Un ca­lo­ro­so salu­to ai de­le­ga­ti SIA

Quando, un anno fa a Winterthur, in occasione dell’Assemblea dei delegati, Hans-Georg Bächtold ha proposto a me e a Stefano Tibiletti di organizzare in Ticino la prossima Assemblea dei delegati, la risposta è stata immediata. Io e Stefano abbiamo accettato subito, senza neppure attendere l’opinione degli altri membri del Comitato.

Publikationsdatum
09-04-2018
Revision
09-04-2018

Sono molteplici le ragioni che mi rendono orgoglioso di potervi dare il benvenuto a Mendrisio il 27 aprile 2018, nel nuovo Teatro dell’architettura, opera di Mario Botta.

Innanzitutto perché l’ultima volta che l’Assemblea dei delegati si è tenuta in terre ticinesi risale a 35 anni or sono. Era il 1983, e la Sezione SIA Ticino festeggiava allora il centenario della sua fondazione. Era dunque giunto il momento di riunire nuovamente nella Svizzera italiana i delegati SIA provenienti da tutto il Paese.

Inoltre sono lieto di accogliervi proprio a Mendrisio, perché Mendrisio è la città dove sono nato, una cinquantina di anni fa. Sono poi cresciuto a Salorino, un piccolo paese sulle pendici del Monte Generoso, poco lontano. Quello che per i Ticinesi è ancora il Magnifico Borgo, si è ormai trasformato in città, una città che negli ultimi anni ha subìto un considerevole sviluppo grazie, anche e soprattutto, all’apertura dell’Accademia di architettura.

Mi fa dunque particolarmente piacere potervi dare il benvenuto negli spazi dell’Ateneo e colgo sin d’ora l’occasione per ringraziare i responsabili per la loro gentile ospitalità.

Nel 1983, quando si tenne l’Assemblea dei delegati, l’allora sindaco di Lugano Ferruccio Pelli scriveva: «Il Municipio guarda con favore a questi incontri e soprattutto è lieto quando si tratta di illustri professionisti del ramo della costruzione, cui incombe una grande responsabilità nello sviluppo dell’economia cantonale per l’influenza indubbia che essi possono esercitare nella protezione dell’ambiente e delle peculiarità del volto del nostro Paese: con l’augurio che sappiano preservarlo intatto, nel suo aspetto migliore e trasmetterlo in forme sempre valide, alle generazioni che seguiranno».

Queste parole, pronunciate allora da uno dei nostri rappresentanti politici, mi infondono gioia ma nel contempo mi riempiono di nostalgia: Ferruccio Pelli infatti era ben cosciente della responsabilità che compete tutt’oggi alle nostre professioni. Non sono tuttavia sicuro di poter affermare che i nostri attuali politici abbiano sempre questa stessa consapevolezza e condividano tale percezione, cogliendo l’importanza del nostro lavoro con altrettanta stima.

Ciò vale tanto più se si considera che il Ticino è caratterizzato da una geografia molto particolare, con un fondovalle fortemente urbanizzato, esposto giornalmente a importanti flussi di traffico, e da valli laterali assai meno sollecitate e che rischiano persino di venire marginalizzate e dimenticate. In questi ultimi decenni, il Ticino è cambiato profondamente e anche in futuro tanto i progettisti quanto la sfera politica saranno chiamati ad affrontare altre importanti sfide. Tra queste si annoverano: il prolungamento delle trasversali alpine verso Sud, una parziale riorganizzazione del trasporto pubblico e privato nel Luganese (si pensi ai progetti tram-treno e alla circonvallazione Agno-Bioggio), l’ottimizzazione del collegamento stradale veloce tra il Bellinzonese e il Locarnese, come pure il raddoppio della galleria stradale del San Gottardo. Parliamo di progetti infrastrutturali di cruciale importanza, il cui impatto sulla regione non va assolutamente trascurato. Si tratta inoltre di progetti che richiedono una pianificazione accurata e rispettosa delle peculiarità di un territorio esiguo e già densamente sfruttato, una pianificazione che, nel contempo, funga anche da motore per la valorizzazione e la riqualifica del territorio.

Sarà anche di argomenti come questi che avremo modo di parlare quando ci vedremo il 26 e il 27 aprile a Lugano e a Mendrisio.

In attesa di darvi il benvenuto, vi saluto cordialmente.

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