Eti­ca, de­on­to­lo­gia e co­sci­en­za...

Con questi concetti l’onorevole Dick Marti, membro del Consiglio degli Stati, apre la prefazione del Codice deontologico dell’Ordine degli Ingegneri e Architetti del Canton Ticino (2011), rallegrandosi che una categoria così importante come la nostra voglia esplicitamente riaffermarne e rafforzarne i valori. 

Publikationsdatum
21-02-2018
Revision
21-02-2018

Il Codice deontologico, avvallato dal Consiglio di Stato, ha valore legale e quindi obbligatorio. Esso regola i requisiti personali del professionista, i doveri verso la committenza, i rapporti con gli enti pubblici, i colleghi e i propri collaboratori e il rapporto con l’Ordine. Non è una semplice elencazione di articoli normativi, ma una più profonda riflessione dei valori della professione, dell’ambiente in cui operiamo e del valore pubblico delle professioni d’architetto e d’ingegnere che dai tempi remoti, con visioni, audacia, conoscenze tecniche e senso estetico segnano il modificarsi del paesaggio e del vivere dell’uomo. Professioni orientate alla responsabilità pubblica e testimoni di un regolare progresso che architetti e ingegneri perseguono attraverso una continua analisi critica del senso del proprio mandato.

Molti di questi principi sono contenuti nella preziosa citazione posta sulla copertina del nostro Codice: «L’ambiente è un bene comune: architetti e ingegneri hanno il dovere di progettare e costruire rispettando questo bene che deve andare a vantaggio di ognuno».

Il Codice deontologico degli Ingegneri e Architetti dev’essere un motivo di vanto di noi professionisti ticinesi, poiché unico in Svizzera nel suo genere. In questo senso auspico che il Consiglio dell’Ordine possa anche estenderlo oltre i confini cantonali con l’ambizione di divenire fonte d’ispirazione. Nel 2017, in questo spirito il Consiglio ha scritto alla SIA centrale sulla necessità di codificare le nostre professioni attraverso una specifica legge federale che possa regolarle dotandole al contempo dell’importante riconoscimento di pubblica utilità (come ad esempio l’ordine dei medici, o degli avvocati, ecc.), riconoscimento già esplicitamente presente negli Stati europei che ci circondano.

Possiamo discutere e pure disquisire di coerenze e scelte estetiche che sono proprie di ognuno, ma è indispensabile per il bene comune e dell’Ordine stesso che Architetti e Ingegneri siano condotti dai medesimi valori cercando di offrire il più alto livello di professionalità e diligenza nel proprio operare. Unicamente attraverso lo sforzo collettivo potremo contribuire a rafforzare la credibilità e il rispetto della collettività verso le nostre professioni. Parallelamente la nostra categoria potrà così ritornare a essere una voce autorevole e di riferimento per le scelte politiche di grande impatto sul territorio (penso all’energia, alla sostenibilità dei beni immobili durante tutto il ciclo di vita, alle infrastrutture e ai trasporti, alle norme in divenire sulla gestione corretta e parsimoniosa del territorio, alla trasformazione continua dello spazio urbano e periferico, allo sviluppo di nuove tipologie abitative, ecc.). Il raggiungimento di questo più elevato obiettivo potrà scaturire da un favorevole confronto costruttivo tra colleghi e associazioni e all’esterno con i propri committenti ascoltando e riconoscendo le loro necessità.

Con queste premesse, e a grande richiesta dei soci, vi invito alla lettura nei prossimi numeri di Archi della seconda serie di approfondimenti di alcuni articoli basilari del Codice professionale. Lo scopo, rinnovato, è la continua sensibilizzazione al Codice da parte dei soci e di tutti gli enti pubblici e privati che assieme a ingegneri e architetti collaborano. Come nella prima serie, saranno proposti otto contributi (consecutivi). Con rinnovato entusiasmo, e permettetemi un mio personale ringraziamento, l’avvocato Spartaco Chiesa (presidente della Commissione di Vigilanza dell’OTIA dal 2009 al 2015) ci condurrà con la propria visione indipendente alla comprensione e al senso dei vari contenuti. In alternanza agli approfondimenti di ordine legale saranno proposte, attraverso la visione di professionisti che ci offriranno il proprio quadro maturato con l’esperienza, anche delle riflessioni di carattere maggiormente culturale e tecnico.

Auspico che questa iniziativa possa rendere più consapevoli i soci all’Ordine e in modo marcato i giovani che si apprestano al mondo professionale, sollecitandoli a partecipare e a far sentire la loro voce nelle attività promosse dall’OTIA e dalla rinnovata Conferenza delle Associazioni tecniche CAT.

Infine, segnaliamo la possibilità di chiedere copia del Codice deontologico, rivolgendosi a info [at] otia.ch (info[at]otia[dot]ch), oppure di ottenere informazioni sulla LEPIA (Legge Professioni d’Ingegnere e Architetto del Canton Ticino) contattando il nostro servizio giuridico serviziogiuridico [at] otia.ch (serviziogiuridico[at]otia[dot]ch).

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