delle risorse naturali. Essa contiene tutte le informazioni di base relative alla geologia del territorio rappresentato, come i differenti tipi di rocce, il loro contenuto mineralogico e fossilifero oltre che la loro età e la genesi, ovvero la modalità della loro messa in posto. Definisce inoltre i rapporti geometrici (stratigrafici e tettonici) dei corpi rocciosi e dei depositi; un’informazione indispensabile ai geologi per ricostruire la storia geologica della regione, ovvero l’insieme degli agenti endogeni ed esogeni che hanno formato e plasmato nel tempo un determinato territorio.

Le carte geologiche contengono molte informazioni indispensabili per fini applicativi come i fori di sondaggio presenti nell’area di studio con rappresentata anche la profondità e il tipo di roccia presente o il tipo e le proprietà dei depositi sciolti di superficie. Tali elementi trovano diretta utilità nel definire le caratteristiche fisico-meccaniche dei terreni di fondazione che possono orientare sulla scelta delle tipologie costruttive più idonee rispetto al tipo di substrato. Inoltre possono essere reperite utili informazioni relative alle frane, con informazioni riguardo alla loro tipologia e all’attività. Altri dati infine riguardano la tipologia e l’ubicazione delle risorse idriche con indicazione di pozzi e sorgenti, come pure le zone di estrazione dei materiali naturali. Tutti questi dati sono essenziali per chi opera nel campo della pianificazione territoriale e, più in generale, nell’ambito delle costruzioni.

Ma come viene realizzata una carta geologica? Essa deriva da un’attenta attività di rilevamento sul territorio dove il geologo, percorrendo passo dopo passo l’intera area investigata, raccoglie e descrive tutta una serie di caratteristiche relative alle rocce e ai depositi sciolti che poi riversa su una prima carta di terreno. Questa attività, dal sapore ancora narrativo e per alcuni versi esplorativo, è seguita da ulteriori studi di dettaglio (stratigrafici, strutturali, petrografici ecc.) che permettono di raccogliere una mole importante di dati che vengono in seguito rappresentati con appositi colori e simboli in una prima carta a scala 1:10’000. L’ultimo passaggio, che porta al prodotto cartografico definitivo a scala 1:25’000, deriva da una sintesi ragionata dei precedenti prodotti cartografici seguita da un’attenta redazione finale. La redazione moderna di una carta geologica viene affrontata anche attraverso il supporto di modelli numerici di terreno e di immagini aeree digitali che permettono di ottenere un’immagine tridimensionale del terreno sulla quale mappare le forme geometriche connesse alla geologia e alla geomorfologia dell’area di studio. Questi dati sono raccolti sul territorio anche mediante l’utilizzo di strumenti di avanguardia come laserscanner aerei e terrestri, droni e camere aeree digitali (si veda l'immagine del modello numerico del terreno).

Tra i più moderni prodotti derivati dalle carte geologiche vi sono i modelli geologici tridimensionali (3-D) ottenuti tramite l’interpolazione dei dati geologici di superficie, di dati geologico-geofisici profondi rappresentati in una o due dimensioni (log di pozzi, colonne stratigrafiche, sismica a riflessione, sezioni geologiche, mappe strutturali) e dall’applicazione di tecniche di analisi strutturale (si veda l'immagine Profilo geologico attraverso il Monte San Giorgio). Tali modelli sono indispensabili nell’ambito di un’attenta pianificazione del sottosuolo con lo scopo di una progettazione sostenibile di sottostrutture (tunnel stradali e ferroviari, costruzioni civili, perforazioni a scopo geotermico ecc.) nel rispetto delle risorse naturali, idriche ed energetiche.

La realizzazione del Foglio geologico Mendrisio ha sancito l’inizio, oltre 10 anni fa, di una proficua collaborazione tra l’Istituto scienze della Terra della SUPSI e il Servizio geologico nazionale di swisstopo. Oltre all’attività svolta per il Foglio geologico Mendrisio, nel corso degli anni l’Istituto scienze della Terra ha lavorato, sempre in Ticino, per la redazione del Foglio geologico 1294 Osogna.1 Attualmente è in corso la redazione dei fogli 1273 Biasca, in Ticino, e 1294 Grono, 1274 Mesocco e 1254 Hinterrhein, nei Grigioni. Nella cartografia geologica, il settore geologia dell’Istituto ha potuto riversare la sua esperienza maturata nell’ambito di progetti di ricerca nazionali e internazionali nell’ambito dei rischi naturali, dei processi geologici tipici dell’ambiente alpino e delle risorse naturali.

La geologia ha il fascino di aprire una finestra sul passato del nostro territorio che si ripropone ogni qualvolta andiamo a interagire con esso anche attraverso tutte quelle attività legate al mondo della costruzione per il quale la conoscenza del sottosuolo rappresenta uno dei principali aspetti.

 

Nota

  1. Le carte geologiche di swisstopo sono pubblicate sia in formato cartaceo sia digitale, come set di dati vettoriali visualizzabile sul portale della Confederazione.

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