Ful­vio Irace - Da­vid Chip­per­field Ar­chi­tects Works 2018

Una cava dismessa nei dintorni di Vicenza offre l’occasione a David Chipperfield e Giuseppe Zampieri di rivitalizzare un luogo in cui lo sfruttamento della pietra dei colli Berici si intreccia con la storia del Laboratorio Morseletto – riferimento d’eccellenza di noti architetti e progettisti di giardini, italiani e stranieri (da Carlo Scarpa a Frank Gehry, da Ettore Sottsas a Burle Marx), attivo già agli inizi del Novecento e in grado di produrre ogni genere di ornati per l’edilizia residenziale della zona circostante (come ricordato da Francesco Dal Co su «Casabella», n. 886, 2018, pp. 6-15). 

Publikationsdatum
01-10-2018
Revision
01-10-2018

Addentrandosi nel ventre della collina si scopre una grotta contraddistinta dai pilastri ciclopici che sorreggono le lastre di copertura. Specchi d’acqua trasparente riflettono una geometria fatta di profili squadrati lavorati dagli intagli dei cunei utilizzati dai tagliapietre per modellare la roccia. In questo spazio suggestivo e inquietante, configurato dai grandi massi accumulati nel corso degli anni, viene ricavato un palcoscenico a piani sfalsati che rende fruibile lo spettacolo della natura incisa dall’uomo; una platea in pietra di Vicenza colore miele che si contrappone, con discrezione e sensibilità, alla pietra grezza dalle venature grigie del sito che la contiene.

Lo spazio artistico della Cavea Arcari di Zovencedo (2010-2018), è infatti il primo progetto illustrato nel catalogo della mostra allestita recentemente alla Basilica Palladiana di Vicenza, in cui è stato possibile apprezzare parte della produzione dell’ultima stagione di uno degli architetti più interessanti del dibattito contemporaneo. 

Il volume è introdotto da David Chipperfield e dal saggio Palladian Chipperfield di Fulvio Irace, il quale, analizzando le sollecitazioni formative che spiegano la sua «vicinanza a una pratica artigianale dell’architettura vista come prodotto al tempo stesso tecnico e culturale, teorico e pragmatico», ripercorre gli episodi fondamentali di un’intensa carriera avviatasi nel 1985. Un apparato iconografico esauriente affianca l’esposizione degli edifici più rilevanti realizzati dallo studio londinese (oggi con sede anche a Berlino, Milano e Shanghai). Un corpus di lavori che affronta un ampio spettro di tipologie sia in ambito pubblico che privato: dal campo museale a quello residenziale e commerciale, interventi di riqualificazione e masterplan urbani.

Oltre che nei paesi europei, l’attività dello Studio Chipperfield si diffonde nell’ultimo ventennio in America, Cina e Giappone: l’Inagawa Cemetery chapel and visitor centre di Hyogo (2013-2017), l’ampliamento del Kunsthaus di Zurigo (2008-), le Procuratie Vecchie di piazza San Marco a Venezia (2016-), l’Edinburgh music venue (2017-), lo Zhejiang Museum of Natural History a Anji, Cina (2014-), la Royal Academy of Arts di Londra (2008-2018), la James Simon Galerie (2007-), il restauro della Neue Nationalgalerie a Berlino (2012-), il West Bund Art Museum di Shangai (2013), sono solo alcuni dei prestigiosi incarichi appena ultimati o ancora in corso di realizzazione mentre, dal 2016, l’impegno nella Fundación RIA (centro indipendente di studio e consultazione dedicato al piano di sviluppo e tutela dell’area territoriale di Ría de Arousa in Galizia) evidenzia l’importanza conferita a un approccio professionale inclusivo delle pratiche ed esigenze economiche, sociali e culturali locali; consapevolezza che permette la traduzione di queste istanze in strategie e progetti pilota che assicurino la sostenibilità, garantendo al contempo la qualità della vita dei suoi abitanti.

Infine è lo stesso Chipperfield a esplicitare le motivazioni dell’iniziativa: «Questa mostra rappresenta il nostro tentativo di rivelare come lavoriamo, come sviluppiamo le nostre idee, come i diversi progetti si muovono in parallelo in luoghi differenti, con risorse, priorità e collaboratori diversi, sempre alla ricerca di un equilibrio tra prospettiva locale e globale».

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