Lou­is Kahn e Ve­ne­zia

La mostra Louis Kahn e Venezia inaugura ufficialmente il programma espositivo del Teatro dell’architettura di Mendrisio, progettato da Mario Botta con l’intento di fornire un nuovo spazio di riflessione e confronto per l’architettura e per le discipline ad essa collegate. 

Publikationsdatum
01-10-2018
Revision
01-10-2018

In scena, in questa prima – e perciò speciale – occasione, c’è il profondo legame tra l’architetto americano e la città italiana, stretto nel 1928 con un primo viaggio di formazione alla scoperta dell’architettura del Mediterraneo e continuato con altri viaggi e occasioni di dialogo con la città.

Kahn tornerà infatti in Italia nel 1950-1951 come Architect in Residence all’American Academy di Roma, imparando dai monumenti del passato molte lezioni poi trasmesse nei suoi capolavori. Intorno al 1968 il rapporto con Venezia si intensifica, con la partecipazione alla XXXIV Biennale d’Arte. È il preludio a un incarico ben più importante: Giuseppe Mazzariol, storico dell’arte e direttore della Fondazione Querini Stampalia, lo sceglierà per progettare il nuovo Palazzo dei Congressi, da erigere all’interno dei Giardini della Biennale.

Per Kahn è il sogno di una vita: costruire in una città che considera «un puro miracolo», episodio fondativo e imperituro della cultura urbana mondiale. Con rispetto e attenzione, si mette ad analizzare l’area a disposizione – anche grazie all’aiuto sul posto di un giovane studente di architettura, chiamato Mario Botta – per consegnare poi alla città un progetto più vasto.

Oltre al Palazzo dei Congressi, Kahn ridisegnò l’intera area dei Giardini, inserendovi un nuovo padiglione per la Biennale e un piccolo edificio d’accoglienza. Il progetto, nonostante l’attenzione ricevuta, non andrà in porto. Prima verrà spostato nell’area dell’Arsenale, poi abbandonato del tutto. Un’altra occasione perduta per Venezia – dopo i progetti di Wright e Le Corbusier – che solleva ancora una volta il tema del rapporto tra modernità e passato, tra città «viva» e città mummificata. Questione complessa, veneziana per eccellenza ma anche propria, in modo diverso, di tutte le nostre città.

La mostra ripercorre questi e altri argomenti – l’amore di Kahn per la città europea, l’amicizia con Carlo Scarpa, le peculiarità architettoniche e ingegneristiche del suo progetto ecc. – attraverso elaborati grafici, documenti inediti, lettere, fotografie, modelli, videoinstallazioni, rare registrazioni delle sue conferenze e soprattutto con i disegni originali fatti arrivare apposta da New York, Philadelphia e Montréal.

Al secondo piano del Teatro, essi formano una straordinaria galleria in cui è possibile ammirare, dal vero, la trasposizione su carta delle idee architettoniche del Maestro: pensieri tradotti in grafite e carboncino, pastelli e inchiostro, sospesi tra la memoria del passato e l’attualità del presente, in attesa di divenire realtà. Da segnalare, infine, il catalogo della mostra, che restituisce la portata del lungo lavoro di ricerca che sta dietro all’esposizione, con i saggi dei due curatori insieme a quelli di Fulvio Irace e Werner Oechslin.

 


Ulteriori informazioni

Louis Kahn e Venezia. Il progetto per il Palazzo dei Congressi e il Padiglione della Biennale.

A cura di Elisabetta Barizza in collaborazione con Gabriele Neri. Dal 12.10.2018 al 20.01.2019.

Teatro dell'architettura, Mendrisio.


 

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